La Toscana investe sul futuro digitale del giornalismo

 

E’ operativo il bando che abbiao seguito noi di di-gi-ti, in Piemonte sempre encefalogramma piatto di ODG e sindacato … auguri :-)

Da Toscana Notizie

Sostenere l’informazione online toscana ed incoraggiare l’occupazione nel settore. E’ questo l’obiettivo di un bando regionale di finanziamento le cui linee guida sono state approvate nella seduta di ieri della giunta regionale. Si tratta di 285mila euro di intervento dei fondi POR 2007/2013 destinati alle micro, piccole e medie imprese grazie ai quali la Regione intende incoraggiare le aziende editoriali proprietarie di testate regolarmente registrate presso un tribunale sul territorio regionale, per avviare programmi di investimento volti all’innovazione per la diffusione su rete di informazioni aggiornate con contenuto giornalistico originale. Un finanziamento che viene vincolato alla sottoscrizione, da parte dell’impresa, di almeno un nuovo contratto nazionale di lavoro giornalistico Fnsi-Fieg a tempo indeterminato.

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La porcata del giornalismo italiano che va alle elezioni con una legge porcellum mentre il mondo è anni luce avanti

Romano Bartoloni presidente del  Sindacato Cronisti Romani dal sito FNSI

porcellumCome se i disastri di una porcata di legge elettorale non avessero  insegnato nulla, l’Ordine dei giornalisti, ridotto a una fabbrica di illusioni e di disoccupati, si prepara tranquillamente al rinnovo elettorale di maggio con i meccanismi di una legge anacronistica e palla di piombo ai piedi di una moderna informazione in tempi di mutazioni epocali. Mentre la gente si è espressa alle politiche contro il perpetuarsi dei carrozzoni del potere, si andrà a votare con gli stessi scopi e le stesse ragioni di 50 anni fa (allora dominava la carta stampata, la tv era ai primi passi e internet era di là da venire!) per  mantenere in vita un pletorico organismo di 330  giudici togati (150 nell’OdG nazionale e 180 in quelli regionali), peraltro diventati inutili ex con la costituzione dei consigli di disciplina per la terzietà della vigilanza deontologica.

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Perchè i giornalisti italiani hanno paura di Beppe Grillo e non hanno il coraggio di ammetterlo

via Il Fatto Quotidiano

L’approccio della maggioranza dei giornalisti italiani al Movimento 5 Stelle anche se apparentemente è abbastanza orientato al “politically correct” nasconde una paura conscia per i loro interessi. Il M5S ha da tempo fatto un punto forte del suo programma l’abolizione dei contribuiti di ogni tipo ai giornali. Per capirci quei contributi a cui ha sempre rinunciato il Fatto Quotidiano, la testata che leggete, e che nonostante questo fin da subito ottiene ottimi risultati di bilancio. Perché? Perché Il Fatto vende e ha pubblicità online su un sito con grandi accessi e non ha bisogno di contributi pubblici che sono solo fenomeni distortivi di un mercato messi in mano ad oligarchie. Il Fatto ha come obiettivo fare il miglior prodotto giornalistico possibile, un giornalismo vero e senza filtri, libero e indipendente e funziona splendidamente senza contributi pubblici. 

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Che cosa sta succedendo a Linkiesta ?

Gli infiniti impegni di questi giorni mi aveano distratto da una serie di eventi che sono successi in sequenza rapida.

Prima il licenziamento del condirettore Massimiliano Gallo, poi le dimissioni del diretttore Jacopo Tondelli

Poi arriva un giorno, e ti accorgi che è il giorno in cui devi – non hai altra scelta, devi – andare via. Quel giorno per me è arrivato oggi in seguito a una decisione degli organi di gestione de Linkiesta.it che non doveva essere presa sopra la mia testa. Succede invece che, a cose fatte e decise, mi viene comunicata verbalmente la decisione “già presa” del licenziamento del condirettore Massimiliano Gallo. Non solo già presa, ma materialmente già irrevocabile. Figurarsi.
Senza neanche entrare, qui, nel percorso decisionale e nell’impianto motivazionale della scelta, mi è parso evidente quale fosse il mio dovere e dove stesse la mia dignità personale e professionale: nelle dimissioni. Perché non si può fondare un giornale come Linkiesta aderendo anche come socio all’iniziativa; non si può pretendere di fare le pulci al potere, ai suoi tic, alle sue arroganze, ai suoi errori di valutazione e gestione, per poi annuire e magari anche ringraziare di fronte a un gesto che sa, palesemente, di esautorazione. Qualunque altra mia scelta, avrebbe voluto dire accettare e anzi istituzionalizzare, dentro al giornale che ho diretto sin dalla sua fondazione e di cui sono socio, il germe di ciò che più accesamente abbiamo criticato nelle società degli altri.

