Oltre un miliardo e mezzo di euro andati in fumo. E’ questo il bilancio per il 2009 dei media italiani: una flessione nel giro d’affari complessivo del settore compresa fra l’otto e il 10 per cento. Ovvero meno di 17 miliardi di euro contro i 18 e mezzo del 2008. Però potrebbe andare ancora peggio, perché una parte dei dati del 2009 deve essere ancora elaborata visto che l’anno ancora non è finito. La fotografia scattata dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, nel suo rapporto intitolato New Tv & Media 2009, che verrà reso noto ufficialmente domani 15 dicembre, è cupa. E per di più potrebbe diventare ancora più pessimistica.
Almeno per una parte importante dei mezzi di comunicazione, ovvero i media “tradizionali”.
Il rapporto racconta infatti di due tendenze opposte: il crollo verticale e senza ritorno della carta stampata e la flessione delle radio da una parte, dall’altra la crescita dei nuovi media come Internet, televisione satellitare e digitale terrestre, mondo dei cellulari. Crescita che però difficilmente riuscirà a compensare le perdite nel breve periodo.
Media
Folle ferisce Berlusconi o lo aggredisce o lo colpisce
Rassegna stampa mattutina incompleta Corriere: Berlusconi ferito in piazza: ‘Troppo odio’ Repubblica: Berlusconi aggredito a Milano La Stampa: aggressione a Berlusconi Il giornale: Violenza costituzionale (premio mr. fantasy) Messaggero: Berlusconi colpito al volto Leggo: folle ferisce Berlusconi City: Berlusconi colpito al viso dopo un comizio. Fermato l’aggressore Metro: Folle ferisce Berlusconi
La morte dei contenuti fatti “a mano” e il successo del “fast food content”
But as one of the innovators in the last go round, I think there’s a much bigger problem lurking on the horizon than a bunch of blogs and aggregators disrupting old media business models that needed disrupting anyway. The rise of fast food content is upon us, and it’s going to get ugly.
Old media frets over blogs and aggregators that summarize content and link back to the original source. They can’t make a business in that world, they say, so they run the other way and try to find a way to protect and charge for content.
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Giornalismo non è sinonimo di giornali
Chris Ahearn President, Media at Thomson Reuters.
First, journalism is not synonymous with newspapers and today the discussion has focused too much on newspapers alone. Second, journalism will do more than survive the Internet Age, it will thrive. It will thrive as creators and publishers embrace the collaborative power of new technologies, retool production and distribution strategies and we stop trying to do everything ourselves.
I agree with Mr. Murdoch that the bold will survive and the timid will fail. However, the newfangled aggregators/curators and the dominant search engines are certainly not the enemy of journalism. Nor are they the salvation. They do not always refrain from doing evil in their pursuit of profit and audience. And they do fail to “do unto others” at times -– some do steal and use complete or near-complete copies of our and other work and use ad networks such as AdSense to unlawfully monetize without sharing.
That said, most are a constructive and competitive part of the news ecosystem, I welcome them and I continue to believe and support the link economy.
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Segni dei tempi: chiude Editor & Publisher
Via LSDI Editor and Publisher, la ‘’bibbia’’ del settore dei quotidiani Usa, chiuderà il 31 dicembre, dopo 125 anni di attività. Lo segnala Reflexion of Newsosaurus, spiegando che la rivista e il sito web, così come la Kirkus Book Reviews, non sono state incluse nella cessione di un pugno di pubblicazioni annunciata ieri dalla proprietà, … Leggi tutto
Dilettanti.com a Milano
Andrew Keen pensa che la rivoluzione dello user generated content stia uccidendo la nostra cultura. Se sempre più contenuti vengono prodotti da persone che come qualifica hanno poco più dell’accesso a internet, come faremo a riconoscerne e a valutarne la qualità?
