Un tocco di zenzero con il vestito nuovo

Via Un tocco  di Zenzero Da un paio di mesi stazionava nell’armadio, in attesa di essere indossato :) E da oggi è ufficialmente pronto il nuovo abito collezione autunno/inverno 2011/2012 di Un tocco di zenzero… ça va sans dire che anche questa volta la maga degli effetti speciali è la bravissima Ilaria Falorsi! Alla regia … Leggi tutto

Cablogrammi Wikileaks con ricerca “fai da te”

Passare un po’ di tempo a cercare permette scoperte interessantispendnedo del tempo  … Via Repubblica Oggi l’ha fatto. Wikileaks ha pubblicato online tutti e 251.287 i cablogrammi diplomatici americani in suo possesso. I cablogrammi sono consultabili con l’aiuto di parole chiave, ha annunciato Wikileaks su Twitter senza precisare se i documenti sono stati diffusi in … Leggi tutto

I primi approcci al tablet Kindle Androidico di Amazon

Quelli di Techcrunch hanno palpato per un po’ il nuovo Kindle di Amazon che dovrebbe costare 250$

First of all, before every commenter asks, no, sadly, I don’t have any pictures to share. That was the one condition of me getting this information. So instead you’ll have to rely on my prose to draw a picture of the device in your head. Or you can just look at a BlackBerry PlayBook — because it looks very similar in terms of form-factor.

So here’s what I know and what I saw: Again, the device is a 7-inch tablet with a capacitive touch screen. It is multi-touch, but from what I saw, I believe the reports that it relies on a two-finger multi-touch (instead of 10-finger, like the iPad uses) are accurate. This will be the first Kindle with a full-color screen. And yes, it is back-lit. There is no e-ink to be found anywhere on this device.

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Notizie che non erano e non saranno mai: i Soldi arrivano a Torino il 4 settembre

Da un comunicato stampa ricevuto … Per i centocinquant’anni dell’Unità d’Italia, arrivano a Torino anche i Soldi. Il Casato Soldi, che riunisce famiglie di tutte il mondo accomunate dal cognome Soldi, ha infatti scelto il capoluogo subalpino come sede del Congresso mondiale dei propri soci per le giornate di sabato 3 e domenica 4 settembre. … Leggi tutto

Online Journalism Awards, red carpet 2011

ONA ha presentato i finalisti dell’Online Journalism Awards. Abbiamo anche un sito italiano

Finalists for the 2011 Online Journalism Awards, many pushing the envelope of innovation and excellence in digital storytelling and distribution, were announced today by the Online News Association and its academic partner, the School of Communication at the University of Miami.

A group of 34 industry-leading journalists and new media professionals teamed up to review entrants and select finalists. Twelve of those judges, representing a diverse cross-section of the industry, met at the university’s Coral Gables, Fla., campus and eight more conferred internationally to determine winners from independent, community, nonprofit, major media and international news sites.

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Spuntano gli indignatos torinesi

Via Lo Spiffero Lunedì notte debuttano gli “indignados” di marca subalpina, in una mobilitazione promossa dalla Fiom, per protestare contro la manovra del governo. È una delle iniziative messe in campo dai metalmeccanici Cgil, con notti bianche anche a Bologna davanti alla Ducati Motor, a Milano davanti alla Borsa, a Taranto in piazza Immacolata e … Leggi tutto

Beppe Grillo lancia il Cozza Day

Via Beppe Grillo Il 10 settembre è il Cozza Day. Il giorno delle cozze parlamentari abusive. Parlamento Pulito non basta più. Non devono andarsene solo i condannati in via definitiva, ma tutti coloro che si sono trincerati all’interno del Palazzo. Abbarbicati come cozze ai loro privilegi, dalla pensione dopo una legislatura, ai finanziamenti elettorali. Non … Leggi tutto

Il fatto che uno di noi accetti di essere pagato poco dovrebbe essere fonte di preoccupazione per tutti

Via Silvia Bencivelli

Nel mio lavoro, prezzo e valore dell’opera spesso funzionano così. La prestazione, poniamo una puntata alla radio o un articolo su un giornale, ha un prezzo fissato a monte. A dispetto del fatto che mi chiamino libero professionista, non è possibile contrattarlo e non dipende da quanto sono brava e ricercata. Anzi: il mio cliente in genere si fa un punto d’orgoglio del pagarlo a tutti sempre nella stessa misura (guarda, paghiamo tutti così, siamo equi…), che poi è anche un sistema per abbassarlo a tutti, di colpo, senza possibilità di discuterne (guarda, siamo costretti ad abbassare i compensi, lo facciamo con tutti, siamo equi…). Ma il valore che può avere è molto variabile.
Per esempio: se intervisto l’amico mio faccio molta molta meno fatica che a cercare una voce diversa, e se chiamo l’ufficio stampa dell’azienda che mi tempesta di comunicati probabilmente avrò anche qualche dato in più, senza nessuno sforzo. Peccato che nel primo caso faccia un servizio discutibile al pubblico (non è detto: ho amici strepitosi, io) e che nel secondo rischi di fare decisamente male il mio lavoro (è necessario che spieghi il perché?). Potrei giocare alla giornalista d’inchiesta, uscire di casa, fare più interviste, ammazzarmi di telefonate, scovare temi nuovi, situazioni critiche, aspetti loschi, ma chi me lo fa fare? Tanto sono pagata a cottimo, o ad articolo, e non mi è mai successo che al valore che ho dato alla mia opera corrispondesse un premio o una punizione: pagano tutto uguale, a tutti uguale, sono equi, no?! E poi la spesa al supermercato la pago con il prezzo, non con il valore, e dopo un po’ può anche scappare di decidere che il primo è più urgente.

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Cronache di una fabbrica in dismissione

Vera Schiavazzi su Repubblica

La fabbrica che sembra sul punto di spegnersi non è uguale dappertutto. Alle Presse, per esempio, si lavora poco, ma non così poco come altrove, visto che si continuano a produrre pezzi anche per altri stabilimenti, per esempio quelli del Ducato firmato Iveco (che, bene o male, si continua a vendere). La desolazione più grande è quella delle Carrozzerie. Si lavora due, massimo tre giorni a settimana, e non sempre gli stessi. E ai nuovi modelli ormai credono in pochi: “Per montare una catena di montaggio partendo da zero non basta un giorno, ci vuole qualche mese. Se poi di nuovo si vogliono fare anche degli stampi è ancora peggio, sono macchine che vanno progettate e costruite apposta, neanche Mandrake può deciderlo senza molto, molto anticipo. E, nel frattempo, questa fabbrica non è diventata né più nuova né più efficiente”. Perfino gli spogliatoi hanno un’aria dismessa, grigiastra, come lo sgabuzzino di una casa dove non ci si decide a dare il bianco perché forse si sta per traslocare.

In sei anni, dai tempi della “luna di miele”, quando l’arrivo di Marchionne aveva fatto respirare perfino ai più scettici un’aria diversa (ricordate? Era l’epoca dei “collaboratori” diventati “lavoratori”, dei ristoranti tirati a lustro, dei murales dipinti dagli operai e degli internet point gratuiti ai quali accedere durante la pausa) è cambiato tutto, o quasi. “Sono cambiate la facce – racconta Antonio – e non solo perché sono più vecchie le persone. Tutti capiamo che questa fabbrica non potrà più risuscitare. La differenza è che qualcuno ancora si incazza, altri preferiscono lasciar perdere e concentrarsi su qualche lavoretto da fare fuori, nell’attesa”.

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