Riflessioni sulla bandiera italiana

Via Rina Brundu

Dati studi indicano che a modellare la nostra mente concorrano soprattutto due fattori: la lingua e la religione. Per questi e per altri motivi faccio fatica a comprendere le “illuminazioni sulla via di Damasco” di coloro che lasciano le “limitate dinamiche puritane” delle religioni occidentali, per inseguire improbabili verità trascendentali propugnate dai sai-baba di questo mondo. In simil guisa, poco mi convincono le argomentazione di chi vuole risolvere le problematiche dei popoli, attraverso la disgregazione della loro esistenza come entità formale.

Senza considerare che se non è facile per un nato cristiano, mussulmano, ebreo o quant’altro, dimenticare miti e riti che lo hanno formato e cresciuto, non credo sia neppure facile dimenticare il sostrato culturale di appartenenza. Nel caso specifico, non credo sia affatto facile dimenticare di essere nati Italiani. Italiani, infatti, si nasce, così come Inglesi si diventa. I sudditi di Sua Maestà diventano tali nelle loro scuole, nelle loro università. Nell’imprint severo e modellante che ricevono in ciascuno di questi centri educativi. Un imprint che non lascia via di scampo, meno che meno una via di fuga mentale. Un imprint immutato e immutabile nei secoli dei secoli come il taglio ed il colore della divisa che i suddetti sudditi gioco-forza debbono indossare.

Nessuno, al contrario, ci insegna ad essere Italiani. Non esiste scuola che potrebbe accollarsi un simile improbo compito. Fortuna, appunto, che noi nasciamo tali! Con tutto il bene e con tutto il male che può derivarne da una simile conclamata condizione. Benito Mussolini ebbe a dire  che “governare gli Italiani non è impossibile, ma è inutile”! Forse. Di sicuro però, alla Politica che si assume l’onere di portare a casa questo difficile risultato, chiediamo di farlo con una data serietà di metodo. Preferibilmente evitando le esagerazioni da “baraccone”. Senza considerare che il suo tavolo – in questi tempi che non sono solo tempi-da-mondiali-di-calcio, ma che sono e restano soprattutto tempi-di-crisi – non è certamente sgombro di problematiche da affrontare.