Il sonno della Regione genera mostri

Maurizio Tropeano su Lastampa.it

C’è chi ha parlato di «sonno della Regione che genera mostri». Una sintesi giornalistica che riassume la domanda che in tanti si sono fatti in questi anni: chi doveva fare i controlli sul presidente dell’associazione Premio Grinzane di Cavour che da 28 anni riceve cospicui finanziamenti pubblici? Già i controlli. L’attuale presidente, Mercedes Bresso, si sforza di ripetere che «un’amministrazione pubblica non ha compiti di polizia» anche se per quanto «nei nostri poteri i controlli dovuti li abbiamo svolti. Chissà se il governo avrà fatto lo stesso». Già, perché i fondi per il Grinzane sono arrivati anche da Roma (dalla presidenza del Consiglio e dai ministeri dei Beni culturali e della Sanità) da altre regioni come Liguria, Puglia e Molise. E poi da province e comuni e da Fondazioni bancarie, la Crt di Torino in primis. Insomma tanti «mecenati», così li definiva Soria, ma pochi controllori perché l’Associazione senza fini di lucro non è sottoposta al controllo pubblico e «nessuno poteva sapere quanti contributi venivano dati da altri enti», spiega la Bresso. Soprattutto solo «gli investigatori possono capire se una fattura è falsa oppure no». Detto questo però, c’è da chiedersi, e lo fa Stefano Lepri, vicepresidente del gruppo regionale del Pd, «perché in questi anni siano lievitati i premi e i relativi contributi. E perché gli uffici non siano stati in grado di verificare la congruità dei ricchi proventi e dei consuntivi riconosciuti».


Bresso spiega: «Se io avessi deciso di cancellarlo ci sarebbe stata la rivolta dei territori e del mondo della cultura. Il problema è che nessuno aveva sollevato critiche sui conti o sul gigantismo del Premio. Non lo ha fatto il nostro revisore dei conti e non lo hanno fatto scrittori e giornalisti». Dal novembre 2006 la Regione nomina un revisore dei conti che può analizzare il bilancio dell’associazione. Si chiama Vittorio Moro, commercialista in Tortona. Moro affianca il professor Luigi Carosso indicato dall’Associazione. I due revisori firmano la relazione al bilancio 2007/ 2008 dove si sottolinea che le «spese, dalla verifica analitica, risultano correlate alle attività di questa Associazione». Il compito dei revisori non è quello di «entrare nel merito dei progetti e della congruità o meno delle spese sostenute», spiegherà Moro ai giornalisti. I sindaci devono accertare la corrispondenza sulla documentazione contabile fornita.

Tra le pezze giustificative ci sono anche «autocertificazioni del presidente che elenca analiticamente le spese sostenute». La convenzione Del resto nella convenzione madre firmata nel 1997 tra la Regione e l’associazione per l’organizzazione del premio e la promozione territoriale la verifica dei contributi si base sulla presentazione di una relazione finale sull’attività dell’associazione e sulla presentazione di un bilancio certificato. Allora, alla guida del Piemonte c’era il forzista Enzo Ghigo, l’assessore alla Cultura era Giampiero Leo, anche lui di Forza Italia e vicino a Cl. Il direttore responsabile è Alberto Vanelli, storico dirigente del settore. La convenzione nasce con l’obiettivo di mettere ordine alla mole di richieste di contributi e attività portate avanti dal vulcanico Soria. La convenzione ha durata triennale e sarà rinnovata nel corso degli anni. All’inizio vale 500 mila euro che nel 2005 con il centrosinistra diventeranno 650. Cambiano i politici: presidente Bresso, assessore alla Cultura, Gianni Oliva. Resta la burocrazia: il direttore Vanelli e la dirigente del settore Biblioteche, Erica Gai. A partire dal 2001, però, Soria cerca di nuovo di allargare la sua attività e di farsi finanziare dalla Regione.

Bussa a varie porte fino a quando trova una sponda nell’allora assessore allo Sport e al Turismo, Ettore Rachelli (Forza Italia), lancia il progetto di Piemonte Noir (100 mila euro). Il rapporto con il Turismo si consolida nel corso degli anni. Nel 2007 la direzione turismo sport e parchi stanzia 250 mila euro per la compartecipazione alle manifestazioni organizzate dall’Associazione. Firma la determina la dirigente Paola Casagrande. L’assessore è Giuliana Manica. Un capitolo a parte meritano i contributi al recupero del Castello di Castigliole d’Asti. Dalla Regione arrivano 4,7 milioni in 13 anni.

Il 2 agosto 1995 per la realizzazione del progetto la Regione stanzia 300 milioni di lire a favore dell’associazione. A cavallo tra il 1995 e il 1996 la Regione, il comune e l’associazione Grinzane Cavour firmano un protocollo d’intenti per la valorizzazione della struttura. Alla guida dell’assessorato c’è Leo. L’applicazione del protocollo è affidata al direttore Vanelli. Il centrosinistra completa il piano di finanziamento ma a partire dal 2007 chiede di allegare copia delle fatture. Nel 2001 arrivano i fondi del ministero dei Beni Culturali. In tutto circa 3,8 milioni. E poi c’è la questione di Angelo Soria. Fratello di Giuliano e dirigente della Regione. Fino al 1997 è all’assessorato al Turismo poi approda in piazza Castello alla comunicazione istituzionale dove risponde politicamente al presidente Ghigo. Sopra di lui c’è il direttore, Roberto Salvio. Quando il centrosinsitra vince le elezioni Soria risponderà alla Bresso e dal 2007, come capo gerarchico, a Roberto Moisio.