Il maneggione ben vestito, il funzionario di colore e un giornalista blogger di passaggio

Un treno qualsiasi italiano. Un politico di basso cabotaggio, maneggione da Italia media inciuciosa, discute di cavoli suoi urlando nel telefonino. E’, pulito, sbarbato, di quell’eleganza senza senso di chi deve vestirsi per darsi un tono ed appartenere a una casta in cui si specchia vergognosamente. Un uomo di colore in vestito blandamente etnico sta … Leggi tutto

In 33 a giudizio per i mondiali di nuoto di Roma

Via IlFattoQuotidiano In 33 a processo per abuso edilizio. È il risultato dell’inchiesta della procura di Roma sulla realizzazione di impianti sportivi, piscine e altre strutture, in occasione dei mondiali di nuoto del 2009. Tra gli imputati citati in giudizio figurano Angelo Balducci, già presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, tuttora detenuto per la vicenda degli … Leggi tutto

Famiglia comunista (pardon cristiana): Il disastro etico è sotto gli occhi di tutti. Stupisce la mancata indignazione della gente

Via Famiglia Cristiana La questione morale agita il dibattito politico dal lontano 1981, da quando cioè – undici anni prima di Mani pulite – l’allora segretario del Pci, Enrico Berlinguer, ne parlò per primo. La Seconda Repubblica nacque giurando di non intascar tangenti, di rispettare il bene pubblico, di debellare malaffare e criminalità. Bastano tre … Leggi tutto

Rimescolamenti organizzativi per i 150 anni dell’Unità d’Italia

Maurizio Tropeano via Lastampa.it

Quando mancano 226 giorni all’avvio ufficiale delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia cambia la macchina organizzativa con il coinvolgimento diretto di alti dirigenti degli enti locali e la Regione che giocherà un ruolo centrale nella comunicazione istituzionale. Nascono anche due cabine di regia politiche con il compito di assicurare l’unità di indirizzo ma, soprattutto, la giunta Cota corregge la filosofia che ispira la mostra sull’«Italia che verrà», Una correzione decisa all’unanimità dal Comitato esecutivo che ha dato anche il via libera alla scelta di un secondo curatore, Riccardo Luna, direttore della rivista Wired, che affiancherà Vittorio Bo nella messa in pratica di «Stazione futuro».

Un progetto fortemente voluto dall’ex presidente della Regione, Mercedes Bresso come laboratorio per «costruire la nuova identità nazionale». L’allora assessore all’Innovazione, Andrea Bairati l’aveva pensato come un percorso che «al di là di inni, ideologie, dialetti e bandiere ci sono temi/problemi comuni che riguardano Nord e Sud, italiani e stranieri. Le celebrazioni dovranno servire a far vedere come staremo insieme nel futuro». Un percorso che avrebbe dovuto far capire come muoversi, vestirsi, curarsi, divertirsi, istruirsi e comunicare nel futuro. Un percorso multiculturale e multinazionale che adesso subirà una profonda revisione.

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Una coppia da sballo

Via Lastampa.it

Nel lungo colloquio dell’avvocato con Claudio Sabelli Fioretti, disseminato di complimenti per il Cavaliere, non è infatti mancata una parte dedicata alla separazione del capo del governo dalla moglie. «Veronica – ha detto Ghedini – è una persona piacevole. Ho fatto di tutto per una riappacificazione». E ancora: «Il presidente fa una vita disperata. C’era una difficoltà di ritmi di vita. Veronica non ha mai voluto andare a Roma, né fare un po’ di rappresentanza con lui. Due vite distanti».

«Leggendo quelle parole mi sono detta – aggiunge la quasi ex signora Berlusconi -: Guarda, che voglia proporsi come nuovo compagno del presidente del Consiglio? D’altra parte loro si capiscono, hanno un legame profondo, fatto dagli stessi scopi, chi meglio di loro potrebbe incarnare una complice e felice coppia da sballo?». Sono mesi che Veronica Lario resta in silenzio. Una scelta che si spiega con il non facile cammino della separazione dal padre dei suoi tre figli, Barbara, Eleonora, Luigi. Un percorso ormai definito nella sostanza, anche se formalmente non ancora concluso. Se ora, raggiunta al telefono all’estero, fa un’eccezione, dipende dal fatto che è «stanca di vedere persone che parlano di un privato che non gli appartiene dicendo grandi sciocchezze» in merito alla sua storia familiare.

