Media old e new presi all’amo

Una foto che i media old e new avevano attributo a JFK e che avrebbe cambiato la storia era un semplice lavoretto di Photoshop.  E il new media ha ammesso il falso Via Mantellini La foto che gira in queste ore di JFK in barca con 4 donne nude, diffusa in rete da TMZ è … Leggi tutto

Il mondo annotato: l’informazione che ci gira intorno

Jeff Jarvis riporta, se ci fosse bisogno, l’interesse sull’informazione locale

Every address, every building, every business has a story to tell. Visualize your world that way: Look at a restaurant and think about all the data that already swirls around it — its menu, its reviews and ratings and tags (descriptive words), its recipes, its ingredients, its suppliers (and how far away they are, if you care about that sort of thing), its reservation openings, who has been there (according to social applications), who do we know who has been there, its health-department reports, its credit-card data (in aggregate, of course), pictures of its interior, pictures of its food, its wine list, the history of the location, its decibel rating, its news…

And then think how we can annotate that with our own reviews, ratings, photos, videos, social-app check-ins and relationships, news, discussion, calendar entries, orders…. The same can be said of objects, brands — and people.

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100.000 parole al giorno

Via LSDI

L’americano medio consuma 34 gigabyte di informazioni al giorno: il 350% in più rispetto a trent’anni fa. Il curioso conteggio è stato fatto da alcuni ricercatori di un ateneo californiano, secondo cui i cittadini degli Stati Uniti sono a contatto quotidiano circa 100 mila parole tra giornali, programmi televisivi e Internet.

Un interessante riferimento per fare un paragone: il romanzo “Guerra e Pace” di Tolstoi contiene circa 460 mila parole. La maggior parte delle informazioni, comunque, non viene acquisita leggendo libri, ma soprattutto attraverso la televisione, il cui consumo medio giornaliero è di 5 ore al giorno. Al secondo posto c’è la radio, alla quale gli americani dedicano mediamente 2,2 ore al giorno. In terza posizione si piazza il computer, usato poco meno di due ore ogni giorno. Si gioca ai videogames per circa un’ora e, all’ultimo posto, con 36 minuti, troviamo la lettura.

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E venne il giorno in cui Amazon vendette più ebook che libri cartacei

Amazon ha venduto a Natale più ebook che libri di carta (via Silicon Alley insider) Amazon’s Kindle hit an important and startling milestone yesterday: On Christmas, the company sold more Kindle books than physical books. Yes, this is obviously the result of everyone who got a Kindle for Christmas (lots of folks) firing it up … Leggi tutto

Un problema di sedici noni

Via Repubblica

«Vuoi vedere il digitale terrestre? Basta un decoder e il gioco è fatto», si diceva a ottobre, ai tempi dello switch off, cioè del passaggio definitivo dalla vecchia tivù analogica a quella nuova. Eppure non è andata proprio così. Oggi con un decoder attaccato a un vecchio televisore in formato quattro terzi, cioè di quelli che hanno lo schermo che tende al quadrato, le immagini si vedono ma intere.Non è un problema di sintonizzazione: proprio non si vedono alcune parti. Oppure si vedono un po´ più schiacciate e piccole. Oppure allungate come al luna park nella casa degli specchi.

Il problema si chiama “sedici noni”. È un formato che prevede che l´immagine televisiva sia più larga e meno alta rispetto al classico rapporto quattro terzi. I televisori più recenti sono tutti costruiti con queste proporzioni, che però le emittenti utilizzavano raramente per non penalizzare i tanti che avevano ancora una tivù vecchio stile. Ma da qualche tempo il vento è cambiato e negli ultimi tre giorni è diventato un tornado. Sia Rai che Mediaset hanno iniziato a trasmettere in sedici noni, non tutto ma quasi. I film, le fiction, lo sport, i telegiornali e qualche programma d´intrattenimento. Persino gli spot. Risultato? Chi ha un televisore in quattro terzi e si è attrezzato con un decoder per non dover cambiare il vecchio apparecchio si ritrova con l´immagine rimpicciolita, deformata o addirittura tagliata. A finire fuori schermo sono scritte, pezzi di loghi, parti di film (che già nel passaggio da cinema a sedici noni perdono due fasce laterali).

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I numeri della crisi verticale delle news old media

Via nuova Informazione

541 uscite per pensionamenti e prepensionamenti, di rado volontari e di rado incentivati. 103 colleghi coinvolti dalla cassa integrazione, fortunatamente spesso con rotazione, e 104 in contratto di solidarietà, ma tutti senza prospettive di pensione e a rischio di perdita del posto di lavoro. Giro un riassunto, preparato da Enrico Ferri, delle vertenze seguite dalla FNSI che si sono aperte quest’anno. Altre se ne erano aperte a fine 2008, come alla 7 e alla poligrafici, e fanno salire i numeri. A questo vanno aggiunti i numeri delle vertenze seguite dalle associazioni regionali senza l’intervento federale e quelli dei posti di lavoro persi alla spicciolata, dall’oggi al domani, in una infinità di aziende che hanno chiuso lasciando a casa uno o due giornalisti senza seguire alcuna procedura sindacale.
Guido

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Editori, ebook e onde lunghe

Giuseppe Granieri via Apogeonline

Cosa succederà dunque? Difficile da dire con previsione certa. Le certezze sono poco confortanti. I primi a soffrire probabilmente saranno i librai e i distributori. Gli editori dovranno reagire con molta prontezza, perchè i cambiamenti nelle organizzazioni sono cosa lunga e conviene farli per tempo. I libri, quelli di carta (ma la distinzione sfumerà e anche il ricordo), resisteranno, se è vero che ci sono ancora appassionati musicofili che comprano il vinile. Ma, come dice Stefano Bonilli, che nel settore ci sta da una vita, difficilmente saranno ancora il business principale. Il vero fattore di cambiamento, infatti, non è il confronto tra libro digitale e libro rilegato, che è persino un finto problema. Il dato con cui bisogna scendere a patti è il cambiamento del sistema, in cui se cambiano le relazioni tra alcuni elementi cambiano le relazioni tra tutti.

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Volevo fare solo il giornalista

Un libro di Cristiano Tassinari

Il sogno nel cassetto di Cristiano è sempre stato quello di ‹‹fare il giornalista››: sfondare a livello nazionale, girare il mondo con la macchina da scrivere e con il microfono in mano, partecipare a Mondiali di Calcio, Olimpiadi e G8, scrivere articoli bellissimi e realizzare interviste a personaggi importanti, magari vincere il Premio Pulitzer, lasciare una traccia nel mondo dell’informazione.

E invece…, fin dai suoi esordi, comincia una lunga, estenuante, interminabile via crucis, fatta di precariato, di co.co.co., di contratti a tempo determinato, di colleghi serpenti, di direttori incapaci e di editori improvvisati. Dagli inizi in una tv sgangherata, fino all’approdo nella grande città, Torino, passando per le esperienze più disparate e più disperate, per i luoghi più improbabili d’Italia, per mille promesse non mantenute e per mille speranze andate deluse, tra occasioni perse e grotteschi colloqui di lavoro, sempre all’inseguimento del Grande Sogno: sfondare, diventare un giornalista vero.

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La TV del giorno dopo di Mediaset

Via ZeusNews Non è un caso se Mediaset si è scagliata con tanta forza contro YouTube, reo di ospitare alcune clip dal Grande Fratello e per questo condannato dal Tribunale di Roma: l’azienda sta infatti per lanciare il proprio servizio di video online on demand. Dall’11 gennaio 2010 un nuovo portale, Video Mediaset inizierà l’attività … Leggi tutto