Rendere il Giornalismo Digitale Sostenibile

Via il Giornaliaio Lucia Adams, digital development editor del «The Times», durante newsrewired, convegno sul giornalismo digitale recentemente promosso da Journalism.co.uk, parla di come rendere sostenibile il giornalismo digitale cercando si sviscerare cosa i lettori siano disposti a dare in cambio di un giornalismo di qualità. Interessante panoramica sui diversi modelli di business praticabili ricca … Leggi tutto

Dig.it i video delle due giornate

Via Lsdi Ai materiali già pubblicati aggiungiamo le registrazioni video integrali di gran parte dei lavori della due giorni fiorentina e una serie di interviste ad alcuni dei partecipanti. Le riprese sono state effettuate a cura di Intoscana.it Ecco qui sotto i link ai video.

Storie di giornalisti: Giorgio Levi voleva essere Jim Gannon

Giorgio Levi ha pubblicato l’ebook con la sua storia giornalistica

Il mio ebook “Volevo essere Jim Gannon”(trent’anni di giornalismo in un racconto alternativo, dalla Mondadori a La Stampa, dai magazine al giornalismo di provincia, da Berlusconi a via Marenco) è ora disponibile su tutte le librerie online italiane, per comodità ecco le principali. Chi usa iPad, iPhone può acquistare il libro direttamente da iBooks di Apple Store. Meglio acquistarlo usando l’iPad. Si paga con carta di credito o prepagata Apple.

Chi ha Kindle di Amazon compra il libro da Amazon. Paga con carta di credito o PayPal. Chi ha antipatia radicata per Apple e Amazon trova il libro su numerosi altri siti, tra i quali segnalo la Libreria RizzoliBookRepublic e Bol. Chi non possiede alcun lettore, chi assume quello sguardo perso alla parola ebook, chi dice a me piace il profumo della carta, può acquistare il libro da La Feltrinelli in formato .pdf (il più elementare) poi può leggerlo sul computer, stamparlo su carta e annusarla. Chi non ha carta di credito, non ha PayPal, non ha alcun reddito, monete nel portafoglio, un amico che gli presta degli spiccioli mi manda una mail e io gli spedisco il libro in allegato gratuitamente, ma niente furbizie.

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Cambiano un po’ ma restano i contributi all’editoria

Via l’Unità

Con 454 voti favorevoli, 22 contrari e 15 astenuti l’Aula di Montecitorio ha approvato in via definitiva il decreto che contiene norme per il riordino dei contributi alle imprese editrici. Il provvedimento è ora legge dello Stato.

Tra le novità contenute nel decreto l’innalzamento della percentuale di vendite necessaria per accedere ai contributi, che deve essere pari, rispetto alle copie distribuite, ad almeno il 25% per le testate nazionali. Per le testate locali, invece, il rapporto tra copie tirate e copie vendute in edicola deve essere almeno del 35%. Ancora, abbassamento anche del numero di regioni in cui bisogna distribuire la testata per essere considerati periodico a tiratura nazionale: da 5 regioni a 3. Tra i requisiti di accesso sono inserite anche la previsione di un numero minimo di giornalisti dipendenti e , per le cooperative di giornalisti, la mutualità prevalente.

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Cronache piemontesi editorial giornalistiche: sentirsi alla frutta e ammettere di esserlo

Leggendo l’ultimo capoverso vala anche la pena di notare che il problema non è di “superare  l’attuale squilibrio tra televisione e carta stampata”, ma di eliminare l’intollerabile truffa che permette di vendere pubblicità su carta stampata senza sapere quanto rende, mentre sul web è tutto misurabile e per questo il valore della pubblicità online e’ tenuto basso strumentalmente.

Via Stampa Subalpina

L’editrice “La Stampa”, così come le principali aziende editoriali italiane, lamenta dall’inizio dell’anno un significativo calo degli investimenti pubblicitari e una altrettanto significativa perdita nel numero delle copie vendute e nulla autorizza a immaginare che la situazione possa migliorare nella seconda parte del 2012. Una crisi del mercato editoriale, che non è esagerato definire epocale, alla quale le aziende stanno rispondendo con provvedimenti tampone come la riduzione delle pagine, senza mostrare però una visione di prospettiva.

Il Comitato di Redazione della Stampa e l’Associazione Stampa Subalpina pensano che il tempo a disposizione per rispondere alla crisi con misure efficaci e strutturali sia sempre più ridotto. Da subito, accanto alla trattativa per il rinnovo del contratto, va avviato un confronto senza pregiudiziali con la Fieg per arrivare a definire un nuovo modello produttivo per la carta stampata. In questo campo, anche provvedimenti apparentemente secondari ma comunque capaci di produrre risparmi notevoli come la chiusura anticipata delle pagine, possono essere presi solo nel quadro di intese generali tra le aziende.

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Dig.it memories (2)

Via Daniele Chieffi

Due giorni a discutere di giornalismo digitale a Firenze, per Dig.it, un evento che ha riunito più o meno tutte le “teste pensanti” del web e della professione. Difficile trovare un momento di maggior approfondimento su tutte le tematiche e le problematiche che intrecciano le “frontiere digitali” del giornalismo. Tecniche, ruolo dei professionisti, accesso alla professione, modelli economici, prospettive, sul tavolo c’era davvero tutto e le discussioni sono state intense e ricche. Quello che rimane, però, è la sensazione che tutto questo sia sbagliato in origine. Non certo la necessità di approfondire temi e problemi, che pure ci sono e spesso gravi e complessi, quanto il fatto stesso di dover, ancora oggi, pensare a un “giornalismo digitale” che, per definizione, si contrappone a quello “tradizionale”.

