Una petizione per la trasparenza nelle Università italiana e per la tutela del whistleblowing negli atenei italiani

baroniLa campagna Riparte il futuro vuole sostenere un meccanismo che possa esporre e arginare le illegalità che possono accadere dentro e fuori dagli atenei. Per farlo serve difendere e incoraggiare chi segnala corruzione, malaffare, nepotismi e raccomandazioni. Clientelismi, corruzione, baronato, raccomandazioni: quando qualcuno nel mondo dell’istruzione approfitta del suo ruolo per guadagnare un vantaggio personale distrugge molto più di quello che pensa.

La campagna chiede alle nostre università di stare dalla parte di chi ha il coraggio di esporsi, dotandosi volontariamente di regole che aiutino e proteggano chi segnala illeciti.
Gli atenei possono fare molto. La legge anticorruzione del 2012 ha infatti introdotto l’istituto del “whistleblowing”: letteralmente “suonare il fischietto”, un’espressione per indicare chi sceglie di rompere i muri del silenzio sulle illegalità a cui talvolta può capitare di assistere.

La campagna chiede a tutti i rettori degli atenei pubblici italiani di sottoscrivere con noi un impegno a favore del whistleblowing. Le università devono concedere una protezione efficace a chi denuncia episodi d’illegalità che avvengono al loro interno, incoraggiando la segnalazione di pratiche illegali e predisponendo massime tutele per chi ha il coraggio di parlare. Tutti gli atenei italiani dovrebbero deliberare una strategia per il whistleblowing costituita da 3 punti fondamentali:

Tutelare chi segnala illeciti a cui ha assistito
tutela della riservatezza e dell’anonimato. L’identità di chi denuncia può essere resa nota solo col suo esplicito consenso;
onere della prova per gli enti universitari. Nel caso in cui un dipendente dell’ateneo ritenesse ingiusto il cambio di ruolo, di ufficio o di incarico subito dopo la denuncia di un illecito, spetterà a chi ha preso tale decisione dimostrare la propria buona fede, allontanando il sospetto che possa esserci un legame con la denuncia. Lo stesso varrà anche per lo studente “whistleblower”, qualora incontrasse pressioni e difficoltà nel portare avanti il suo percorso di studi.
tutela estesa, affinché venga protetto anche chi segnala episodi di illegalità al di fuori del settore in cui opera professionalmente.
adeguata campagna di informazione sull’importanza del whistleblowing per incoraggiare le segnalazioni.

Protezione per tutti e a tutti i livelli
per i lavoratori amministrativi degli atenei, affinché chi denuncia episodi di corruzione e irregolarità non debba temere mobbing, demansionamenti, licenziamenti;
per gli studenti, affinché non vedano compromessa la loro carriera universitaria per aver segnalato la mancanza di trasparenza nell’organizzazione delle lezioni, dei concorsi, degli esami, delle borse di studio, o per aver messo in luce comportamenti non conformi da parte di docenti e ricercatori, personale amministrativo, altri studenti;
per i docenti che segnalano episodi illegali con protagonisti altri colleghi, amministrativi, funzionari o studenti. La loro integrità deve diventare un incentivo e non un limite nell’accesso agli incarichi che contano all’interno dell’ateneo;
per i ricercatori di ruolo e quelli precari, che sono i meno tutelati perché possono trovarsi sottoposti a pressioni proprio per le loro condizioni lavorative e minacciati nel loro progresso di carriera e nella stabilizzazione professionale.

Canali di segnalazione certi e semplificati:
predisporre un ufficio, una pagina web, una linea telefonica resi disponibili dall’ateneo a cui faccia capo personale di riconosciuta indipendenza e integrità;
creare un contatto diretto con l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), per legge anche Authorty per il whistleblowing, inviando ogni segnalazione a [email protected], affinché registri ogni segnalazione dei whistleblowers e possa poi chiederne conto agli atenei.