Obituary: Elvira Giorgianni Sellerio

Via Corriere.it

Elvira Giorgianni Sellerio, fondatrice con il marito Enzo dell’omonima casa editrice, è morta martedì a Palermo. La Sellerio, che in passato era stata anche componente del Cda della Rai, scoprì e incoraggio a pubblicare per la sua casa editrice numerosi autori di successo, da Leonardo Sciascia a Gesualdo Bufalino fino ad Andrea Camilleri. La notizia della scomparsa è stata confermata dalla stessa casa editrice.
Soprannominata «Donna Elvira», Sellerio era nata a Palermo il 18 maggio 1936 ed aveva 74 anni. Figlia di un prefetto, era laureata in giurisprudenza, cavaliere del lavoro, nel 1991 è stata insignita di una laurea honoris causa in Lettere dalla facoltà di magistero di Palermo. Ha cominciato a lavorare nell’editoria nel 1970, fondando la casa editrice Sellerio (dal nome del marito, il fotografo Enzo, dal quale si era separata) che ha avuto tra i suoi autori Leonardo Sciascia e Gesualdo Bufalino.

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Voglia di Mamma

Via Antonella Beccaria Mamma è una rivista che si trova si su web, ma anche su carta. È una rivista che ha tra le sue menti Carlo Gubitosa, giornalista, scrittore e mediattivista di cui si parla da queste parti. Ed è una rivista che, usando il linguaggio del giornalismo a fumetti e della satira politica … Leggi tutto

Giornalisti digitali: vendersi per 50 centesimi ?

Marco Renzi Via Lsdi

Quando costa fare il giornalista per il web? Come quando costa? C’è un errore, forse la domanda giusta è: quanto si guadagna a scrivere per il web?

Nessun errore! Al giorno d’oggi per riuscire a costruirsi una professione nel più tecnologico, futuribile, democratico, accessibile, semplice, accreditato, e forse anche “letto” fra i mass-media specificamente deputati alla divulgazione dell’ informazione,  non basta avere una seria base professionale alle spalle, non serve neanche essere creativi quanto basta, e, soprattutto nel nostro paese, non è assolutamente necessario, anzi forse può diventare un ostacolo avere un’idea rivoluzionaria.

Basta essere disponibili ad essere sfruttati! Meglio se non si chiede alcun compenso, tanto se sei bravo saranno gli utenti ad attribuirti il successo dovuto e con quello arriveranno i banner pubblicitari e con quelli i click sul tuo sito/blog/homepage di facebook o similari, e con i click allora sì che le tue tasche si riempiranno di bei dollaroni! O forse no?

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I furbetti dei prezzi degli ebook

Via Loredana Lipperini

L’entusiasmo generale verso gli eBook non contagia necessariamente gli scrittori. E non solo quelli miliardari come J.K.Rowling, che non ha mai nascosto la propria diffidenza nei confronti del libro elettronico e che solo recentemente starebbe (ma, si dice, a carissimo prezzo) convertendosi al digitale. Anche in Italia c’è chi si dichiara prudente, almeno finché non si chiariscono le posizioni degli editori per quanto riguarda i compensi di chi scrive. Pochi giorni fa, l’invito alla prudenza è venuto da Roberto Santachiara, uno dei maggiori agenti letterari italiani: aspettiamo a cedere i diritti digitali dei testi, ha scritto ai propri autori (fra gli italiani, Wu Ming, Carlo Lucarelli, Roberto Saviano, Simona Vinci, Valeria Parrella, Letizia Muratori, Giordano Bruno Guerri, fra gli stranieri, Stephen King, Thomas Pynchon, James Ellroy, Jefferey Deaver, Ian McEwan, James Hillman). E gli autori si sono detti d’accordo. Perchè, in tanto tripudio per il sopravanzare dell’eBook, c’è qualcosa che ancora non è stato detto, e che penalizzerebbe proprio chi scrive. Cosa?
“E’ molto semplice – dice Santachiara – Ho ragionato sulla migliore offerta ricevuta per quanto riguarda i diritti d’autore sugli eBook. Un’offerta, peraltro, standard: perché quasi tutti gli editori, soprattutto i tre grandi gruppi italiani, si orientano sulla stessa ipotesi. Ovvero: nessun nuovo anticipo per l’autore, e una royalty attorno al 25%. Ma sul netto defiscalizzato, e non sul prezzo di download”.

Cosa significa esattamente?

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Reti e parabole

Uno studioso di mass media e un giornalista sportivo indagano su una delle relazioni più controverse di questi decenni: quella tra sport e tivù. Un’impresa che chiama in causa storia, cronaca, psicologia sociale, ricordi personali e collettivi per non parlare della tecnologia e della politica. Perché una cosa è certa: analizzare il rapporto tra sport … Leggi tutto

Il punto sul FattoQuotidiano.it

Peter Gomez fa il punto sull’evoluzione del sito

Esattamente un mese fa, il 22 giugno, nasceva ilfattoquotidiano.it. E, come ricorderete, la partenza fu in salita. Server che cadevano, il sito che girava lentissimo, problemi su problemi. Trenta giorni dopo, alcuni di quei guai (ma non tutti) li abbiamo risolti.

