Confessioni di un commesso di un Apple Store

Già a Torino qualche dipendente si era confessato, ora un anonimo commesso racconta il suo quotidiano We are completely in the dark until they do a keynote speech. We have no idea what is coming and are not allowed to openly speculate. You can get into serious trouble if you speculate—especially to a customer. I … Leggi tutto

Tirarsi su con le traduzioni: heartstealer e rubacorazones

La rassegna stampa dei giornali esteri di ieri sul rinvio a giudizio di Berlusconi propone una immagine dell’Italia da repubblica delle banane. Evidentemente i giornali esteri sono quasi tutti di estrema sinistra e ovviamente è tutta colpa dei giudici milanesi che sono di estrema sinistra. Si leggono titoli fra l’ironico, il tremendista e il post … Leggi tutto

Secondo la difesa il processo Thyssen è un processo politico

Via Repubblica Torino “Il processo Thyssen è un processo politico, una vicenda strumentalizzata per lanciare un attacco al capitalismo straniero”. La difesa degli imputati per il rogo del 6 dicembre 2009, che costò la vita a sette operai dello stabilimento di corso Regina Margherita, contrattacca con toni molto forti alla requisitoria della pubblica accusa. Lo … Leggi tutto

Stufi di fare brutte figure per colpe di un’altro

I numeri  delle presenze delle piazze della manifestazione di domenica sono inpressionanti (fonte Repubblica). Roma 200 mila, Torino 100 mila,  Milano 100 mila, Napoli 50 mila, Bologna 50 mila, Genova 50 mila, Firenze 30 mila, Palermo 20 mila, Bruxelles mille, Parigi mille, Londra cinquecento, New York duecento. Quelli che impressionano di più sono quelli delle … Leggi tutto

Le donne del Sole 24 Ore contro Riotta

Via MicroMega Ti scriviamo per prendere nettamente le distanze dal fondo del giornale di domenica 13 febbraio che, a cominciare dal titolo “Sciarpe e mutande e in mezzo il niente“, riteniamo cerchiobbottista, qualunquista e soprattutto offensivo di quanti/e non solo domenica, ma nella quotidianità della propria vita, difendono non a parole, ma con i fatti, … Leggi tutto

Tu giornalista non devi vedere

Via Nuova Società

Oggi l’informazione è stata messa fuori dalla porta. Sono uno dei cronisti mandati a documentare l’occupazione pacifica della sede del Pdl da parte di un gruppo di ragazze che volevano prendere le distanze dal concetto di donna promosso dal Governo Berlusconi. Di solito un cronista utilizza la terza persona per raccontare la realtà, ma in questo articolo parlerò di un episodio accaduto a me e ad altri colleghi, tutti presenti per testimoniare quanto accadeva e respinti con degli spintoni da alcuni (non tutti per fortuna) agenti delle forze dell’ordine e militanti del Pdl.

Arrivato al primo piano della palazzina di corso Vittorio Emanuele II che ospita la sede del Pdl a Torino, l’ingresso era bloccato. Gli agenti di piantone ci hanno spiegato che era in corso un’occupazione e per motivi di sicurezza non si poteva entrare. Poi finalmente è arrivato il permesso.
Abbiamo visto le ragazze, la cui intenzione era semplicemente di organizzare una conferenza stampa, spinte in un angolo, dalla parte opposta della sala i militanti pidiellini che rumoreggiavano cercando di coprire le loro voci. Alcuni rappresentanti del Pdl si sono avvicinati a noi. «Questa è casa nostra, allontanatevi». Spintone. «Sei un giornalista? Vattene fuori». Altro spintone, con contorno di insulti e minacce. I funzionari della polizia sono rimasti nel perimetro della sala, altri più esagitati hanno spalleggiato i militanti pidiellini, tra i quali un noto esponente del tristemente famoso Fronte della Gioventù, e quindi ci hanno letteralmente spinto fuori dalla porta.

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Giornalisti: storie allucinanti che nessuno ha raccontato (fino a ieri)

Via Terrelibere; da leggere: Quattro per cinque e da seguire l’omonima campagna

Qualcuno ha parlato, ma ha chiesto di rimanere anonimo. Qualcun altro ha scelto di firmare, ma non se la sente di rifiutare il lavoro sottopagato perché ha bisogno di soldi. Tutti hanno paura. Disponibili pure a Natale, per pochi spiccioli, ma senza diritti e dignità. Queste storie sono una prima breccia nel muro di silenzio. I giornalisti umiliati e sfruttati non devono sentirsi isolati. Non è un problema personale, ma collettivo. Il primo passo è immaginarsi come categoria.

In questa bacheca ci sono le storie di chi ha deciso di dire `basta` allo sfruttamento dentro e fuori le redazioni giornalistiche. Le storie non corrispondono alle adesioni della campagna perche` ci sono giornalisti che hanno deciso di inviare una testimonianza pur non sentendosi pronti a rifiutare il lavoro sottopagato. E viceversa c`è chi ha aderito senza inviare testimonianze. Alcune le pubblichiamo anonime, garantendo la riservatezza alle nostre fonti. A queste persone va tutto il nostro sostegno. A chi si espone e a chi non vuole dire il suo nome.

I giornalisti italiani hanno paura. Temono gli altri colleghi e l`editore, temono il sindacato che non li tutela. Hanno subito ricatti e intimidazioni all`interno delle redazioni perchè chiedono un lavoro dignitoso. Hanno motivo di credere che potrebbero perdere il poco ottenuto, cioè l`elemosina dei pochi euro a pezzo. Spesso i più timorosi non sono giovani alle prime armi, ma professionisti con dieci anni di esperienza alle spalle e le agendine piene di contatti che servono come il pane al datore di lavoro che li sfrutta. Ecco la verità nascosta dell`informazione italiana. I giornalisti precari e freelance sono minacciati dalle redazioni con cui collaborano nel momento in cui chiedono dignitose condizioni di lavoro. E` lo scandalo e la vergogna dell`informazione italiana.

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La finta intervista (con gobbo) a Berlusconi

Via Il Fatto Quotidiano Minzolini da settimane annunciava un colloquio con il presidente del Consiglio, un discorso su economia e finanza, a debita distanza da scandali sessuali e dall’inchiesta di Milano che l’ex notista politico, con vanto, più volte ha ignorato. Una strategia per ‘parlare d’altro’ e ‘sviare su Ruby e festini’, una strategia consigliata … Leggi tutto