Dopo la paura, pochi torinesi a rischio si sono vaccinati

Marco Accossato su Lastampa.it

Si è rivelata un flop, in Piemonte, la vaccinazione contro l’influenza A. Né gli allarmismi diffusi, né le apparizioni di Topo Gigio, né i continui inviti del viceministro alla Salute, Ferruccio Fazio (l’ultimo ieri: «Solo la vaccinazione ci protegge dal virus incattivito da eventuali mutazioni») hanno dato risultati. Dal 29 ottobre a oggi, nella nostra regione, il numero di persone che hanno aderito alla campagna contro il nuovo virus è minimo, in ognuna delle categorie definite «a rischio». Complessivamente non supera il 5 per cento. Così ora, a poco più di un mese di distanza dai timori della Regione («Sono arrivate molte meno dosi del previsto, si procede al contagocce»), il vero pericolo per il Piemonte è l’esatto opposto: che ne restino grandi quantità in eccesso. «Se a giorni arriveranno le 80-90 mila dosi previste – ammette il direttore della Sanità pubblica, Vittorio Demicheli – non sapremo dove stoccarle».