Autoreferenzialità secondo Carlini

Franco Carlini dal Manifesto di oggi

Sulle forme della democrazia e ancor più sull’illusione del voto in rete su ogni possibile decisione, la discussione è finita da tempo, dopo le ventate tecno-utopiche dei primi anni ‘90 e chi frequenti l’insieme dei blog, specialmente quelli italiani, potrà avere conferma di quanto poco discorsiva, colloquiale e spesso vuota sia la suddetta blogosfera. Noterà come molti autori siano monomaniacali, autoreferenziali e autocitantesi, sovente pronti all’insulto, approssimativi nei giudizi.

2 commenti su “Autoreferenzialità secondo Carlini”

  1. Difficile non essere d’accordo, curioso che venga rilevato da un esponente di una cultura (quella comunista) che più autoreferenziale non si può.

    Secondo me, però, bisogna anche considerare che non esistendo un modo per far rispettare delle regole condivise e per sapere se stai parlando con persone reali, in altre parole dato che non c’è un modo semplice per far entrare la “vita reale” su internet (a parte per i personaggi noti) risulta complesso instaurare un discorso sensato perché si sa già che non approderà a qualcosa di reale.
    In quest’ottica, sempre secondo la mia modesta opinione, le tecnologie che permettono di costruire una “identità digitale” come OpenID o Live ID, possono dare qualche possibilità in più per un cambiamento.

    Ovviamente tutto dipenderà comunque sempre dalle persone e dal loro atteggiamento.

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