Gli indignati italiani con i forconi

Via Linkiesta

La premessa è d’obbligo. Professori, benpensanti, intellettuali, giornalisti, assennati o chiunque siate: se cercate una motivazione alla base della cosiddetta rivolta dei forconi che sta paralizzando la Sicilia, rassegnatevi: non la troverete. Volendosi strettamente attenere all’evolversi degli eventi, la protesta è oggi guidata dagli autotrasportatori siciliani contro l’ennesimo aumento del gasolio nella regione dove si raffina il 40% della benzina italiana. Hanno così indetto cinque giorni di stop che stanno paralizzando la Sicilia. In orgini peraltro, come l’evocazione dei “forconi” certifica, le prime proteste sono state organizzate da agricoltori e pastori, denuncianti un generico “disinteresse delle istituzioni”. Alcuni rivendicano addirittura una data fondativa, una protesta contro il Ministro dell’ultimo Governo Berlusconi Saverio Romano nella sua isola.

Ma la motivazione e le origini torneranno buona per gli storici. Di fatto, a quella originaria se ne sono aggiunte già tante altre. Ve ne forniamo qualcuna, così, in ordine sparso. Mariano Ferro, leader della rivolta, dichiara sul sito informarexresistere.fr: «Siamo qui perché questa terra potrebbe essere ricca e invece continuiamo tutti a soffrire. Abbiamo chiesto al governo, a tutti i governi, di ascoltarci: nulla. Adesso speriamo che con questa protesta abbiano un pizzico di attenzione nei nostri confronti». E ancora, Onofrio Carruba Toscano, del Movimento dei Forconi, presidente dell’Aiase (Accademia italiana alta scuola equestre), protagonista di una protesta a cavallo, rivela al sito infomessina.it: «È un’esplosione di gioia e di libertà al grido di: Basta! Dalla Sicilia è partita una grande rivoluzione di coscienze e di anime. Non sono iscritto a nessun partito politico. Ho aderito al movimento spontaneamente perché ci ho sempre creduto. Oggi siamo molto stanchi, ma gioiosi. Peccato che la stampa nazionale si stia comportando in maniera indegna».

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Obituary: Elvira Giorgianni Sellerio

Via Corriere.it

Elvira Giorgianni Sellerio, fondatrice con il marito Enzo dell’omonima casa editrice, è morta martedì a Palermo. La Sellerio, che in passato era stata anche componente del Cda della Rai, scoprì e incoraggio a pubblicare per la sua casa editrice numerosi autori di successo, da Leonardo Sciascia a Gesualdo Bufalino fino ad Andrea Camilleri. La notizia della scomparsa è stata confermata dalla stessa casa editrice.
Soprannominata «Donna Elvira», Sellerio era nata a Palermo il 18 maggio 1936 ed aveva 74 anni. Figlia di un prefetto, era laureata in giurisprudenza, cavaliere del lavoro, nel 1991 è stata insignita di una laurea honoris causa in Lettere dalla facoltà di magistero di Palermo. Ha cominciato a lavorare nell’editoria nel 1970, fondando la casa editrice Sellerio (dal nome del marito, il fotografo Enzo, dal quale si era separata) che ha avuto tra i suoi autori Leonardo Sciascia e Gesualdo Bufalino.

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In Sicilia il Museo dell’Informatica Funzionante

Il Museo dell’Informatica Funzionante nasce da un’idea del 1997 e si propone ai visitatori ed ai collaboratori come luogo vivace e partecipativo, catalizzatore di occasioni di formazione, sviluppo e cultura per il tessuto sociale locale di Palazzolo Acreide, complementare ai già esistenti musei delle tradizioni contadine, ai siti storici ed archeologici. Gli obiettivi principali del … Leggi tutto

La Sicilia snodo vitale della rete veloce

Maurizio Molinari su Lastampa.it

Il commercio digitale del XXI secolo viaggia alla velocità della luce attraverso le fibre ottiche contenute in cavi sottomarini che collegano l’Estremo Oriente al Nordamerica passando per la Sicilia, con il risultato di trasformare l’isola nel tassello strategico più ambito dalle compagnie di comunicazione e più osservato dall’intelligence. Per avere idea del «grande gioco che si svolge attorno alla Sicilia» bisogna ascoltare gli addetti ai lavori. Kevin Summers, direttore del magazine «Submarine Telecoms Forum», stampato in Virginia, dice che «l’importanza della Sicilia per i cavi a fibre ottiche è simile a quella che ha per i militari perché si trova in mezzo al Mediterraneo ed è accessibile facilmente da ogni sponda».

Se fino agli Anni Ottanta i cavi sottomarini a fibre ottiche si diramavano soprattutto dal Nordamerica verso l’Europa il boom degli ultimi 20 anni dovuto alla crescita delle economie dell’Estremo Oriente ha portato a rivalutare l’importanza del Mediterraneo come area di transito fra Occidente e Oriente. Basta osservare la mappa dei due principali cavi che collegano la Cina all’Europa e quindi al Nordamerica: il Sea-Me-We 3 e 4. In un caso lo snodo siciliano è Palermo e nell’altro Mazara del Vallo. «Sono due aree che, sommate alla terza di Catania, consentono di portare velocemente i cavi dalla bassa profondità alla superficie con costi ridotti» spiega Jonathan Wright, che ha studiato a fondo la mappa dell’isola per «Interoute» la società internazionale che sta lavorano per creare un nuovo collegamento sottomarino fra la baia di St Paul a Malta e Mazara del Vallo.

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