I Carabinieri del lavoro

Un nuovo strumento alla tutela della legalità del lavoro Il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro è stato istituito per esercitare la vigilanza sull’applicazione delle leggi in materia di lavoro e previdenza sociale nelle aziende industriali, commerciali, negli uffici, nell’agricoltura e in genere ovunque è previsto un lavoro salariato e/o stipendiato. L’attività di controllo … Leggi tutto

Da Smart l’ecoscooter elettrico

Via Repubblica

Il look essenziale dell’escooter si ispira chiaramente alla “mamma” a quattro ruote fortwo electric drive mentre le dimensioni compatte per la massima agilità, il comfort e la sicurezza, insieme all’assenza di emissioni inquinanti, sono gli altri punti di forza che dovrebbero decretare il successo di questo scooter cittadino.

Al di là del lato estetico (il suo design minimalista potrebbe anche non piacere) l’escooter di “assi nella manica” ne ha diversi a cominciare dalla sicurezza grazie a una dotazione che comprende airbag (integrato nel rivestimento a pannelli sotto al manubrio), Abs e Blind Spot Assist, sistema mutuato dal mondo dell’auto e che aiuta il guidatore a “vedere” i veicoli che non risultano visibili nel cosiddetto angolo cieco del retrovisore.

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Julian Assange uomo dell’anno Le Monde

Julian Assange, le co-fondateur de WikiLeaks, a été désigné par Le Monde homme de l’année 2010. Sylvie Kauffmann, directrice de la rédaction, explique ce choix : "Pourquoi nous avons choisi Julian Assange"Caricato da lemondefr. – Video notizie in tempo reale

Pirellone Natale

Formigoni ha inventato un mod creativo di fare gli auguri: tenere accese le luci del Pirellone, sede della Regione Lombardia, a forma di BUON NATALE. Con tanti auguri al risparmio energetico e all’ambiente (foto di Vittorio Bertola)

L’Amerika a Torino

Luciano Gallino via Repubblica

Inoltre pare ormai certo che l’operazione Fiat-Chrysler non sia affatto destinata a fare di Chrysler la testa di ponte statunitense della Fiat; è piuttosto questa che si accinge a fungere da testa di ponte europea per la Chrysler. Partendo da Mirafiori. Si può infatti convenire che a fronte di una produzione prevista di oltre 250.000 vetture, tre volte quella degli ultimi anni, non si vede che differenza faccia produrre per la maggior parte Jeep Grand Cherokee, magari con la placca Alfa Romeo, piuttosto che qualche successore delle attuali auto del gruppo. Sono sempre posti di lavoro. Ma qui la Fiat si gioca la sopravvivenza come marchio originale. E’ noto che per non sparire sul mercato europeo Fiat deve assolutamente spostarsi sulla fascia medio-alta; si comincia ora a intravvedere che il prezzo potrebbe essere la sua uscita dal rango dei progettisti originali e costruttori che hanno fatto la storia dell’auto.

Le incognite riguardano anzitutto che cosa succederà nelle altre aziende, a cominciare dalla componentistica, visto che il tetto comune del contratto nazionale sembra prossimo a cadere. Le grandi aziende – poche ormai in Italia – possono anche ritenere che il principio “ad ogni azienda il suo contratto” si attagli alle loro esigenze. Ma le piccole e medie? Il contratto nazionale non serve soltanto a proteggere i lavoratori in modo relativamente uniforme. Serve anche a proteggere le aziende dalla proliferazione incontrollata di sigle sindacali, come pure da rivendicazioni interne, magari extra-sindacali, che in assenza di un contratto quadro possono dare agli imprenditori grossi grattacapi.

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I Landi verso il patteggiamento per la bancarotta di Eutelia

Via La Nazione

Patteggia anche Samuele. Perlomeno è pronto ad esplorare l’ipotesi di un patteggiamento, accodandosi alle trattative, già in corso, fra Eutelia e il resto della famiglia Landi sotto processo per la bancarotta del gruppo telefonico di Calamandrei. Uno scenario dal quale finora era rimasto fuori l’ex amministratore ed ex uomo forte dell’azienda, da mesi in esilio a Dubai, inseguito da un ordine di custodia cautelare della procura di Roma, ancora bancarotta, ma per il versante Agile del complesso di inchieste aperte su Eutelia. Ma adesso Samuele si adegua, dicendosi disponibile, per tramite dei suoi legali, a considerare l’ipotesi di una soluzione morbida: risarcimento, anche ai piccoli azionisti, e patteggiamento che consenta di non superare i cinque anni di pena.

