La conclusione è che oggi non è immaginabile che la diffusione su internet, da sola, possa sostenere finanziariamente la produzione di informazione giornalistica di grandi redazioni con centinaia di giornalisti, come le Monde o il Figaro.
Una strategia di sopravvivenza si delinea forse nella diversificazione delle aziende giornalistiche su internet, analoga a quella che ha disegnato il Figaro, che raccoglie ad esempio dei siti di piccoli annunci o di commercio online. C’ è il rischio però di una diluizione, e di una perdita di valore, del marchio e dell’ identità della testata quando abbandona il suo « mestiere di base ». E poi pone, fra l’ altro, anche delle questioni serie rispetto al posto dei giornalisti in questo dispositivo e alla deontologia.
Dolce stil web
Via Lastampa.it Chattare, uploadare, downloadare, rippare, scaricare, blobbare, craccare. Le persone che si incontrano in Internet parlano una strana lingua, uno slang misto di inglese, spagnolo, informatica, neologismi, goliardia, faccine fatte di punteggiatura e icone animate. Pino Bruno, giornalista della Rai che si occupa da anni di Rete, in Dolce stil web, prova a mettere … Leggi tutto