Il nostro tempo è adesso: i precari dell’informazione il 9 aprile D-Day a Roma”

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“Siamo giornalisti senza contratto, sfruttati, sottopagati, ricattati e non tutelati. Spesso non siamo pagati affatto o retribuiti quattro centesimi a riga nelle regioni del Sud dove scriviamo di mafie a rischio della vita.

Siamo l’ingranaggio principale della macchina dell’informazione quotidiana. Da anni in questo paese l’informazione libera è a rischio, sia per la volontà politica di pochi, ma soprattutto grazie a un sistema di regole distorto e scorretto usato da molti editori. In Italia la libertà di informazione è sempre più sottile a discapito per lo più dei “giovani” cronisti che non hanno alcuna tutela, vivono una sudditanza psicologica pericolosa per la crescita democratica. Siamo ignorati dal sindacato di categoria che ci chiama “free lance”, anche se in realtà siamo collaboratori costretti a vendere i propri articoli a prezzi stracciati.

Ma noi abbiamo scelto di non piegarci e come RETE Coordinamento Nazionale Giornalisti Precari aderiamo all’iniziativa “Il nostro tempo è adesso” del 9 aprile prossimo. Partiamo da qui per dire che la firma sotto un articolo non è nulla senza un riconoscimento professionale e una paga dignitosa. Per questo come rete di giornalisti precari chiediamo subito un adeguamento dei nostri salari a quelli europei, l’indennità di disoccupazione per tutti i contratti atipici; una paga fissa non più bassa di 50 euro per ogni articolo scritto e un sindacato che ci riconosca e ci tuteli anche se non abbiamo un contratto (congedi parentali e maternità). Un lavoro giustamente retribuito è garanzia di professionalità e libertà non solo per i giornalisti, ma anche e soprattutto per i fruitori dell’informazione.

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