Tutto sommato non la peggiore della soluzioni, considerato che per i medesimi reati, ossia associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, Callisto Tanzi di anni se ne è presi diciotto, sia pure nell’ambito di un crack, quello di Parmalat, enormemente più grande e più clamoroso. Il passo indietro di Samuele, che fino alla vigilia veniva dato per un duro deciso ad affrontare il processo senza compromessi, è la grande sorpresa di questo nuovo atto dell’udienza preliminare di cui già si sapeva che sarebbe finito con un rinvio. Infatti. Il Gip Anna Maria Lo Prete fissa nel suo calendario una nuova data, quella del 28 febbraio. Per allora la trattativa fra i Landi e la gestione commissariale di Eutelia dovrebbe essere conclusa o comunque in dirittura di arrivo. Compresa l’autorizzazione ministeriale di cui i commissari hanno bisogno per firmare eventuali accordi transattivi.

Di cifre ufficialmente non si parla, anche se è difficile pensare a un’intesa che stia sotto i venti milioni di euro ed è possibile che si vada anche molto oltre, ora che in gioco entra anche l’enfant gatè della famiglia Landi, quello che era stato il principale architetto della grande esplosione del gruppo, fra il 2000 e il 2008 e che poi aveva separato le sue sorti dal resto dei parenti, fino ad abbandonare ogni carica nel consiglio d’amministrazione, prima ancora dell’ultima fase della gestione Pizzichi e della dichiarazione di amministrazione straordinaria, ai primi di giugno. E’ l’avvocato Amedeo Di Segni, da qualche mese difensore di Samuele, a sparigliare le carte. Sappiamo che c’è una trattativa in corso, spiega in udienza, ma finora noi non siamo stato interpellati. Adesso anche l’ex Ad, continua, è pronto ad esplorare la strada dei riti alternativi, formula che allude ovviamente al patteggiamento.

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Firmato l’accordo per Mirafiori, ma la Fiom non ci sta

Via Repubblica Torino Dopo venti giorni di stallo, arrival’accordo su Mirafiori. Un regalo di Natale però dimezzato perché la Fiom, il primo sindacato nella fabbrica simbolo della Fiat, non ha firmato. E proprio il sindacato dei metalmeccanici della Cgil sembra pagare il prezzo più grosso dell’accordo: quando nel 2012 nascerà la newco di Mirafiori, in … Leggi tutto

Il Comune di Torino non si è ancora costituito parte civile nel processo contro Amiat

Via Il Fatto Quotidiano

Il Comune di Torino aveva promesso di costituirsi parte civile al processo Amiat ma non ha mantenuto la parola. E una settimana dopo l’udienza preliminare (che si è tenuta il 13 dicembre) non ha ancora chiarito ufficialmente i motivi. Il caso è quello di Raphael Rossi: vale la pena di ricordare la sua storia. Ex vicepresidente dell’Amiat (Azienda municipale per la raccolta rifiuti torinese), Rossi blocca l’acquisto di un macchinario inutile da 5 milioni di euro, evita un danno all’azienda, si vede offerta una tangente per non impedire l’acquisto, va in Procura, denuncia il tentativo di corruzione, collabora alle indagini fingendo di accettare la proposta illecita e favorendo intercettazioni ambientali – diventa quello che in gergo si chiama agente provocatore – per smascherare il meccanismo. Un esempio di pubblico amministratore virtuoso, insomma. Che dall’Amiat, però, è stato cacciato. Ora siamo al processo, che si avvia con un’altra novità inattesa: il reato contestato passa infatti da corruzione a istigazione alla corruzione.

Nonostante una petizione – promossa dal Fatto Quotidiano – che ha superato le 40mila firme, nonostante l’impegno del Consiglio Comunale, che il 29 novembre ha approvato all’unanimità un ordine del giorno in cui si chiedeva al Sindaco Sergio Chiamparino di costituirsi parte civile, la Città di Torino, per ora, non è stata rappresentata nell’aula del Palazzo di Giustizia. “Mi aspettavo”, spiega Rossi (leggi il suo blog sul nostro sito), “che accanto a me avrei trovato l’avvocato del Comune. Non mi ero nemmeno posto il problema. Certo, sono convinto che il Comune si costituirà parte civile come si è impegnato a fare, ma avrebbero potuto provvedere da subito per recuperare le brutte figure fatte”.

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