Ieri intenzionalmente non ho parlato di Afghanistan e la questione dei documenti segreti di Wikileaks, benché del paese e delle questioni regionali ne parli spesso, per diversi motivi. Il primo è che ho già riportato diverse volte alcune delle cose che si possono leggere nei 92.000 documenti utilizzati da ufficiali del Pentagono e dalle truppe e l’ho detto perché lo sapevo da fonti affidabili, persone che vanno in Afghanistan regolarmente, che in qualche caso conoscono le lingue e parlano da protagonisti della sicurezza, della politica e della gestione.
Inoltre, questi supposti segreti rivelati dai documenti di Wikileaks li conoscevano tutti, tutti quelli che si occupano di Afghanistan almeno. Mi chiedo infatti perché siano stati fatti trapelare ora, in questo momento politico dell’amministrazione Obama.
Media
Islanda, l’isola senza bavaglio
Alle tre di quella notte, quando il parlamento è stato chiamato a votare, la deputata anarchica Birgitta Jonsdottir non era affatto certa che la sua proposta sarebbe passata. E un mese dopo ancora si chiede se tutti i colleghi avessero capito l’entità della sfida che la piccola Islanda si impegnava a lanciare all’universo mondo – a Stati di polizia e a compagnie petrolifere, al Pentagono e a grandi banche, giù giù digradando fino all’Italia di Silvio Berlusconi. Ma fosse pure con il contributo di una scarsa consapevolezza, del sonno o della fretta di andare in ferie, sul tabellone elettronico è apparso, ricorda Birgitta, “un mare verde. Approvato all’unanimità. Ero stupefatta”. Da quel 16 giugno, un Paese di trecentomila abitanti promette uno scudo quasi totale ai disvelatori di segreti – segreti militari, segreti istruttorii, segreti societari, segreti di Stato.
Se documenti sottratti per un interesse pubblico saranno immessi in Internet da un server con base in Islanda, la giustizia dell’isola non potrà impedirne la divulgazione, tentare di scoprire chi li abbia rivelati, dare seguito a condanne comminate da tribunali esteri in base a leggi contrarie alle norme islandesi. Ancora: se uno Stato o un privato si ritenesse diffamato e ricorresse davanti ad una corte straniera, la società islandese proprietaria del computer (il server) che ha immesso in Rete carte segrete non solo non potrà essere intimidita con la minaccia di quei processi dai costi esorbitanti che stanno costringendo all’autocensura molto giornalismo occidentale, ma sarà autorizzata a rispondere con una contro-citazione davanti ad una corte dell’isola, dichiarandosi vittima di una minaccia alla libertà d’espressione.
La differenza fra “consumption device” e “creation device”
Mary-Jo Foley via Zdnet I’m not planning to dump my Windows machine for the iPad. I am using the iPad as a consumption device, not a creation device (at least for now). And that’s OK. Like many people, I spend most of my day consuming, not creating — reading tweets, surfing Web sites, reading books … Leggi tutto
E’ ora di combattere con forza contro il comma ammazza blog e libertà di espressione
Le buone non sono servite a nulla: l’estensione dell’obbligo di rettifica previsto dalla legge sulla stampa del 1948 ai blog sta per diventare legge. E nella sua versione originaria, che prevede una sanzione fino a 12.500 euro per qualunque gestore di siti informatici “ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica” che non proceda alla rettifica entro 48 ore dalla richiesta e secondo precisi criteri di grafici, di posizionamento e visibilità. Gli emendamenti proposti al testo del comma contenente la norma (il 29 dell’articolo 1), sia quelli abrogativi avanzati dal PD che quelli migliorativi, come quello dell’On. Cassinelli del PDL, sono stati ritenuti infatti “inammissibili” dall’On. Bongiorno. Con un provvedimento che l’avvocato Guido Scorza non esita a definire “lapidario” e “pressoché privo di motivazione”. Ad aggiungere al danno la beffa, tutto questo avviene proprio mentre “cade il bavaglio alla stampa”, grazie anche ai voti di PD e UDC all’emendamento del Governo. Che naturalmente non conteneva alcuna previsione riguardante la Rete. Nella battaglia scatenata dai giornali negli ultimi mesi, del resto, non se ne è mai letto praticamente nulla. Come se la libertà di espressione nel nostro Paese non si misurasse già oggi, e sempre più in futuro, su Internet.
