Fai lo scoop e poi nascondilo: le nuove frontiere del contro giornalismo

Via Linkiesta Il quotidiano diretto da Mario Calabresi ha fatto lo scoop, ma ha voluto ridimensionarlo. Niente prima pagina, niente titoloni. Nascosto e relegato tra le pagine economiche. Sono ben pochi infatti, anzi praticamente nessuno, i quotidiani che hanno rilanciato la notizia. Secondo “La Stampa”, la procura di Biella ha contestato al Ministro dello Sviluppo … Leggi tutto

Tra videowall, social editor, tackle: la notizia ben fatta dove sta ?

La presentazione del nuovo organigramma digitale della Stampa  con slang made in Usa, che ratifica un de facto da anni, sta creando commenti curiosi … Nel frattempo si attende il bilancio aziendale 2011 e di capire se qualcuno ha pensato a due parametri: la qualità e l’imparzialità dell’informazione.

Via Lo Spiffero

Sarà tutta “amerikana” – con scenografie da sfondo televisivo e open space totale – la versione Elkann-Chrysler di via Lugaro della Stampa, figlia forse un po’ scapestrata dell’edizione Fiat-Agnelli del glorioso quotidiano di famiglia, sopravvissuto per oltre 40 anni in riva al Po, ma più che dimezzato nelle copie. Lo hanno inteso domenica scorsa redattori e Cdr convocati in un salone del Bit, in corso Unità d’Italia, dai vertici del giornale. Scopo del mega raduno illustrare i piani di direzione ed editore alla vigilia del trasferimento, previsto per fine giugno, da via Marenco al palazzo ex Sanpaolo oggi di proprietà di Beni Stabili (il cui azionista di riferimento è la francese Foncière des Régions)

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Toto direttori di fine stagione (3): la guerra dei Mario

Via Il Fatto Quotidiano

Con tutta evidenza, il 2011 è l’anno dei Super-Mario. Prima Mario Draghi, involatosi dalla piccola Bankitalia alla potente Bce. Poi Mario Monti, che ha preso il Paese per i capelli sul precipizio dello spread (e continua a tirare con gelida eleganza). Imprese toste, senza dubbio, anche se il prossimo superuomo sarà chiamato a una missione persino superiore, suppergiù eroica: recuperare il Tg 1 a fama e ascolti dopo l’Era Minzolini.

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Toto direttori di fine stagione

Via Agoravox Il giorno del giudizio dovrebbe essere il prossimo 6 dicembre, quando il giudice per le udienze preliminari potrebbe decidere il rinvio a giudizio di Augusto Minzolini per peculato, ovvero la questione delle spese fatte con la carta di credito aziendale. Il risultato potrebbe tradursi nell’abbandono forzato del ruolo di direttore del TG1, ma … Leggi tutto

Il Vatican Insider per La Stampa

Via Prima Comunicazione Alla ‘Stampa’ era necessario che tutti condividessero quello che si stava facendo, perché in ballo c’era la possibilità di continuare a fare del buon giornalismo e di farlo in piena libertà. E ci compravamo anche la garanzia di stare in questo gruppo, perché sul mercato ci sono acquirenti interessati a un giornale … Leggi tutto

La Stampa Vaticana

Via Dagospia A Torino fervono i preparativi per una nuova santa macchina da soldi: un sito internet di informazione religiosa tutto dedicato al Vaticano e dintorni con contenuti che poi “La Stampa” di Mario Calabresi tenterà di vendere all’estero. La direzione del sito sarà affidata a Paolo Mastrolilli, ex capo della redazione romana, super gianniriotta … Leggi tutto

A dicembre il Sole 24 Ore supera La Stampa

Finito l’effetto Calabresi ? Via Affari Italiani Recuperano a dicembre il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore. Secondo i dati sulle diffusioni (pubblicati da Stampacadabra e riportati dal sito di Franco Abruzzo) il quotidiano di via Solferino ha recuperato l’1,1% delle copie rispetto allo stesso mese del 2009 (ma su novembre 2010 c’è … Leggi tutto

Difesa di casta

Mario Calabresi su Lastampa.it

Resto convinto che in uno Stato di diritto e in una democrazia sana spetti alla magistratura la valutazione degli indizi e delle prove e che debbano essere i tribunali e non i giornali a emettere le sentenze. L’idea di una giustizia sommaria somministrata sull’onda delle emozioni e dell’indignazione è qualcosa che mi ha sempre fatto paura e che in passato ha fatto danni che non si dimenticano. Sarebbe il tempo di aprire una discussione vera e approfondita sul rispetto della privacy, dei diritti degli inquisiti e sulla tutela che andrebbe garantita a chi finisce suo malgrado in un’inchiesta senza averne colpa.

Si potrebbe allora dire che la legge in discussione al Senato arriva al momento opportuno. Purtroppo non è così, anzi accade il contrario: il disegno di legge sulle intercettazioni è così palesemente sproporzionato e ha un sapore talmente vendicativo da risultare inaccettabile e da soffocare ogni possibilità di riflessione. Nei mesi in cui riemergono prepotentemente la corruzione e gli intrecci tra la politica e gli affari e in cui la nostra classe dirigente mostra il suo volto più arrogante e spregiudicato, la nuova legge suona come l’estremo rimedio per coprire l’illegalità e garantire impunità.

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Il Governo Berlusconi sulla graticola

Prima il famoso articolo sparito di Galli della Loggia

La plastica si sta squagliando? Sembrerebbe. Certo è che coloro che si erano illusi dopo le elezioni del 2008 che il Pdl fosse diventato un partito più o meno vero, qualcosa di più di una lista elettorale, sono costretti ora a ricredersi. Non era qualcosa di più: spesso, troppo spesso, era qualcosa di peggio. Una corte, è stato autorevolmente detto.

Ma a quel che è dato vedere pare piuttosto una somma di rissosi potentati locali riuniti intorno a figuranti di terz’ordine, rimasuglio delle oligarchie e dei quadri dei partiti di governo della prima Repubblica. E tra loro, mischiati alla rinfusa — specie nel Mezzogiorno, che in questo caso comincia dal Lazio e da Roma— gente dai dubbi precedenti, ragazze troppo avvenenti, figli e nipoti, genti d’ogni risma ma di nessuna capacità. E’ per l’appunto tra queste fila che a partire dalla primavera dell’anno scorso si stanno ordendo a ripetizione intrighi, organizzando giochi e delazioni, quando non vere e proprie congiure (e dunque non mi riferisco certo all’azione del Presidente Fini, il quale, invece, si è sempre mosso allo scoperto parlando ad alta voce), allo scopo di trovarsi pronti, con i collegamenti giusti, quando sarà giunto il momento, da molti dei cortigiani giudicato imminente, in cui l’Augusto sarà costretto in un modo o nell’altro a lasciare il potere.

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La Stampa stile La Repubblica

Via Dagospia Rivoluzione alla Stampa. Marione l’Africano vuole rifare il lifting al suo giornale. Il quotidiano piemontese assomiglierà sempre più alla ‘casa madre’ di Calabresi ovvero a Repubblica con la trasformazione di cronache, spettacoli e cultura in paginate R2, R3 e così via. Nei salotti che contano a Torino la domanda che circola è: lo … Leggi tutto