Certo, la strada da fare è ancora lunga, ma già oggi abbiamo qualche motivo per essere fiduciosi. In quattro settimane, se si guarda alle versioni web dei quotidiani cartacei, siamo diventati il quinto sito italiano di news. E mentre gli altri, anche a causa del periodo estivo, calano o restano stabili, noi continuiamo a crescere. Anche ieri 160mila visitatori unici, stando alle statistiche di Google Analytics, sono venuti a trovarci e ogni giorno i navigatori leggono un milione delle nostre pagine.

I numeri, insomma, ci confortano. Ma sappiamo che possiamo – e che dobbiamo – fare di più. Dobbiamo avere più storie, più filmati, più inchieste, più opinioni. Perché ilfattoquotidiano.it nasce per dimostrare che pure nel nostro Paese c’è spazio per un tipo d’informazione diversa. Un’informazione che guardi solo alle notizie e non ai padrini-padroni politici o economici. Un’informazione che cerchi non solo di raccontare che cosa accade, ma anche di spiegare perché le cose accadono.

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L’assalto al reporter del talebano politico e del direttore talebano

Mimmo Candito su Lastampa.it

Un episodio molto increscioso, ma patticolarmente interessante per questo blog, è accaduto ieri pomeriggio alla conferenza stampa del coordinatore del Pdl, Denis Verdini, plurindagato dalla magistratura.
Alla domanda di una giornalista (Fusani, de “l’Unità”) particolarmente pungente e stringente sugli affari finanziari di Verdini, è saltato su con violenza verbale un deputato del Pdl, Stracquadiano, attaccando la giornalista e accusandola di dire “cazzate”. Quando la Fusani ha reagito difendendo il proprio diritto di far domande e rinviando al mittente l’accusa delle “cazzate”, dal fondo della sala è balzato in piedi urlando e sbraitando il direttore de “il Foglio”, Giuliano Ferrara, accusando la giornalista di far propaganda e di non aver titolo morale per fare “domande simili” a Verdini.
Se Stracquadiano, considerato in Parlamento un “talebano berlusconiano”, cioè un fedelissimo di qualsiasi respiro del Cavaliere, è delegittimato dal suo stesso intervento – fatto non si sa bene a quale titolo in una conferenza stampa- l’aspetto più grave riguarda l’iracondo assalto di Ferrara, che è anch’egli certamente un talebano belusconiano ma è dotato di solida intelligenza politica (e questo vuol dire che, se ha mostrato platealmente di lasciarsi prendere dai nervi, lui che è molto acuto, i suoi buoni motivi certamente li aveva).

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L’attacco alle TV online

Alessandro Longo via Apogeonline

Scade il 30 luglio la consultazione pubblica Agcom su nuove regole destinate a cambiare il mondo delle web tv italiane. In peggio, dicono gli interessati: l’ultima protesta formale viene dalla Femi, federazione italiana delle micro web tv presieduta da Gianpaolo Colletti, già fondatore dell’osservatorio AltraTv. Significa che fino al 30 luglio Agcom raccoglierà i pareri di vari soggetti: «Ne stanno già arrivando, a fine settembre avremo le prime audizioni con loro», spiega Stefano Mannoni, consigliere Agcom. Dopo, l’Autorità potrebbe modificare almeno gli aspetti più criticati del nuovo regolamento, ma ci sono poche speranze che questo cambi radicalmente.
Il nodo della polemica

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Anche Youtube paga la Siae

Via Reuters La società italiana degli autori ed editori (Siae) e YouTube hanno sottoscritto un contratto di licenza per la musica in streaming nei video in Italia trasmessi dal sito di proprietà di Google, che non comporterà comunque alcun pagamento da parte degli utenti. Lo riferiscono oggi un comunicato e rappresentanti delle due parti. La … Leggi tutto

La legge che zittirà i blogger

E’ interessante notare come ha fatto Massimo Mantellini che i giornali e i loro direttori non si siano troppo degnati di enfatizzare  questo nuovo bavaglio realizzato dal Governo ai blogger. A pensar male si può concludere che senza volerlo il Governo in questo modo ha trovato un modo per limitare la concorrenza al predominiio informativo dei giornali tradizionali.

Juan Carlos De Martin via Lastampa.it

Eppure, singolarmente, diversi politici italiani, anziché concentrare le loro energie su come estendere l’esercizio di questa libertà a tutti i cittadini (il «digital divide» italiano, infatti, riguarda ancora oltre metà della popolazione), o su come più efficacemente educare la popolazione ad un uso maturo e consapevole della Rete (non si impara, infatti, in un giorno a guidare una Ferrari se si è sempre solo andati in bicicletta), da circa due anni sembrano cercare il modo di rendere l’espressione del proprio pensiero online più difficile e gravosa. Dopo diversi tentativi, forse ci stanno finalmente per riuscire. Il comma 29 dell’articolo 1 del decreto sulle intercettazioni in discussione in questi giorni alla Camera, infatti, estende – nella sua forma attuale – a tutti i gestori di siti informatici l’obbligo di rettifica previsto dalla legge sulla stampa: qualora non si dia seguito entro 48 ore ad una richiesta di rettifica, si è soggetti a una sanzione fino a 12 mila e 500 euro. Indipendentemente dal fatto che dietro al sito ci sia una struttura professionale o un semplice individuo, ovvero, che si tratti del sito, per esempio, de «La Stampa» o del blog della signora Maria Rossi, del sito di una grande azienda o di quello di una scuola elementare.

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