Dal passato al futuro, malanni della New Economy: la managerite

Questo documento è stato trovato stampato su carta in casa Pasteris, e poi digitailzzato attraverso uno scanner ed è ancora terribilmente attuale e ironico

L’abbiam detto più volte, nella New Economy tutti si sentono, si presentano, si atteggiano a manager. E’ venuto, allora, il momento di affrontare l’argomento.

Come accennato in precedenza basta guardare gli annunci economici per rendersi conto che nella NE c’è tutto un fiorire di manager di ogni specie. Chiunque venga assunto viene definito così: e a pensarci bene forse non è manco tanto sbagliato. Ridicolo, magari sì… ma sbagliato no. In fondo manager vuol dire “gestore”: e allora è corretto perfino che chi si occupa di svuotare i cestini sia “Trash Manager”. Infatti la scala gerarchica di una azienda tipo che lavora nel web (di cui ci accingiamo ad esaminare rorganigramma) parte proprio da lui, il Trash Manager: la sua importanza è fondamentale. Non avete idea della quantità di carta che si spreca in un mondo in cui la carta, in teoria, non servirebbe a molto. Ma, seppiatelo, per produrre un “documento” elettronico (vedi una pagina di Word) si sprecano almeno dieci pagine di carta. Quindi il Trash Manager ha molto da fare e buttare.


Sopra il Trash Manager c’è, ovviamente, il Paper Manager. Il quale compra la carta che il Trash Manager butta e tutte le altre cose necessarie a rendere quella carta cestinabile: penne, matite, toner per stampanti e fotocopiatrici (anche il più inutile dei documenti, dopo essere stato stampato viene fotocopiato e archiviato per essere buttato in seguito).
Sopra il Trash Manager ed il Paper Manager ci stanno coloro che si preoccupano di imbrattare quella carta. Costoro, in genere, si dividono in due categorie Marketing Managers e Content Managers (quasi tutte la aziende per il web producono contenuti che rivendono ad altre aziende per il web, che rivendono ad altre e così via in una infinita matrioska dell’inutile). I Marketing Managers sono coloro che devono convincere i loro omonimi di un’altra azienda a comprare il loro prodotto. Per fare ciò spesso creano spettacolari grafici e tabelle con numeri inventati o, al meglio, raddoppiati per due. Poco male: i Marketing Managers dell’azienda acquirente prendono i loro dati e li dividono per due. Il che lascia al tutto una Pirandelliana parvenza di realtà.

I Content Managers sono coloro che producono i contenuti: tranne casi rari (devo ammettere che ne ho conosciuto un paio bravi) si tratta di persone di nessuna competenza editoriale, di scarso talento giornalistico e di mediocri qualità redazionali. Poco importa, comunque: sul web il contenuto (Content) si vende al chilo, all’ingrosso, al grido di “è un po’ di più, che faccio lascio?”. Eh già perché i Marketing Managers contrattano le notizie (o qualsiasi altro contenuto) a numero. Ad esempio ne vendono 100 al giorno ossia quattro l’ora, ossia una ogni 15 minuti. Le restanti quattro omaggio della ditta.
Sopra i Content Managers e i Marketing Managers ci sono i Content Global Total Managers e i Marketing Global Total Managers.

Si tratta, in genere, di persone che si sono trovate a gestire una cosa (magari inventata da loro, chi dice di no) ma senza averne la competenza. Sono i personaggi più tristi: spesso sono spaventati dai loro compiti. Spesso non capiscono nemmeno quali siano i loro compiti. E non lo capiscono nemmeno gli altri. Il loro destino è scomparire lasciando sulle loro poltrone i segni delle unghie con cui hanno cercato di aggrapparsi al loro posto.
Sopra tutti ci stanno gli unici che non hanno la qualifica Manageriale, ma solo perché ne hanno una ben più altisonante. Gli Amministratori Delegati. A parte il fatto che è ridicolo che anche il più piccolo imprenditorino gestore della più striminzita azienducola si fregi di questo titolo devo dire (chiudendo in modo anomalamente buonista) che, da quello che ho visto, sono gli unici che in questo mondo hanno un minimo di criterio.