Sta cadendo la foglia di fico del sindacato unico dei giornalisti: ora ognuno per sé e Dio per tutti

Via Antonello Antonelli

Insomma, alla fine anche a livello nazionale l’incapacità del sindacato di rappresentare la galassia del lavoro autonomo e del precariato è venuta a galla e ciò che da le singole regioni è più volte stato segnalato, è deflagrato in maniera molto rumorosa a Roma, con le dimissioni della collega Maria Giovanna Faiella dalla Commissione nazionale Lavoro Autonomo, rassegnate irrevocabilmente con una lunga ed articolata motivazione, nella quale anche io mi ritrovo pienamente e per questo la riporto alla lettera.

Dopo qualche ora, Raffaella Maria Cosentino ha seguito la collega nelle dimissioni, anch’ella con una lettera motivatissima.

Insomma, il “tappo” è saltato anche a livello nazionale. Il sindacato o si rinnova e si apre davvero ai precari, ai freelance, agli autonomi, che rappresentano la stragrande maggioranza del mondo del giornalismo, o non ha più senso che sia “unico”. Probabilmente, sic stantibus rebus, un sindacato degli autonomi sarebbe più incisivo nella rappresentatività degli interessi e delle istanze di noi tutti. A Firenze Roberto Natale, nei giorni dell’Odeon, chiese l’ultima apertura di credito al sindacato: ebbene, il credito è esaurito.

Come superare questa situazione di stallo? Innanzitutto aprendo il sindacato ancor di più alla rappresentanza dei precari e poi facendo modo che i precari inizino ad “appropriarsi” del sindacato, non avendo timore a “scendere in campo” per concorrere a ruoli direttivi nelle associazioni regionali e a livello nazionale.

Altrimenti, tanto vale frammentarsi. Ognuno per sé e Dio per tutti.

Da leggere anche: La guerra freelance-Fnsi: è un’Iliade, ma al contrario.