Il diario di un giornalista precario

scripta
Via Il Levante

“Giornalista precario”, è così che vuole essere chiamato Giuseppe Manzo per sfatare il mito che vede il giornalismo professionistico come un miraggio irraggiungibile, come uno status che, una volta ottenuto, permetta di accedere al benessere economico e ai vantaggi di una “casta protettrice”.

La sua prima opera:  Scripta (pubblicata dalla casa editrice CentoAutori), è più un diario che un libro (per sua stessa ammissione e come si legge nel sottotitolo “Diario clandestino di un giornalista precario”). Il testo è composto da dodici capitoli, ognuno dei quali rappresenta un’esperienza dell’autore: un’autobomba misteriosa nel centro di Napoli, un quartiere che assale una baraccopoli, le proteste per l’inaugurazione di una discarica; un breve compendio di quello che è avvenuto nella nostra città nel 2008. Tutto per giungere ad un solo obiettivo: far comprendere la difficoltà della maggioranza dei precari di “arrivare alla fine del mese”.