I giornalisti con lo zainetto

Dopo un po’ di giorni di permanenza a Perugia mi è maturata la certezza che esistono due tipologie di giornalisti quelli con lo zainetto e quelli senza zainetto. Quelli con lo zainetto hanno nello zainetto il laptop (ipad) o la telecamera. Gli altri sono brontosauri.

Cronache delle feste eleganti di Silvio B.

Le deposizioni di un paio di partecipanti delle feste eleganti del premier

“Berlusconi guarda insistentemente me e Chiara. Ci dedica canzoni che interpreta lui stesso, in francese e in italiano. Ci chiama “bimbe” e suscita il visibile risentimento di Roberta Bonasia, che gli si butta continuamente addosso baciandolo. Quella sera il presidente non mangia niente e racconta molte barzellette particolarmente sconce, così sconce che io mangio di malavoglia, tanto era irritante il contenuto. Ma tutti ridevano a crepapelle e, a un certo punto, parte la canzoncina “E meno male che Silvio c’è” e tutte le ragazze cominciano a ballare e cantare intorno al tavolo. Io e Chiara ci guardiamo imbarazzate, come per dirci: “Ma dove siamo finite?”. E dire che il peggio deve ancora arrivare perché dopo quindici minuti che siamo seduti a tavola, alcune delle ragazze scoprono i seni, li offrono al bacio di Berlusconi. Toccano il presidente nelle parti intime. Si fanno toccare. Anche Roberta Bonasia tocca ripetutamente nelle parti intime Berlusconi. Mentre accade questo, le ragazze cantano ancora “meno male che Silvio c’è”, chiamano il presidente “papi” e Berlusconi chiama tutte noi “le mie bambine, le mie bimbe””.

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Time they are changing: Perugia 2010-2011, senza perdere la tenerezza

Un anno fa venni a Perugia stanco, malato, vessato, pressato.  Un anno dopo ritorno a Perugia con un sacco di cose in corso d’opera, sempre con la schiena dritta, con molto rispetto delle persone che mi circondano e molta dignità dentro e fuori, avendo distinto gli amici veri e gli uomini veri. Con un futuro … Leggi tutto

Saviano apre il Festival del Giornalismo 2011

Sarà Roberto Saviano ad aprire il Festival Internazionale del Giornalismo martedì 12 aprile alle ore 21.00 al Teatro Pavone con un intervento dal titolo: Ti opponi? Sarai delegittimato. Come riconoscere e fermare la macchina del fango “Spesso mi si chiede come sia possibile che delle parole possano mettere in crisi organizzazioni criminali potenti. In verità … Leggi tutto

Modelli in transizione, nonnismo delirante e un giallo di documenti spariti

Via Mario Tedeschini

Il problema vero, che i miei rappresentanti sindacali non sembrano cogliere, è che viviamo in una fase storica e culturale dove i modelli economici e produttivi dell’informazione così come li avevamo conosciuti sono morti o stanno morendo. Ci può non piacere, ci può angustiare (e personalmente non mi piace e mi angustia), ma è la realtà. Una realtà, peraltro, che in termini generali ha i suoi aspetti positivi perché è la realtà di una maggiore libertà per tutti di esprimersi e di raccontare, non solo per i giornalisti. La rete non è il problema del giornalismo professionale, la rete è l’epifenomeno di una rivoluzione profonda e – forse, se ci si mette d’impegno – potrebbe essere parte della soluzione per il futuro del giornalismo.

Ma l’altro equivoco che emerge dal documento è che “futuro del giornalismo” sembra essere equivalente con “futuro dei giornali” o, peggio, “dei giornalisti” intesi come categoria chiusa e regolata dallo Stato, per la cui sopravvivenza è giusto e opportuno chiedere allo Stato medesimo aiuto e sollievo, che è poi lo scopo dell’intero documento presentato al Senato.

