Piccoli passi avanti della sanità digitale

via Apogeonline Consultare la propria cartella clinica, prenotare le visite mediche, comunicare con il proprio medico di base. Senza più file agli sportelli, né carte da archiviare: tutto online, comodamente da casa. Mondo ideale? Negli Stati Uniti la comunicazione medica tramite internet è realtà già da tempo: e non si tratta solo di mera comunicazione … Leggi tutto

I successi sudamericani di Napoletone

Via Dagospia

L’incantesimo di Telefonica si è rotto quando a gennaio dell’anno scorso è sceso all’aeroporto di Rio un manager 43enne, padovano d’origine, coniugato con quattro figli e dall’aria disinvolta. Era Luca Luciani, il mitico dirigente commerciale di Tim che è diventato famoso in tutto il mondo per le sue napoleoniche gaffe sulla storia.

Durante una convention il biondo Luca aveva incalzato le truppe di Tim con la citazione di Napoleone vincitore a Walterloo (che a suo dire avrebbe compiuto a Walterloo un grande capolavoro) che fece inorridire l’universo intero. La storia sembrava averlo travolto e il povero Luciani al quale veniva rinfacciato lo stipendio da 844mila euro inviò una lettera di scuse a Dagospia e in altre interviste fece ammenda della sua ignoranza.
Cesar Alierta

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I contenuti digitali crescono: nel 2009 + 8,8%

Via Confindustria Servizi Innovativi

“Il settore dei contenuti digitali, ovvero la produzione e fruizione on line di news, cultura, video, film, musica, intrattenimento, pubblicità, nel 2009 ha continuato a crescere in modo vivace, nonostante la crisi, il calo dei consumi delle famiglie, i tagli ai budget aziendali, la scarsità degli investimenti pubblici. A fronte di un Pil sceso di – 5% e dell’entrata in recessione di tutti i principali settori dell’economia italiana, l’e-Content ha ampliato il mercato dell’ 8,8%, raggiungendo un fatturato di 5.823 milioni di euro.” è quanto affermato da Stefano Pileri, presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici illustrando i risultati del Rapporto e-Content 2010, nel corso di un convegno tenutosi oggi a Roma.

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L’anello mancante del giornalismo online

Via Il Barbiere della Sera e Rosebud

Secondo la normativa italiana, chi non è iscritto all’Ordine, pur svolgendo un lavoro di tipo giornalistico, non può considerarsi un giornalista. La professione del giornalista è dunque formalmente regolamentata ed è fondata su una precisa deontologia, ovvero su una sorta di meccanismo etico che le appartiene e che lega in un binomio inscindibile la bontà del fine con la liceità del mezzo utilizzato per raggiungerlo quel fine. Più semplicemente, chi esercita il mestiere del giornalista si occupa di giornalismo, ovvero di quell’attività editoriale specializzata “nella raccolta, nell’elaborazione e nella trasmissione di notizie”.

Rimarcare che questa è una professione legalmente riconosciuta, che ha una sua ragione morale, che ha un suo scopo e una sua precisa modalità di estrinsecazione operativa non è un esercizio fine a se stesso. In questi tempi digitali, serve soprattutto a rammentare che il “mestiere” ha una identità ben definita.

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Il lento inesorabile declino di Digg

Via Dario Salvelli

In un web sempre più aggregato e spezzettato muore quello che è stato per anni il principale aggregatore (e simbolo) dei geek ma non solo. Quando si installava WordPress non poteva mancare il suo plugin, era al primo posto tra tutti affinchè le persone votassero i tuoi post accrescendone la popolarità sul servizio. Oggi le notizie forse non si leggono più per prima e solo su Digg come accadeva qualche anno fa ma arrivano in altri posti, sui social network, attraverso le applicazioni mobili. Vale lo stesso per Slashdot e Reddit che sono diventati soprattutto aggregatori di discussioni e commenti, citazioni.

Dall’altra parte anche strumenti come Google News hanno dimostrato una debolezza nel controllo delle notizie evidenziando l’inadeguatezza della qualità degli algoritmi nelle scelte, nei filtri, nelle rettifiche, che diventano di qualità soltanto attraverso una redazione umana.
Digg ha perso un terzo del traffico nel solo mese di Aprile con un crollo devastante mentre i cloni italiani dell’editoria sociale, OkNotizie, Diggita, ZicZac, non mi sembra se la passino meglio per volume di traffico ed importanza dei contenuti: quanti di voi s’informano usando questi strumenti?

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