Flash mob con venti di guerra

Paolo Colonnello su Lastampa racconta l’organizzazione del flash mob destrorso che ha messo a ferro e fuoco Cagliari aggiungendo casino al già notevole casino dei rifiuti campani

Siddu faeusu biri nosusu sidi prasciri s’aliga…». Glielo facciamo vedere noi se gli piace l’immondizia… L’Sms è girato l’altra sera su migliaia di telefonini cagliaritani per un appuntamento di guerra alle 23 davanti alla casa di Renato Soru, il presidente della Sardegna. Un passaparola talmente esteso e frenetico che alla fine ha coinvolto perfino Cristina, la compagna di Soru, convocata anche lei in questo teatro dell’assurdo per tentare di gettare un po’ di spazzatura nel giardinetto di casa sua.


«Una cosa surreale…». Lei adesso lo racconta ridendo, però l’altra sera nella villetta bunker in travertino bianco che si affaccia sulla piazza della Basilica e sul mare, dietro il portone blindato di questa specie di Palazzo di Giustizia in miniatura, erano tutti pallidi: amici, figli, addetto stampa. Fuori se le davano di santa ragione, partivano fumogeni, candelotti, pietre, si bruciavano cassonetti e si manovrava con tattiche collaudate di guerriglia urbana, tra sventolii di bandiere della Fiamma Tricolore, di Azione Giovani, della Lista Mussolini e perfino dell’Udc. Dentro si respirava l’odore acre della battaglia temendo che qualcuno riuscisse a entrare.