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La Lettera Aperta della Fieg sul futuro dell’editoria in Italia. Il consiglio per loro è semplice: arrendetevi in fretta, la festa per voi è finita

game-overLa Fieg, la cosiddetta Federazione Italiana Editori di Giornali, una lobby costituita per la sua parte più influente di editori impuri che hanno impoverito e infangato l’informazione in Italia, che hanno voluto trasformare il mercato dell’editoria in una oligarchia di potenti,  che hanno condiviso con una lobby di giornalisti vecchi nella mente e nelle azioni  i destini del paese, ha scritto una patetica lettera aperta sul suo sito in cui cerca di salvarsi. L’incipit è patetico, il resto peggio. Per molti di loro è finita: game over.

 Noi editori consideriamo la tutela della libertà di stampa e la diffusione delle notizie una funzione pubblica e insieme un’attività d’impresa che va salvata perché essenziale alla vita democratica del Paese. Abbiamo una doppia responsabilità: offrire ai lettori un prodotto di qualità, vale a dire corretto, ben fatto, utile e adatto ai tempi che viviamo; e garantire un lavoro ai nostri collaboratori in condizioni di equità. Si tratta di un equilibrio difficile da mantenere, la cui ricerca richiede grande capacità di adattamento alle nuove sfide. L’editoria italiana sta vivendo un passaggio epocale: agli effetti della congiuntura economica si aggiunge il rapido avanzare delle tecnologie digitali, con effetti rivoluzionari nelle abitudini delle persone e sul mercato.
In questo difficile contesto è urgente un ripensamento complessivo del settore editoriale come base per una politica industriale capace di frenare la flessione produttiva e di cogliere le occasioni di sviluppo attraverso una decisa modernizzazione.

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Oggi il #greenbombing per ricordare ai politici i temi ambientali

greenbombingOggi noi modesti giornalisti ambientali lanceremo a partire dalle 14 un su twitter per ricordare ai nostri politici distratti i temi ambientali nei loro programmi e nelle loro politiche future.

Alleanze post-elettorali, patti di non belligeranza, promesse di ogni genere… Ma possibile che di rinnovabili ed efficienza, parchi e turismo verde, agricoltura ed incentivi per la riqualificazione domestica, green job e #salvaiciclisti, grandi opere e gestione dei rifiuti… nessuno voglia parlare in questa campagna elettorale? Visto che i mass-media su questi argomenti tacciono portiamo noi l’ambiente nel dibattito! Qui sotto trovi alcune domande che vogliamo rivolgere ai candidati delle diverse forze politiche. Suggeriscine altre (cliccando qui) e facciamo insieme massa critica ritwittandole verso i leader di tutti gli schieramenti. Ecco le istruzioni per partecipare alla campagna:

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Giovanni Rossi nuovo presidente della Fnsi

Via Asca Giovanni Rossi , e’ il nuovo presidente della Federazione Nazionale della Stampa. Lo ha eletto il Consiglio nazionale riunito oggi a Roma. Succede a Roberto Natale, dimissionario dal momento della sua candidatura al Senato. Giovanni Rossi, sino ad oggi, era segretario generale aggiunto del sindacato unitario dei giornalisti, presidente della Commissione lavoro autonomo … Leggi tutto

I sintomi del tracollo di Inpgi

Mesi fa in diversi contesti pubblici ho paventato possiibili problemi seri per la solidità di Inpgi. Fui tacciato di vari epiteti: pessimista, incoscente, impreparato, sfigato, scorretto … Io avevo solo guardato i numeri e le prospettive future e avevo detto : questo non sta in piedi.Poi su Prima Comunicazione si legge … C’è grande preoccupazione … Leggi tutto

Il comunicato del Cdr del Corriere sulla situazione di crisi di Rcs

Care lettrici e cari lettori,

il giornale che state leggendo oggi è in edicola grazie al senso di responsabilità mostrato dai giornalisti del Corriere della Sera in forza degli avvenimenti eccezionali accaduti ieri. Il nostro giornale, insieme con tutto il gruppo RcsMediaGroup, sta subendo un attacco inaudito e inaccettabile da parte dei vertici di questa azienda.

E’ stato annunciato, a soli due anni dal precedente stato di crisi, un ulteriore taglio di 800 lavoratori (tra giornalisti e poligrafici), una quota pari a oltre il 15% degli organici, tra Italia e Spagna. Una decisione gravissima che, se applicata fino in fondo, sfregerebbe irrimediabilmente l’identità del Corriere e delle altre testate del gruppo. Inoltre l’azienda ha annunciato di voler spostare la sede del Corriere della Sera da via Solferino 28, cancellando con un grossolano gesto contabile più di 100 anni di storia, il simbolo più importante della libertà di stampa in questo Paese, un pezzo unico e irripetibile del patrimonio culturale italiano.

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L’impatto del web sul sistema dell’ informazione sarà nel complesso positivo

Via Lsdi.it Anche se tre giornalisti italiani su 4 sono convinti che molti mezzi e molte testate tradizionali andranno in crisi o chiuderanno e se i pessimisti circa gli effetti negativi di Internet sull’ occupazione dei giornalisti (39%) superano lievemente gli ottimisti (34%), l’ impatto del web sul sistema dell’ informazione sarà nel complesso positivo. … Leggi tutto