Si inizia a smontare l’assioma diritti d’autore – Siae

Via Corriere.it

«La Siae è commissariata?». È la domanda che si pone il gotha della musica italiana: da Celentano a Tiziano Ferro, da Laura Pausini a Carmen Consoli, da Ramazzotti a Guccini. Autori (130) ed editori (30) musicali per lanciare il loro grido d’ allarme hanno scelto di comprare una pagina sul Corriere della Sera di oggi. Un’ iniziativa a effetto per accendere i riflettori sulla Società Italiana degli Autori ed Editori che tutela il diritto d’ autore e ha lo scopo di assicurare che per ogni sfruttamento di un’ opera sia corrisposto all’ autore e all’ editore un compenso. Mission che la Siae sta perdendo, secondo chi sottoscrive la lettera. Per dare un’ idea gli associati sono circa 85mila. Ma? «La musica leggera conta sugli incassi Siae per l’ 80%, mentre come rappresentanza autori ed editori contano al 20%», spiega Gino Paoli. La soluzione? «Per un peso proporzionale a quanto produciamo bisogna intervenire su statuto e regolamento». Ma non solo.

Sotto accusa è anche la nomina del nuovo dg di estrazione ministeriale Gaetano Blandini: «Sono 50 anni che faccio parte della Siae e solo ora ne capisco qualcosa. Chi viene da fuori deve avere una competenza già acquisita. Siamo in una impasse totale». Se anche dopo questa uscita tutto rimanesse come prima, Paoli, come altri, non esclude un’ azione clamorosa: «Se la situazione diventa drammatica, si può pensare di uscire dall Siae». Mica facile, per altro, perché autori ed editori sono obbligati per legge a iscriversi. Ma non finiscono qui le zone buie del rompicapo Siae, ente pubblico economico che gestisce diritti privati, una contraddizione in termini. Altro paradosso: nel triennio 2006-2008 gli incassi sono stati stagnanti o in regresso anche in settori strategici come il Multimediale.