Il modello meno che free di Google

Via Bill Curley

Google has long had an interest in maps. Early in its history, the company added “Maps” as one of the coveted tab alternatives offered at the top of the screen above its famed search box. At that time, Google did what many others did to enter the mapping business – they licensed data from the two duopolists that ruled the mapping business – Tele Atlas and NavTeq. Over the years, as these two companies gained more and more power, and larger and larger market capitalizations, Google’s ambitions were growing too. Google wanted to spread its maps across the web, and to allow others to build on top of its mapping API.  The duopolists, recognizing a fox in the henhouse, were apprehensive to allow such activity.

In the summer of 2007, excitement regarding the criticality of map data (specifically turn-by-turn navigation data) reached a fever pitch.  On July 23, 2007, TomTom, the leading portable GPS device maker, agreed to buy Tele Atlas for US$2.7 billion. Shortly thereafter, on October 1, Nokia agreed to buy NavTeq for a cool US$8.1 billion. Meanwhile Google was still evolving its strategy and no longer wanted to be limited by the terms of its two contracts. As such, they informed Tele Atlas and NavTeq that they wanted to modify their license terms to allow more liberty with respect to syndication and proliferation. NavTeq balked, and in September of 2008 Google quietly dropped NavTeq, moving to just one partner for its core mapping data. Tele Atlas eventually agreed to the term modifications, but perhaps they should have sensed something bigger at play.

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L’unico aiuto che serve al giornalismo è la larghezza di banda

Via Dan Gilmore Robert W. McChesney and John Nichols believe that “journalists deserve subsidies, too.” They argue that America is “nearing a point where we will no longer have more than minimal resources (relative to the nation’s size) dedicated to reporting the news. There’s every reason to dispute their woe-is-us assumption. There’s even more reason … Leggi tutto

Un Filtr della buona informazione

Via LSDI

‘’Un posto in cui chi ha gli strumenti per informarsi mette la sua informazione a disposizione di chi è interessato ad averla. Questo è il Filtr, se non nei risultati, almeno nello spirito’’. E’ così che Giuseppe Granieri e Sergio Maistrello presentano Filtr,un nuovo esperimento di aggregazione e selezione della ‘’buona informazione’’ che è dispersa in rete.

Per ora è stato realizzato una specie di numero zero. ‘’Un numero zero che vivrà (e si alimenterà) per qualche giorno. Un modo per raccogliere feedback, sperimentare un modello, trovare una voce, imparare dalle diverse interpretazioni che ciascuno darà della linea che stiamo provando a immaginare.

E la linea è semplice, almeno nell’enunciato: invece di aggiungere concorrenza nella produzione di nuove notizie più o meno simili tra loro, vogliamo provare a mettere in valore la buona informazione che esiste e che spesso è distribuita tra molte fonti minori. Che venga dai news media o dai blog, dalla tv o da twitter, va benissimo. Questo è un primo tentativo per cominciare a farlo.

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Il CSI fa gola (a chi ?)

Rovaris risponde alle critiche al CSI Piemonte

Leggo che il centrodestra è pronto a smembrare il Csi Piemonte, apprendo delle preoccupazioni del centrosinistra che, comunque, parla di mancanza di strategia e mi domando: perché? Il consorzio va bene, economicamente e produttivamente. Tutto si fonda sull’errata premessa che il Csi sia in crisi. Non è così. Forse la congiuntura tra elezioni politiche e il rinnovo del direttore generale sta agitando un po’ troppo la politica. Il consorzio è un bel boccone e qualcuno potrebbe farci dei soldi scardinandolo e rivendendolo sul mercato».

Renzo Rovaris, direttore generale del Csi Piemonte fin dalla sua istituzione nel 1977, non ci sta a fare da bersaglio. Soprattutto non vuole che la sua creatura sia trattata come tale. Le critiche piovute nei giorni scorsi non lo scompongono. «Il capogruppo di Forza Italia-Pdl in Regione, Angelo Burzi, dice che siamo indietro di dieci anni. Allora spieghi perché l’anno scorso abbiamo preso sette premi dal ministro della sua maggioranza Renato Brunetta e perché anche quest’anno ne abbiamo presi cinque», dice Rovaris.

Certo, quel documento della Booz&Co che ha analizzato i costi riducibili del consorzio su mandato dello stesso Rovaris, proprio non ci voleva che finisse sui tavoli del Consiglio regionale. «Si tratta di migliorie che stiamo già attuando – spiega Rovaris -. Tra l’altro l’analisi di Booz&Co ci sembra un po’ eccessiva. Calcolano tagli compresi tra i 25 e i 34 milioni per restare sul mercato. Noi siamo convinti che 10-12 basteranno: 2 li abbiamo recuperati da maggio, altri 5 il prossimo anno, una dozzina nei prossimi due».

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CNN site test drive

Via Cattivamaestra Da lunedì scorso, il portale CNN.com vanta una nuova veste molto più pulita e intuitiva della precedente. Il colore dominante è il rosso, che riprende la tinta del celebre logo dell’emittente all news, e i contenuti nelle pagine sono organizzati seguendo una impaginazione maggiormente modulare per rendere più semplice l’identificazione dei testi e … Leggi tutto

Ferma il virus dell’influenza a

Si chiama www.fermailvirus.it ed è il nuovo sito internet di giochi, test, servizi interattivi realizzato dal ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali per aiutare i cittadini a prevenire e combattere la diffusione dell’influenza A/H1N1. Attraverso giochi e test, facili da usare, il Ministero punta alla diffusione della buona informazione sulla nuova influenza … Leggi tutto

Da internauti a infonauti

Via Repubblica, qui le tabelle

La tecnologia digitale ha rivoluzionato il modo di informarsi degli italiani. L’utilizzo di internet e della Tv satellitare è in continuo aumento. Ma tenersi al corrente su questioni di pubblico interesse vuol dire prendere parte alla vita di una comunità. Significa essere cittadini, partecipare. Oggi, dunque, il nesso tra Internet e informazione (e politica) desta, più che in passato, attenzione e interesse.

I giovani sono protagonisti importanti di questa dinamica. In sette casi su dieci utilizzano quotidianamente internet per informarsi, al pari della Tv. E molto più del giornale cartaceo (19%) o del satellite (37%). E’ un dato interessante se consideriamo che vengono spesso rimproverati di informarsi poco. Evidentemente bypassano i canali tradizionali ricorrendo alla rete.

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