La situazione di Eutelia pare diventare drammatica:
Eutelia ha reso noto di aver deliberato la dismissione delle attivita’ IT del gruppo dando mandato al proprio amministratore delegato, Samuele Landi, di procedere agli adempimenti necessari. Sara’ suo compito individuare acquirenti ”che garantiscano gli elevati standard di servizio”, informa una nota. Con la dismissione delle attivita’ IT, prosegue la nota della societa’ ”il gruppo si concentrera’ sul comparto delle Telecomunicazioni.
A questo proposito il Consiglio di Amministrazione ha incaricato l’amministratore delegato di predisporre un nuovo piano industriale che, alla luce dello stato attuale dell’azienda e delle prospettive del mercato dei prossimi anni, individui le azioni che l’azienda intende intraprendere nel prossimo triennio al fine di aumentare progressivamente valore ad Eutelia”.
Negativa la reazione dei sindacati:le organizzazioni nazionali e il coordinamento delle Rsu del settore metalmeccanico e telecomunicazioni di Eutelia (circa 2.300 dipendenti in totale), denunciano il gravissimo comportamento della societa’. ”Infatti, invece di informare le rappresentanze sindacali sulla gestione della crisi e sulle eventuali misure da adottare per la sua risoluzione, cosi’ come previsto dall’accordo sindacale sottoscritto, si e’ presentata all’incontro annunciando la dismissione di tutto il settore IT, intendendo tutte le attivita’ anche quelle TLC, ma individuate dall’azienda come IT”
Oltre le parole del comunicato , il concetto di fondo è che il management di Eutelia sta cercando di vendere buona parte dell’azienda tipo spezzatino per cercare di fare cassa e portarsi fuori dal guano lasciando in altri mani dipendenti e clienti.
Alessandro Longo ricorda che siamo all’ennesima “tentata vendita” delle tlc italiane
Si sapeva che aveva problemi, ma la mossa è comunque in parte una sorpresa: dismissione dell’intero comparto IT, comprese le tlc. Ecco, Eutelia e Tiscali erano i soli grandi operatori tutti italiani. Tiscali da mesi cerca un compratore. Ho detto tutto…
Non è chiarissimo cosa vogliano vendere e cosa vogliano tenere in Eutelia che ricordiamo è quotata alla Borsa italiana.
Alcuni di questi segnali sono purtroppo di carattere strutturale. Ha ragione Umberto Bossi quando afferma che, se Malpensa non sarà uno hub, ossia uno scalo centrale, al quale faccia capo un gran numero di voli, Alitalia correrà un forte rischio di fallimento; ma è purtroppo anche vero che né la nuova Alitalia né l’Italia hanno le dimensioni necessarie per permettersi due hub. In base a considerazioni puramente economiche, un paese come l’Italia dovrebbe avere un solo grande hub delle dimensioni di Parigi ma, data la geografia, le localizzazioni produttive e quelle turistiche, questo semplicemente non si può fare. Per conseguenza, un sistema aeroportuale che riservi un ruolo importante, a livello europeo e mondiale, sia a Fiumicino sia a Malpensa, non può che operare in perdita: rappresenta quindi un costo aggiuntivo per il «sistema Italia» e per il contribuente italiano che possiamo chiamare il «prezzo della geografia». E non appare corretto da parte leghista invocare da un lato il regionalismo e l’autonomia, ossia il lato vantaggioso della geografia, e dall’altro reclamare che di fatto sia il governo centrale ad accollarsi il più che prevedibile deficit di Fiumicino-Malpensa.