Viaggio dentro il giornalismo italiano: dinosauri della carta, mastodonti della chiusura

Via Altri occhi

Lo sanno tutti: sono queste le redazioni più importanti del Paese, dove si decide ogni mattina l’agenda setting e il grado di partecipazione e indignazione che dobbiamo mettere nella vita. Quello che forse non tutti sanno è che queste redazioni spesso sono piene di intellettuali snob da quattro soldi e radical chic che non hanno idea di cosa sia la condivisione, la modestia, l’impegno, l’innovazione. Piene di uomini e di donne (con le dovute poche eccezioni) che nel percorso della loro vita si sono dimenticati che la passione è rara e riconoscibile, e che salta all’occhio al primo sguardo. Forse non tutti sanno che uno stagista che lavora per mesi gratis o semi-gratis nelle redazioni importanti delle nostre edicole è un fantasma senza identità, che siede accanto a redattori che non sono interessati a conoscerlo né a sfruttare le sue potenzialità. E’ un fantasma che non occorre guardare in faccia né coinvolgere più dello stretto necessario perché svolga il piccolo degradante compito che gli si assegna rispetto agli obiettivi generali del giornale. Un fantasma che impallidisce ogni giorno di più nel vedere che gli vengono corrette alcune cose giuste con spocchia e superficialità, e che altri commettono errori che non vengono controllati. Forse non tutti sanno che i collaboratori esterni di questi giornali, che accumulano mille lavori da casa per racimolare i soldi per una stanza in affitto, guadagnano mezzo centesimo a battuta e devono consegnare tutto in tempi record.

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Prove tecniche di democrazia diretta partecipativa telematica

Via Vittorio Bertola

E’ stato confermato che la piattaforma di discussione nazionale sarà pronta a fine giugno, e si è detto che essa verterà inizialmente sulla preparazione del programma per le elezioni politiche 2013, oltre che sullo scambio di esperienze tra i partecipanti, per poi espandersi ad altre funzioni – inclusa quella di determinare i candidati per le elezioni amministrative in presenza di più concorrenti… anche se, a parte le grandi città, è più facile che ci sia scarsità che abbondanza di aspiranti.

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Trasmettere il senso dell’Olivetti

Matteo Olivetti scrive a Localport

Sono le prossime generazioni che devono appropriarsi di quella che è stata una esperienza che ha creato la fortuna del nostro territorio perché non deve essere dispersa nel nulla. Noi, le Spille d’oro, la Fondazione Adriano Olivetti, la Fondazione Natale Capellaro, l’Archivio Storico Olivetti e molti altri appassionati (tra questi ci sono molti che hanno vissuto quella esperienza e che credono possa servire per ricostruire la nostra fortuna) ci siamo impegnati per capire e trovare un sistema che possa valorizzare la nostra storia ma che fosse utile (come esperienza) per costruire le attività produttive e culturali del futuro, per le nascenti generazioni.

Per adesso abbiamo inquadrato il problema, trovato uno spazio e stavamo cercando di lavorare per creare i contatti. L’idea è di non creare un “museo statico e polveroso” come quelli che troviamo nelle grandi città e che stanno chiudendo, ma deve essere uno spazio di ricerca, dinamico, collegato alle università e al mondo culturale e a tutte quelle realtà che fanno parte della economia imprenditoriale del momento, rivalorizzando attraverso gli occhi di quella esperienza la futura economia del nostro territorio.

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Neet da incubo

Via Lastampa.it I più colpiti dalla crisi, dice l’Istat, sono i ragazzi. L’Italia ha il più alto numero di giovani che non lavorano e non studiano. Si chiamano Neet (Non in education, employment or training) e nel nostro paese sono oltre 2 milioni. Per questo, ha il primato europeo. Hanno un’età fra i 15 e … Leggi tutto

“Primo down” per il Post

Oggi IlPost ha sofferto per la prima volta problemi “tecnici” Alcuni avevano proposto di brindare: il primo crash di servizio dopo un mese di vita è comunque un evento, e la spiegazione più immediata di solito è l’eccessivo accumulo di visite e accessi. Poi però è circolata la voce che la colpa fosse piuttosto di … Leggi tutto

Scettici visionari ispirati sotto la Mole

Maurizio Ferraris su torinesità e piemontesità (via Repubblica)

Ora tutto è cambiato: “A cinquant’anni mi sono completamente riconciliato con la città e la sua nuova vivacità, e tornato qui a lavorare non sento la mancanza né di Milano né di altre città”.
Anche la ‘torinesità’, dunque, può migliorare?
“Intanto io parlerei più volentieri di ‘piemontesità’, perché ritengo che fin dal passato sia questo il retaggio di chi vive qui. Si è milanesi, oppure si è piemontesi. Poi, l’ossessione tipica di chi è nato in questa regione è quella di liberarsene, l’antesignano di questo atteggiamento è stato Vittorio Alfieri che a differenza di Manzoni, deciso a sciacquare i panni in Arno pur restando lombardo. Noi piemontesi siamo sempre stati e siamo ancora tanto scettici quanto visionari, un altro esempio – benché savoiardo ma molto vicino a noi – è Joseph De Maistre. Non ci facciamo incantare da nulla, perfino le scoperte e i progressi della scienza li accogliamo con giusta lucidità”.

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Mercedes in saldo

Dal buongiorno di Massimo Gramellini Dopo aver strillato al complotto, alla truffa, al pericolo per la democrazia, Mercedes Bresso ha ritirato il ricorso contro la vittoria del suo rivale Roberto Cota nelle recenti elezioni del Piemonte. In cambio la Lega si è limitata a togliere il veto alla conferma della signora nel prestigioso incarico di … Leggi tutto

La cittadella della salute si farà nella zona Molinette

Via Repubblica.it Grugliasco addio, la formula Bresso della città della salute va in pensione. Il nuovo polo sanitario, nella versione targata Cota e Chiamparino, torna nell´area delle Molinette, dove si svilupperà sull´asse di corso Spezia, utilizzando gli spazi liberi, dall´ex campo di calcio del Bacigalupo, davanti al Sant´Anna, fino all´ex fabbrica Borello e Maffiotto, senza … Leggi tutto