Filtri non casuali per la navigazione dei dipendenti CSI

Via LoSpiffero Le nostre (sempre documentatissime) fonti interne ci hanno riferito che “qualcuno” dei vertici di corso Unione Sovietica ha pensato di bloccare l’accesso dai pc interni al nostro sito. Sarebbe per noi comodo fare le vittime e urlare alla censura. Evidentemente le alte sfere non hanno gradito le nostre inchieste, ma questo era scontato … Leggi tutto

Sul Csi Piemonte volano i corvi

Via Lo spiffero 1 e 2

Il Csi, il consorzio informatico pubblico partecipato da Regione, Comune e Provincia, al centro di recenti polemiche circa presunte inefficienze gestionali, denunciate negli scorsi mesi dall’opposizione di centrodestra, torna prepotentemente nell’occhio del ciclone. Ai rilievi degli esponenti del Pdl (il consigliere comunale Michele Coppola e il capogruppo regionale Angelo Burzi) si aggiungono ora accuse precise e circostanziate da parte di un “corvo”, assai informato, che in uno scritto non firmato svela episodi a dir poco inquietanti.

Questa volta è una lettera anonima, indirizzata tra gli altri anche al “Nucleo reati contro la pubblica amministrazione” guidato dal magistrato Andrea Beconi, a mettere sulla graticola l’ente presieduto da Francesco Brizio (figlio dell’ex presidente democristiano della Regione e supporter della Bresso) e diretto da oltre trent’anni, cioè sin dalla sua istituzione (1977), da Renzo Rovaris.

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Il CSI fa gola (a chi ?)

Rovaris risponde alle critiche al CSI Piemonte

Leggo che il centrodestra è pronto a smembrare il Csi Piemonte, apprendo delle preoccupazioni del centrosinistra che, comunque, parla di mancanza di strategia e mi domando: perché? Il consorzio va bene, economicamente e produttivamente. Tutto si fonda sull’errata premessa che il Csi sia in crisi. Non è così. Forse la congiuntura tra elezioni politiche e il rinnovo del direttore generale sta agitando un po’ troppo la politica. Il consorzio è un bel boccone e qualcuno potrebbe farci dei soldi scardinandolo e rivendendolo sul mercato».

Renzo Rovaris, direttore generale del Csi Piemonte fin dalla sua istituzione nel 1977, non ci sta a fare da bersaglio. Soprattutto non vuole che la sua creatura sia trattata come tale. Le critiche piovute nei giorni scorsi non lo scompongono. «Il capogruppo di Forza Italia-Pdl in Regione, Angelo Burzi, dice che siamo indietro di dieci anni. Allora spieghi perché l’anno scorso abbiamo preso sette premi dal ministro della sua maggioranza Renato Brunetta e perché anche quest’anno ne abbiamo presi cinque», dice Rovaris.

Certo, quel documento della Booz&Co che ha analizzato i costi riducibili del consorzio su mandato dello stesso Rovaris, proprio non ci voleva che finisse sui tavoli del Consiglio regionale. «Si tratta di migliorie che stiamo già attuando – spiega Rovaris -. Tra l’altro l’analisi di Booz&Co ci sembra un po’ eccessiva. Calcolano tagli compresi tra i 25 e i 34 milioni per restare sul mercato. Noi siamo convinti che 10-12 basteranno: 2 li abbiamo recuperati da maggio, altri 5 il prossimo anno, una dozzina nei prossimi due».

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Solite bufere sul CSI Piemonte

Prima Beppe Minello su Lastampa

Chi, per i motivi più diversi, confida nel fatto che al Csi l’era-Rovaris stia volgendo al termine è meglio che rifaccia i suoi conti. Tra i 570 aspiranti all’incarico di direttore generale c’è anche Rovaris che su quella poltrona siede ininterrottamente da oltre 30 anni, da quando il Consorzio informatico lanciava i primi vagiti. «Invece di fare una selezione ad evidenza pubblica come ha deciso il cda forse sarebbe stato sufficiente ipotizzare un paio d’anni durante i quali affiancare ed accompagnare il successore…» ha commentato Rovaris a margine di una conferenza stampa durante la quale lui e il presidente Francesco Brizio hanno ribattuto punto su punto a tutte le accuse piovute addosso al Csi in questi mesi, in particolare dal vicepresidente della Sala Rossa, Michele Coppola (Fi-Pdl) e dal capogruppo in Regione dello stesso partito, Burzi.

Poi Rapahel Zanotti sempre su La Stampa

Ci sono tre motivi per cui il Csi Piemonte è diventato, negli ultimi tempi, zona di guerra. Uno: siamo a fine legislatura e il consorzio regionale, che offre sistemi informatici e servizi alle amministrazioni pubbliche, è un ottimo bacino di voti visti i suoi 1200 addetti. Due: Renzo Rovaris, il direttore generale che guida il consorzio dalla sua nascita, oltre trent’anni, è in parabola discendente. L’assessore regionale all’Innovazione Andrea Bairati ha deciso che era ora di cambiare. Tre: è in scadenza la convenzione con la Regione. Questo significa nuovi equilibri del consorzio con il suo maggior cliente che rappresenta, da solo, il 65% dei ricavi.
Non stupisce, dunque, che attorno a questo centro di potere si muovano gli appetiti di molti. C’è però un dato incontrovertibile che fa da sfondo e su cui tutti, indistintamente, dovranno fare i conti: il Csi Piemonte è diventato un pachiderma che fagocita milioni di euro, nonostante il suo bilancio risulti comunque in attivo.

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Rovaris non molla il CSI

Nella sua seduta di mercoledì 22 luglio 2009, il Consiglio di Amministrazione del CSI-Piemonte ha discusso, come prescritto dallo Statuto , il rinnovo dell’incarico del Direttore Generale. Poiché nel 2008 è entrata in vigore una nuova legge (L. 133/08), che impone procedure pubbliche per le nomine, non è stata possibile una riconferma immediata dell’attuale Direttore … Leggi tutto

Nuvole nere al Csi Piemonte

Qualcosa sta succedendo nell’infornatica sotto la Mole

Nuvole nere al Csi, il Consorzio informatico che serve 54 enti, in testa Regione e Comune che ogni anno gli versano, rispettivamente, un centinaio e una trentina dei 170 milioni del bilancio della società nata nel 1977. Lo stesso anno che ha visto la nomina a direttore generale di Renzo Rovaris al centro del sommovimento.

Domani è convocato il cda presieduto da Francesco Brizio. Si parlerà anche di «provvedimenti» riguardo il direttore generale. Tenuto conto che proprio domani scade il quinquennio di incarico e che lo Statuto prevede, se lo si intende rinnovare, una «conferma motivata», fa strano non compaia esplicitamente questo fatto. Tanto basta ai non pochi avversari di Rovaris per arrivare alla conclusione che Rovaris è arrivato al capolinea di una lunga e onorata carriera.
Il direttore, giusto l’altroieri, ha scatenato l’ira dei sindacati. Ai 1200 dipendenti ha inviato un videomessaggio per denunciare «una situazione di emergenza da affrontare con decisione perché altrimenti ci sarà una situazione molto pericolosa». E ancora, si dice preoccupato di «un risultato molto inferiore alle previsioni con un ammanco pari a diversi milioni per il bilancio 2009». Infine, sottolinea «il registrarsi di un calo improvviso di produttività con un margine che avrebbe dovuto essere del 10% e invece è pari – ad oggi – solo al 3%».

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