[Ho detto “presentato”? Forse mi sono (chissà, “quasi”…) sbagliato. Infatti il 29 marzo sul sito della FNSI è apparso un comunicato nel quale si informava che una delegazione del sindacato,  guidata dal segretario Franco Siddi, era “stata sentita dalla Commissione Lavoro del Senato, in ordine all’ ‘indagine conoscitiva sul trattamento normativo ed economico nel settore dell’Editoria’.” e si allegava il testo integrale della memoria. Quel comunicato e quel testo, però, non compaiono più sul sito della Federazione, benché siano stati ripresi da molti blog e siti di giornalismo che però linkano a una pagina di errore.  Il testo comunque è ancora consultabile nella cache di Google, e sulla  pagina di Facebook dei Giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia. L’audizione c’è stata e il sito del Senato ne offre il resoconto sommario privo della memoria eventualmente allegata, e non compare invece nulla di nulla sulla pagina che aggrega i contenuti della Indagine conoscitiva in questione.

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Riflessioni fantapolitiche post prandiali

Supponiamo che l’Italia stufa per la situazione insorga in parte per dare vita a una rivolta contro l’attuale status quo Supponiamo che ci sia ovvio grande confusione, guerriglia, morti … cose tipo africa del nord per capirci. Supponiamo che il Governo usi l’esercito per difendersi. Che farebbe la comunità internazionale ?

Segni dei tempi: muore il sogno del posto in banca

Via Linkiesta Il sogno piccolo borghese del dopoguerra, un mestiere remunerativo e prestigioso dietro lo sportello, si è infranto. Della gloria dei banchieri italiani dell’ultimo decennio non resta nulla, salvo i loro stipendi milionari. Il sistema bancario si è rivelato fragile e la raffica di aumenti di capitali in atto, dal Banco Popolare a Intesa … Leggi tutto

Guardare l’Italia e il Parlamento senza paraocchi

Via Testo Libero Mario Calabresi sostiene in un editoriale su La Stampa che Il Parlamento e le classi dirigenti sono lo specchio del Paese? I politologi, i sociologi e gli storici ne dibattono da sempre evidenziando come chi ci rappresenta in fin dei conti finisca per riprodurre i nostri vizi e i nostri difetti. Potremmo … Leggi tutto

Io non c’ero, e in ogni caso non c’entro

Silvio Berlusconi si discolpa a mezzo messaggio ai promotori della Libertà L’accusa è totalmente falsa e i miei avvocati lo hanno dimostrato, così falsa che c’è da chiedersi con quale coraggio la procura di Milano abbia insistito a spenderci sopra tra consulenze, rogatorie e atti processuali solo qualcosa come una ventina di milioni di euro … Leggi tutto

Il falsi terremotati “felici” a Forum in televisione

Via Corriere.it

La storia. Venerdì 25 marzo su Canale 5 «Forum» affronta una causa tra moglie e marito, abruzzesi separati che si presentano come Marina e Gualtiero. La donna ha dovuto chiudere l’attività di abiti da sposa e chiede al coniuge 25 mila euro per rilanciarla. Lui rifiuta, dice che L’Aquila è distrutta e l’investimento fallirebbe. Marina però insiste, sostiene che «tutte la attività hanno riaperto» e per due volte loda Berlusconi: «Vorrei ringraziare, non lo so se posso, il presidente… Non ci ha fatto mancare niente». E la Dalla Chiesa: «Il governo, certo». Riprende Marina: «Questi hanno la casa coi giardini, coi garage…». Il marito si oppone, per lui «L’Aquila è tutta una maceria». E lei: «Non è vero, sta tornando come prima».

La Pezzopane accusa Mediaset di aver usato «protagonisti non aquilani», la cui storia «non è mai esistita». E chiede che Dalla Chiesa vada a vedere «come muore la gente». Ma la conduttrice sente di avere la coscienza a posto. «È una bufala, la Pezzopane si guardi la trasmissione». È vero che i due non sono aquilani? «Alzo le mani, non posso chiedere a tutti la carta di identità». Non era uno spot ideato a tavolino? «No, io non ci sto, sono sempre stata equidistante – smentisce Dalla Chiesa -. Ho fatto puntate interi sugli aiuti, ho persino mandato i peluche ai bambini… Vergogna a me? No, io non l’accetto».

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