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Parte il pestaggio mediatico a Fini

Via IlPost A volerla leggere molto malignamente dovrebbe essere facile trovare dei precedenti storici nel ministro della cultura (popolare) che suggerisce al Corriere della Sera che articoli scrivere, e in un membro del governo che chiede ai giornali di colpire i presunti traditori interni. Ma siccome i paragoni col regime sono stati fin troppo abusati … Leggi tutto

Pompe-i

Via Repubblica (le foto del party citato nell’articolo)

La morte del Pdl, la festa di compleanno del ministro Rotondi a villa Aurelia. Torce nei vialetti del parco, profumo di luglio sul Gianicolo, bisbigli di potere, schiamazzi mondani, torme di camerieri e di contractors, tartufi giganti destinati a inghirlandare le frittatine cotte sull’erba, ma prima esposti con orgoglio su un tappeto di basilico all’obiettivo del fotografo di Cafonal. Giovedì notte: Satyricon della crisi.

Euforia, risate, abbandono dopo una giornata decisiva, forse. Alla tastiera c’è Peppino di Capri. Dal décolleté del ministro Brambilla, ritratta al tavolo con una lucentissima Santanché, scappa fuori un capezzolo. Dalle parti del buffet trimalcionesco, nei pressi della postazione dei fratelli Ambrogio e Luigi Crespi, provetti spin doctor di parecchi ministri, è stato allestito un maxi schermo e al momento degli antipasti scorrono le immagini di Falcone e Borsellino, “assassinati dalla mafia”, come specifica la scritta in sovrimpressione che accompagna l’happy birthday video dedicato alla vita di Rotondi.

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L’assalto al reporter del talebano politico e del direttore talebano

Mimmo Candito su Lastampa.it

Un episodio molto increscioso, ma patticolarmente interessante per questo blog, è accaduto ieri pomeriggio alla conferenza stampa del coordinatore del Pdl, Denis Verdini, plurindagato dalla magistratura.
Alla domanda di una giornalista (Fusani, de “l’Unità”) particolarmente pungente e stringente sugli affari finanziari di Verdini, è saltato su con violenza verbale un deputato del Pdl, Stracquadiano, attaccando la giornalista e accusandola di dire “cazzate”. Quando la Fusani ha reagito difendendo il proprio diritto di far domande e rinviando al mittente l’accusa delle “cazzate”, dal fondo della sala è balzato in piedi urlando e sbraitando il direttore de “il Foglio”, Giuliano Ferrara, accusando la giornalista di far propaganda e di non aver titolo morale per fare “domande simili” a Verdini.
Se Stracquadiano, considerato in Parlamento un “talebano berlusconiano”, cioè un fedelissimo di qualsiasi respiro del Cavaliere, è delegittimato dal suo stesso intervento – fatto non si sa bene a quale titolo in una conferenza stampa- l’aspetto più grave riguarda l’iracondo assalto di Ferrara, che è anch’egli certamente un talebano belusconiano ma è dotato di solida intelligenza politica (e questo vuol dire che, se ha mostrato platealmente di lasciarsi prendere dai nervi, lui che è molto acuto, i suoi buoni motivi certamente li aveva).

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Licenziato il co.co.pro Fini

Via Il Giornale Fuori Fini e i suoi dal Pdl. Un documento durissimo dell’ufficio di presidenza del Pdl e le parole di Silvio Berlusconi che chiudono la porta al “cofondatore” e ai suoi fedelissimi. La rottura si consuma così, in serata. Basta mediazioni e invito a lasciare il partito e la presidenza della Camera. “I … Leggi tutto