Il pizzo per entrare in Italia

UPDATE: L’amico di Gilioli ha ritrattato la sua versione

Una brutta brutta brutta storia in un potenziale paese civile

Ottenuto il regolare visto, dunque, S.T. è arrivato questa mattina a Fiumicino.
Alla dogana, ingresso per i non comunitari, i poliziotti di frontiera l’hanno ovviamente fermato e gli hanno chiesto i documenti, tutti perfettamente in regola.
Ciononostante gli hanno detto che doveva seguirli in una stanza riservata. Lo hanno fatto aspettare un po’ poi lo hanno fatto entrare in un’altra stanza, dove c’erano sei poliziotti.
Gli hanno fatto un sacco di domande (tutto normale, per carità).
E poi gli hanno chiesto 200 euro per uscire dall’aeroporto.
S.T. ha provato a opporsi, dicendo che aveva tutti i documenti in regola. Loro hanno risposto che non gliene fregava nulla, o sganciava i 200 euro o lo rimandavano a casa.
Allora S.T. ha telefonato, con il suo cellulare, al console che a Kathmandu gli aveva dato il visto. Questi gli ha consigliato di non opporsi e di provare a trattare sul pizzo.
S.T. allora ha trattato, offrendo venti euro, un decimo della richiesta. I poliziotti hanno riso, ma hanno risposto che siccome sembrava un ragazzo se la sarebbe cavata con un biglietto da cento.
S.T. glieli ha dati. Ovviamente, nessuna ricevuta.
E così è potuto uscire dall’aeroporto.

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