Sky sul digitale terrestre
Sky Italia sbarca sul digitale terrestre. Lo ha deciso oggi la Commissione europea che ha anticipato l’ingresso dei canali di Murdoch nel mercato della televisione in chiaro. Mediaset si è detta “assolutamente sconcertata” dalla decisione e ha annunciato che farà ricorso presso la Corte di giustizia europea. Il realtà la decisione di Bruxelles è un via libera ma a una serie di condizioni. Innanzitutto Sky potrà trasmettere su digitale terrestre solo a patto che, per i prossimi cinque anni, i suoi canali siano “in chiaro”, e cioè distribuiti gratuitamente senza nessun servizio a pagamento. E poi la tv di Murdoch sarà limitata a un solo multiplex, e cioè a una sola frequenza digitale (che però può trasmettere fino a sei canali).
Burnout precoce
Via Nyt The pace has led to substantial turnover in staff at digital news organizations. Departures at Politico lately have been particularly high, with roughly a dozen reporters leaving in the first half of the year — a big number for a newsroom that has only about 70 reporters and editors. At Gawker, it is … Leggi tutto
Il futuro quotidiano d’informazione
Dal Twitter di Nomadware Il mio quotidiano d’informazione: Twitter+Instapaper!
Obituary: Mino d’Amato
E’ morto Mino d’Amato che era molto molto di più della storica passeggiata in tv sui carboni ardenti.
Per quelli che vogliono iscriversi al Master in Giornalismo di Torino
È stato pubblicato sul sito Corep il nuovo bando per l’ammissione di venti allievi per il biennio 2010/2012 al Master Universitario di primo Livello in Giornalismo di Torino. Il master è istituito dall’Università degli Studi di Torino e dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti – in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e gestito da Corep. … Leggi tutto
Il crepuscolo quotidiano imitando la sala da ballo del Titanic
È un atto di accusa impietoso la lettera, che potete leggere sul nostro giornale, con cui Nicola Borzi, storico membro del Comitato di Redazione del Sole 24Ore, annuncia le sue dimissioni, rivelando i limiti del direttore Riotta e quelli di un gruppo in cui le dinamiche “politiche” contano più del prodotto editoriale e dei lettori. A noi la vicenda non interessa in sé (dopo tutto sono fatti loro), ma – trattandosi di uno dei primi quotidiani italiani per tiratura e prestigio – per quello che rivela, per lo squarcio che apre sul giornalismo cartaceo in Italia.
E quello che emerge dalla lettera di Borzi è innanzitutto che il Sole 24Ore, al pari degli altri, perde copie di giorno in giorno. Ma quel che è peggio è che né il direttore né l’editore abbiano la più pallida idea di cosa fare e, nella speranza che nessuno se ne accorga, fanno gli gnorri continuando a fare come se niente fosse, imitando sciaguratamente la sala da ballo del Titanic, dove si continuava allegramente a danzare ignari dell’iceberg. Idee per rinnovare il giornale? Nessuna, se non un paio di trucchi da “copia & incolla” dalla stampa estera, mentre il giornale diventa “uno di quegli animali mitologici che fondono membra di esseri diversi, un ircocervo che va perdendo la sua identità”.
Diversi in un paese libero e non omologato
Segnala Anellidifum0 Oggi ho fatto una cosa che non avevo mai fatto prima: ho controllato la prima pagina de Il Post con quella de Il Fatto Quotidiano. Fatelo anche voi. Sembrano due giornali di due Paesi diversi. Almeno a loro volta sembrano diversi dai siti online dei maggiori quotidiani tradizionali italiani: dicesi pruralismo informativo
I giornali spiegati ai bambini
Visto, si stampi (sottotitoli: Viaggio nel mondo dell’informazione. Come nasce un quotidiano) è un libro illustrato che si propone di spiegare a bambini e ragazzi tutto quello che c’è da sapere sui giornali. Nel libro si affronta l’argomento a partire dalle professionalità impegnate nella realizzazione di un quotidiano, si spiegano i termini gergali del linguaggio … Leggi tutto