Vogliamo parlarne con chi ha deciso di produrre contenuti online perché crede nel valore di una Rete democratica ed in particolare con chi vive a cavallo fra nuovi e vecchi media.Se chi produceva carrozze non ha poi inventato l’automobile, forse è sbagliato aspettarsi che siano gli editori a trovare un modello di informazione 2.0. Che forma avrà l’informazione del futuro, e chi ha in mano gli strumenti per produrla?
Non si può poi descrivere il fenomeno senza considerare l’aspetto istituzionale: cosa fa la politica per promuovere la rete come forza positiva e portatrice di progresso? Che dire dei tanti tentativi di imbavagliare il web? L’informazione online, in Italia, è libera?
?Martedì 15 dicembre Sgt Pepper’s. Via Vetere 9 Milano
Happy hour, ore 19.30 – Inizio della tavola rotonda, ore 21.00
Mediaset Premium mette le mani in tasca ai clienti
Un amico abbonato a Mediaset Premium mi ha fatto vedere ieri una lettera che ha trovato nella buca della posta (essendo anche io cliente, probabilmente arriverà nei prossimi giorni anche a me): SPARGETE LA VOCE! Sul primo foglio,
“Gentile cliente, siamo lieti di annunciarti in anteprima le ultime novità Premium per Te. [blablabla]”. Segue pippone per segnalare due nuovi canali, il nuovo Premium on Demand, il pacchetto Reality per Amici e GF10.Sul secondo foglio, nascosto tra decine di righe di testo, un furto che secondo me ha dell’incredibile: spargete la voce a tutti i vostri amici abbonati a Mediaset, perchè il Biscione mette le mani senza dirlo nel portafoglio dei clienti in maniera subdola, vergognosa e – fino a prova contraria – contrattualmente non autorizzata.
Si legge infatti: “E allora goditi subito la visione dei due nuovi canali: sono GRATIS fino al 31 gennaio 2010. Dal 1 febbraio resteranno attivi sulla tua tessera a soli 2 € in più al mese.
Se preferisci non aggiungere i due nuovi canali alla tua offerta Gallery, comunicalo entro il 31 gennaio 2010 al Servizio Clienti inviando lettera raccomandata A.R. [segue indirizzo] oppure chiamando il numero gratuito 800949933”.
Due massime per il successo dei media digitali
I giornalisti devono metterci la faccia ed imparare a comportarsi con una etica trasparente che unisce le caratteristiche di un medico e un ristoratore Per riuscire a conquistare il mercato dei lettori digitali bisogna convincere i non nativi digitali che e’ meglio un ottimo barbecue fra uoimini veri che una triste minestra scaldata fra finti … Leggi tutto
Il Cubo di Telecom
Via Michele Ficara Ci siamo: finalmente un passo epocale sta per compiersi nella fruizione della TV digitale per come la conosciamo: in questo Cubo di Plastica, forse, una Telecom Italiana inizierà la rivoluzione. Si perderanno presto i contorni di come ci approvvigioniamo di contenuti, sia che avvenga con il Digitale terrestre, sia che avvenga tramite … Leggi tutto
L’esplosione del press divide
Federica Bianchi via l’Espresso
Gli under 30 cominciano a leggere sempre meno i giornali e ancora meno i periodici. Non posso biasimarli. Confessione: se non sto in redazione i giornali cartacei li compro per lavoro. Altrimenti Internet mi basterebbe alla grande.Questo vuol dire che tra qualche anno l’espresso (e panorama del resto) potrebbero non esistere più nella forma attuale e noi tutti giornalisti costretti a reinvetarci. una bella fatica per chi ha già una certa età (d’altra parte, storicamente, ci sono sempre state generazioni sfigate che hanno subito i cambiamenti drastici e altre che ne hanno beneficiato) e in un mercato chiuso come quello italiano. ma forse un gran bene per il grande pubblico.
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Voila le Web 2009
Come ogni anno più o meno dopo Sant’Amborgio si materializza a Parigi LeWeb la più grossa manifestazione europea dedicata a internet e dintorni. 2500 presenze, due giorni di lavoro fitto fitto. Il tema dell’anno è Real-Time Web. Le dirette su Ustream, il gruppo su Facebook