L’informazione in Italia, l’accordo truffa della Bisanzio che va a morire e le compiacenze di Renzi il padrone di tutto

Il riassunto di sfruttamenti, asservimenti e schiavismi politici

Per capire come siamo arrivati al “nuovo contratto” spacca-ossa dei giornalisti – dai dipendenti ai precari, dai finti lavoratori autonomi ai disoccupati, dai freelance ai prepensionati – bisogna ricostruire le varie tappe, con l’aiuto di alcuni dietro le quinte, molte confessioni dei protagonisti e qualche indiscrezione accertata dall’incrocio con le varie fonti.

Innanzitutto, lo sbandierato “nuovo contratto” del lavoro giornalistico è un vero e proprio contratto? Sì e no. A leggere bene i documenti firmati dal segretario nazionale della Fnsi, Franco Siddi, dalla Giunta esecutiva del sindacato spaccata come non mai, dalla Fieg, con la supervisione di Palazzo Chigi e la trepida attesa del presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese – il quale altrimenti rischierebbe di vedersi saltare a breve i conti dell’Istituto di previdenza tra le mani – ricorre continuamente la dicitura “accordo sul rinnovo contrattuale”. Cosa vuol dire? Una cosa molto semplice. Nella sostanza – cosa di cui sono consapevoli tutti gli attori in causa, meno che i diretti interessati ossia i giornalisti stessi – quello firmato nei giorni scorsi è un accordo-ponte valido fino al 2016, quando si dovrà veramente scrivere il nuovo contratto e per il quale gli editori si stanno già preparando a dare la spallata finale alla categoria: niente integrativi, azzeramento delle indennità delle domeniche lavorate, dei notturni, e così via. In sostanza, resta il vecchio contratto con l’inserimento delle parti normative nuove (250 euro al mese agli autonomi, stipendi depotenziati per i precari, eliminazione della fissa) più la parte economica: 60 euro lordi al mese per gli art.1, ancora però da definire.

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Sistema Torino Sistema Italia si presenta il primo luglio

Martedì primo luglio alle ore 18.00 presso la Libreria Feltrinelli di Torino si presenta Sistema Torino, Sistema Italia di Maurizio Pagliassotti Torino come paradigna di un paese dove la mala amministrazione e poteri forti la fanno da padrone. Maurizio Pagliassotti, autore di Chi comanda Torino, torna a occuparsi della ex capitale industriale d’Italia e lo … Leggi tutto

Il fondo straordinario per gli interventi a sostegno dell’editoria: i soliti soldi per gli amici degli amici

Da tempo si parla dell’abolizione dei finanziamenti pubblici ai giornali. Una cosa doverosa in quanto un clamoroso modi di distorcere il mercato e creare clientele. Ora occorre bloccare anche il decantato fondo straordinario per gli interventi a sostegno dell’editoria portato in palmo di mano dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanni Legnini i cui interventi … Leggi tutto

L’INPGI sempre più verso la voragine economica

homo-italicusUn annetto fa in un paio di incontri pubblici denunciai il fatto che con queste tendenze, che stanno solo peggiorando,  LìInpgi non staraà in piedi in 2-3 anni fui tacciato di essere un disfattista. Avevo solo letto i dati sui giornalisti italiani e avevo fatto 4 conti.  Scrive Franco Abruzzo

Ieri è sceso il gelo nella sede dell’Associazione della stampa romana, mentre parlava Andrea Camporese, presidente dell’Inpgi. Il presidente non ha nascosto nulla sull’andamento attuale della gestione principale dell’ente, un andamento che preoccupa. La crisi, di cui non si intravede la fine, morde in maniera dolorosa e si riflette sui numeri della Fondazione. E’ di pochi giorni  fa la notizia sul fatturato totale delle tv, che è sceso sotto i 10 miliardi: incide il crollo della pubblicità (-16% nel 2012).  Per quanto riguarda l’editoria, il mercato pubblicitario a settembre ha chiuso a -5,8% con un calo del 14,6% nei primi nove mesi dell’anno: il mezzo stampa continua ad assestarsi in terreno negativo con una riduzione del 21,5% per i quotidiani e del 24,3% per i periodici. Nel 2013 i quotidiani registrano, dice il Censis, un calo di lettori del 2% e così la diffusione si ferma sui 4,5 milioni di copie contro i 6,8 milioni de suo massimo fulgore (1995/1998).

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