La Fiat scompare dalla festa del Pd

Vera Schiavazzi su Republica.it

Elencare tutto quello che c’è alla Festa nazionale del Pd di Torino che si apre nella location ex olimpica di piazza Castello sarebbe impresa ardua. Dai film ai libri, dal Risorgimento alla green economy, meglio andare sul sito e spaziare liberamente. Tutto nel rigoroso rispetto degli equilibri, dei profili, delle componenti, con un’attenta e tradizionale mappatura di orari di serie A e altri di serie B. Ma quello che non c’è è – ugualmente – abbastanza vistoso.
Una delle assenze più evidenti è quella della parola “Fiat”, desaparecida dal programma se non nella sezione cinefila della “Memoria”? Per trovare una traccia del gruppo industriale che si potrebbe dire con un po’ di ironia a Torino ha ancora un certo peso bisogna rifugiarsi allo stand dei lavoratori Iveco, che dopo mesi di cassa integrazione preparano il caffè. Il resto si chiama altrimenti, quasi un dizionario dei sinonimi, da “fabbrica” a “lavoro”.
Tra le altre mancanze le ridotte possibilità di ristorarsi con un’insalata, un piatto di verdure o (non esageriamo!) un frullato. I tempi cambiano, la festa è democratica e non più dell’Unità, ma è la costina a fare la parte del leone e l’avventore, nell’immaginario collettivo, resta un irsuto e carnivoro militante. Un errore, ci permettiamo di dire, visto che i ristoranti sono l’anima di ogni festa e che anche nel centrosinistra (o forse soprattutto lì) la percentuale di vegetariani è in costante crescita. Pazienza sopportare i fumi della griglia, ma un grazioso stand decorato con sedani e carote avrebbe avuto gran successo.