Nel denso flusso di twitter che ha accompagnato la manifestazione di Firenze, del 4 e 5 luglio scorsi, uno, a mio parere, spicca sugli altri: “siamo rimasti a due anni fa”. Una sintesi brutale, se volete, ma aderente alla realtà. Due anni fa, infatti, e negli anni precedenti, si parlava degli stessi temi, in una sorta di battaglia che vedeva da una parte i colleghi garantiti delle grandi testate “tradizionali”, con accanto schierati sindacato e ordine, arroccati sull”‘hamburger hill” della professione, rintuzzare l’assalto delle truppe di “nuovi giornalisti” digitali, dei sostenitori delle forme di “giornalismo dal basso”, del “citizen journalism”, dell’informazione partecipata e, soprattutto dei giovani che tentavano di forzare le difese e iniziare a fare questo mestiere, chiedendo una cosa semplice: essere retribuiti il giusto.

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Lunedì internet non è collassato (e tutti quelli che ci capiscono qualcosa se lo aspettavano sereni)

Fino da domenica si susseguivano messaggi terroristici circa il futuro quasi del mondo per il lunedì nero dei conputer in rete. In effetti non è successo quasi nulla come ampiamente previsto da Paolo Attivissimo, con successivo aggiornamento …

“Internet oscurato da un virus – lunedì il rischio Apocalisse”. Il rischio imbecillità, invece Repubblica ce lo offre subito, con titoli assurdi e spudoratamente falsi come questo.

Non ci sarà nessuna Apocalisse o oscuramento globale di Internet lunedì. Molto, molto più banalmente, quei pochi che hanno il computer ancora infettato dal malware DNS Changer non potranno più accedere a siti Internet da lunedì. Tutti gli altri continueranno a navigare come sempre. Fine della storia.

Se vi interessano i dettagli tecnici, ho scritto un articolo apposito per la Radiotelevisione Svizzera che spiega anche come verificare se per caso siete infetti da DNS Changer.

Le probabilità che lo siate sono minime. Secondo i dati più recenti, in Italia ci sono circa 26.000 computer (Windows o Mac) tuttora infetti da questo malware; in Svizzera sono meno di milleseicento. In totale, gli infetti nel mondo sono circa 300.000. Fate comunque il test; male non fa.

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Paola Ferrari querela Twitter. Come una giornalista riesce a farsi del male da sola

La giornata di ieri di Dig.it è stata turbata dalle rumorosissisime risate dei partecipanti per la notizia che Paola Ferrari vuole citare per diffamazione Twitter. I rumore in sala era solo piccola parte dell’ilarità che la notizia ha suscitato in retePer la serie come fa una giornalista a peggiorare la sua situazione con le sue proprie mani ? (Via Agi)

Epiteti anonimi e offensivi, alcuni dei quali irripetibili, con pesanti allusioni fisiche, insulti riferiti all’eta’ e a presunti rifacimenti estetici. E’ stata la “compagnia” indesiderata sulle pagine di Twitter per tutta la durata della conduzione della trasmissione ‘Stadio Europa’ sugli schermi Rai dedicata a Euro2012, e ora Paola Ferrari ha deciso di dire basta e di fare causa. La giornalista tv, conduttrice della Domenica Sportiva e volto di punta di Rai Sport, sta per citare il social network Twitter per diffamazione chiedendo un maxi risarcimento che, se ottenuto, andra’ totalmente a favore delle famiglie delle vittime del terremoto in Emilia. “Lavoro nel giornalismo da piu’ di 30 anni e da 20 in Rai – ha confidato a Klauscondicio, il programma di Klaus Davi su YouTube – e ho sempre accettato le critiche, anche quelle piu’ dure e a mio avviso immotivate, ben sapendo che fanno parte del gioco.

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Il giorno che il Cern presentò al mondo il Bosone di Higgs (quello che i giornalisti italiani amano chiamare la particella di Dio)

Lo storico comunicato del Cern

Geneva, 4 July 2012. At a seminar held at CERN* today as a curtain raiser to the year’s major particle physics conference, ICHEP2012 in Melbourne, the ATLAS and CMS experiments presented their latest preliminary results in the search for the long sought Higgs particle. Both experiments observe a new particle in the mass region around 125-126 GeV.

“We observe in our data clear signs of a new particle, at the level of 5 sigma, in the mass region around 126 GeV. The outstanding performance of the LHC and ATLAS and the huge efforts of many people have brought us to this exciting stage,” said ATLAS experiment spokesperson Fabiola Gianotti, “but a little more time is needed to prepare these results for publication.”

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Una mini guida a Dig.it per tutti

Oggi e domani a Firenze si svolge Dig.it: una mini guida per chi è a Firenze e chi è a casa … La presentazione di Dig.it Il programma Il mattino del 4 luglio Il pomeriggio del 4 luglio Il mattino del 5 luglio Il pomeriggio del 5 luglio Per seguire l’evento sui social network @lsdi  … Leggi tutto

Fai lo scoop e poi nascondilo: le nuove frontiere del contro giornalismo

Via Linkiesta Il quotidiano diretto da Mario Calabresi ha fatto lo scoop, ma ha voluto ridimensionarlo. Niente prima pagina, niente titoloni. Nascosto e relegato tra le pagine economiche. Sono ben pochi infatti, anzi praticamente nessuno, i quotidiani che hanno rilanciato la notizia. Secondo “La Stampa”, la procura di Biella ha contestato al Ministro dello Sviluppo … Leggi tutto