“Quello che avevo immaginato in origine come una nuova figura all’interno della rete necessaria per aggregare, filtrare e selezionare le informazioni, le notizie e gli strumenti più rilevanti su uno specifico argomento ha iniziato ad emergere spontaneamente’’. E’ la figura del Newsmaster, un tecnico/professionista in rado di scandagliare la rete e cercare informazioni precise e pertinenti, che vadano al di là della generica “freddezza” degli aggregatori automatici. Robin Good – editore online ed esperto di comunicazione nei new media – ne aveva parlato ripetutamente negli anni scorsi (vedi Lsdi, Il Newsmaster, un nuovo mestiere) e ora torna sull’ argomento con un ampio aggiornamento su Masternewmedia, in cui raccoglie anche il parere di tre esperti della Rete, ‘’ Il Futuro dell’ Informazione: Il ruolo del Newsmaster secondo Gerd Leonhard, George Siemens e Nancy White’’.
‘’Grazie alle nuove opportunità create in un primo tempo dai social media e più di recente da tecnologie come Twitter, che rende molto semplice per le persone aggregare, esaminare e ridiffondere notizie e informazioni utili, le capacità di base del newsmaster hanno cominciato a diventare più visibili e riconosciute’’, spiega.
Internet
Goodmorning Twitter !
GoodMorning! is a Twitter visualization tool which shows about 11,000 tweets collected over a 24 hour period between August 20th and 21st. The tweets were harvested to find people saying ‘good morning’ in English as well as several other languages. GoodMorning! Full Render #2 from blprnt on Vimeo.
Il merlo maschio
Didascalia: Obama accoglie il premier italiano alla cena di Pittsburgh e Silvio commenta ammirato la bellezza della first lady Usa
Delete: la virtù della dimenticanza
E’ uscito Delete, The Virtue of Forgetting in the Digital Age
La proposta di una ADSL tax per pagare i giornali digitali
L’ing. De Benedetti propone una idea “creativa” e difficilmente praticabile concretamente. Una quota del prezzo che gli utenti pagano alle compagnie tlc per l’Adsl dovrebbe andare ai siti dei quotidiani on-line dato che questi generano una grossa porzione del traffico internet.
Se si applicasse una adsl tax quel quota andrebbe attribuita a blog e social network, e come andrebbe ripartita ?
Dietro ogni notizia che leggiamo sul giornale, scorriamo sul pc, riceviamo via sms, ascoltiamo alla radio,vediamo in tv c’è il lavoro di molte persone che l’hanno raccolta, controllata, valutata, scritta, registrata, filmata, trattata nel formato necessario, impaginata. Sono giornalisti, operatori, tecnici ad alta professionalità retribuiti con i ricavi della pubblicità e di quanto i clienti sono disposti a spendere comprando il giornale in edicola o pagando un abbonamento. Oggi un’informazione tempestiva, accurata e articolata è sempre più costosa perché le redazioni che un tempo producevano per una sola piattaforma – carta, radio o tv che fosse- sono chiamate a fornire news, video, audio, mappe interattive, fotogallerie, con linguaggi e tecnologie in costante e caro aggiornamento.
Con la pubblicità in drammatica diminuzione e le notizie che si possono trovare senza sborsare un centesimo, non funziona più un modello di business messo a punto nella seconda metà dell’Ottocento e, in alcuni periodi, in grado di dare buoni utili. Esplosione dei costi, calo dei ricavi. Fino a quando gli editori potranno garantire, in queste condizioni, un’informazione verificata e di qualità? E i lettori/ascoltatori/ clienti che disporranno di notizie meno controllate, saranno ancora cittadini consapevoli?
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11 consigli per i manager editoriali
Il sempre eccellente Giornalaio riprende e traduce,
Dan Gillmor ha redatto una lista di 11 punti che ho tradotto per facilitarne la lettura.
Si consiglia a baristi e muratori dell’ editoria di stamparsene diverse copie – in formato A3 o superiore – con le quali tappezzare l’ufficio così da averne sempre visione e ricordo.
Sono 11 preziosi consigli per orientarsi ed affrontare la situazione:
La Cattiva Maestra fa le valigie
Emanuele sta spostando il blog Sospendo per alcuni giorni la pubblicazione di nuovi post. La breve pausa è dovuta al completamento del passaggio dalla piattaforma della Stampa (TypePad) alla nuova casa di CattivaMaestra che sarà WordPress. Salvo imprevisti, la migrazione sarà del tutto indolore… per voi. Tuttavia, nel corso dei prossimi giorni potreste assistere ad … Leggi tutto
La geolocalizzazione secondo Twitter
Via Smarterware Twitter’s new geolocation support was supposed to launch for developers at today’s Twitter Conference in LA (which I’m attending), but it wasn’t quite ready yet. Still, Twitter’s platform lead Ryan Sarver announced several details about how it will work, at least initially, in a developer session. In quickly-jotted bullet points: Twitter will soon … Leggi tutto
I loghi di Google che non vedremo mai
Via Davide Licordari Ho trovato su un sito una simpatica raccolta di immaginari loghi di Google davvero interessante:
Dagoballe
Wall Street Italia sostiene che Mondadori (alias Berlusconi) ha comprato Dagospia E Dagospia smentisce al volo Ciao è vero che siete state venduti a Mondadori? La voce (messa in giro da chissà chi) è priva di qualunque fondamento. Purtroppo nessuno ci vuole comprare.
Serious fact checking all’opera: l’Obama pensiero sui blog
Luca Sofri risponde ordinatamente e passo a passo all’attacco frontale de Lastampa contro blogger, blogxxx ecc… . Disclaimer: come noto il bloggante titolare non lavora più da due mesi in redazione.
A dimostrazione di quanto scrivevo ieri, oggi sulla Stampa si fanno dire a Obama cose che non ha mai detto contro i blog e i blogger, ma che stanno evidentemente nelle teste di molti giornalisti in stato d’assedio psicologico e in distratta rimozione di quali siano le più grandi fonti di notizie che non lo erano: le stesse per cui scrivono. Nella brevissima intervista ai due giornali di Toledo e Pittsburgh – che avevo linkato ieri – Obama dice solo queste cose.
“Journalistic integrity, you know, fact-based reporting, serious investigative reporting, how to retain those ethics in all these different new media and how to make sure that it’s paid for, is really a challenge”
“I am concerned that if the direction of the news is all blogosphere, all opinions, with no serious fact-checking, no serious attempts to put stories in context, that what you will end up getting is people shouting at each other across the void but not a lot of mutual understanding”
“What I hope is that people start understanding if you’re getting your newspaper over the Internet, that’s not free and there’s got to be a way to find a business model that supports that.”Attenzione: che Obama abbia una diffidenza rispetto all’affidabilità delle discussioni che circolano in rete l’aveva già detto lui stesso in un’intervista al New York Times a marzo, ma niente più di questo. E come vedete, in questi passaggi di Obama ci sono solo due opinioni sulla rete: che si perda il “serious fact checking” (perso da tempo nelle redazioni dei giornali italiani) e che si debba trovare un modello di business per l’informazione online. Non discuto queste opinioni, anche se ce ne sarebbe: sono comprensibili e fondate, benché generiche, molto sintetiche e dimentiche del fatto che gli stessi difetti si trovino nei media tradizionali, che anzi li hanno insegnati e legittimati.
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