Apostatici o integrati: Giacinto Pannella detto Marco

Via Centro Pannunzio Martedì 19 ottobre alle ore 16 al Circolo della Stampa in corso Stati Uniti 27 si terrà un pomeriggio in onore di Marco Pannella per i suoi ottant’anni. Interverranno personalità della cultura, del giornalismo e dello spettacolo coordinati da Valter Vecellio e da Pier Franco Quaglieni. L’evento, che ha carattere nazionale, sarà … Leggi tutto

Neppure una parolina in merito al caso Applestore di Grugliasco

Alessandro Gilioli ha scritto all’AD di Apple Italia su quanto accaduto all’Applestore di Grugliasco.
Apple ha risposto: no comment

Gentile dottor Enzo Biagini,,vedo che per quanto riguarda la vicenda di Grugliasco dobbiamo accontentarci di una sola versione, quella dei lavoratori licenziati, perché né Lei né l’ottimo ufficio stampa dell’azienda di cui Lei è a capo – Apple Italia – volete dire una parola in merito. Peccato: credevo che almeno le companies dell’hi tech – specie una creativa e innovativa come la Sua – tenessero alla trasparenza e all’immagine. Invece a quanto pare preferite mantenere il cupo silenzio dei vecchi padroni del secolo scorso.

Eppure una parolina in merito credo proprio che Le converrebbe dirla: è vero o no che avete spedito a casa tre dipendenti perché «non erano allineati al pensiero Apple»? E se sì, vuole esternarci le regole di questo “pensiero”, che (mi perdoni) puzza tremendamente di ideologia stalinista? E’ poi vero o no che avete chiesto loro di uscire dal retro? E se sì perché? Di che cosa vi vergognavate, cosa volevate tenere nascosto, che supplemento di umiliazione volevate infliggere?

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Un paese neanche lontanamente multietnico

Via Nonunacosaseria

In Esercizi di stile, Raymond Queneau presenta lo stesso episodio in novantanove modi differenti. E’ chiaro che ognuna di queste modalità enfatizza un aspetto anziché un altro e, quindi, la percezione stessa che dell’episodio si ha all’esterno.

Un uomo colpisce una donna, questa cade e, dopo giorni di sofferenza, muore.
Messa così, si tratta di un episodio che può trovare spazio in prima pagina sulla cronaca cittadina di un quotidiano locale (e nelle pagine interne di qualche giornale a diffusione nazionale – qualche, non tutti) esaurendosi nel giro di pochi giorni.

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La corruzione evidente o subdola delle redazioni dei giornali

Via LSDI

Un Rapporto realizzato per il Center for International Media Assistance (CIMA) denuncia la sottovalutazione del problema della corruzione nel giornalismo – ‘’ Siamo stati tanto impegnati a difendere i giornalisti da diventare troppo timidi nell’ analisi e nella denuncia di questo aspetto del nostro mestiere”, denuncia la Ricerca e indica una serie di misure per combattere ‘’il lato oscuro della professione’’ – Un ampio paragrafo viene dedicato alla situazione in Europa e Nord-America che risulta altrettanto – se non più –  preoccupante rispetto al resto del pianeta.

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Non siete abbastanza Apple: andate a casa

Maurizio Ternavasio via Lastampa.it

«Sono stato assunto dalla Apple il 2 settembre per occuparmi della vendita al pubblico e dell’assistenza nel nuovo store a Le Gru. Il 12 ottobre, prima che finisse il periodo di prova, mi hanno licenziato senza motivazione scritta». È disperato, lo “specialista” Marco Savi, 42 anni. «Ho lasciato un’attività in proprio perché per me, che sono nel settore da vent’anni, Apple era il punto di arrivo della carriera. Invece è stata una grandissima delusione. Ci hanno fatto fare un corso incentrato non sulla parte tecnica, ma sulla filosofia dell’azienda. Nello store eravamo tutti un po’ allo sbaraglio, senza nozioni sulle procedure di cassa e dei finanziamenti». Eppure l’entusiasmo era a mille.

«Il primo giorno ho lavorato più di 12 ore, e a settembre ho fatto 48 ore di straordinari. Poi sono cominciati i problemi: un giorno ho perso la voce e stavo male, ma i manager non mi hanno lasciato andare a casa, spostandomi in magazzino. Un collega è stato ripreso perché ha fatto una pausa di cinque minuti per prendere una pastiglia per il mal di testa. Lo scorso martedì, appena arrivato al lavoro – continua Savi – uno dei manager mi ha comunicato che non avevo superato il periodo di prova. Ci sono rimasto di sasso. Quando ho chiesto le motivazioni, prima mi è stato detto che non ero stato abbastanza “caloroso” nel salutare i clienti, e poi da un suo collega che non avevo sposato in pieno il “pensiero Apple”».

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Silvio Berlusconi al tavolo sindacale

Via Primapagina Noi apparteniamo alla Mondadori storica di Arnoldo e poi a quella del libertario Mario Formenton. Uomini a cui non era certo necessario chiedere garanzie, loro stessi erano il nostro passaporto nei confronti del potere economico e politico. Ma su Berlusconi gravano sospetti di natura politica, di aver fatto parte della P2 di Licio … Leggi tutto

Le relazioni pubbliche vincono contro il giornalismo di qualità

Via sito Ferpi

Ho trovato un altro studio in merito l’altro giorno che, più o meno conferma le conclusioni di Cardiff. Uno studio australiano negli anni novanta ha rilevato che un terzo dei contenuti sui media nazionali australiani deriva in tutto o in parte da comunicati stampa. La cifra sale al 70% in alcuni piccoli media. Un altro risultato fornito dallo stesso studio mostra un ulteriore effetto dell’industria delle Rp: solo nove comunicati stampa su 150 monitorati non sono stati utilizzati dai media. Significa il 6% per cento, che tradotto in altre parole vuol dire un 94% di tasso di successo. Un comunicato stampa, comprensivo di foto fornite dalla società – in questo caso un produttore di vino – è stato pubblicato sui giornali ben 69 volte. Se la percentuale di notizie “ufficiali” o generate dalle Rp è in crescita, come credo che sia… perché accade?

Innazitutto questa non è una novità. Per esempio, da che io posso ricordare, le campagne politiche sono state dominate dai sondaggi. I sondaggi sono acquistati o forniti gratuitamente da un gruppo di interesse e non sono mai particolarmente degni di fiducia, perché possono essere manipolati in qualsiasi modo. I proprietari di giornali hanno pregiudizi politici. Un giornale liberale dà spazio a moltissime notizie ufficiali di un governo liberale. Un giornale di destra darà spazio a molte più notizie ufficiali di un governo di destra.

Conoscendo le opinioni politiche dei proprietari, i giornalisti spesso si dedicano a ciò che io chiamo “censura preventiva” – scrivendo contenuti che compiaceranno il proprietario, il che, in effetti è un altro modo di fornire notizie ufficiali ai lettori. Il Times di Londra è controllato da Rupert Murdoch. Senza alcuna sorpresa, il giornale è stato molto critico verso la BBC in Gran Bretagna e Silvio Berlusconi in Italia, per citare solo due concorrenti.

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Ancora sulla candidatura al Nobel di Internet e sul marketing

Via Massimo Melica. Per completezza informativa la risposta del direttore di Wired a un precedente post sul tema.

Ci sono aspetti che reputo importanti e che non vanno mischiati con altre azioni. Da pochi minuti ho scoperto che la campagna finalizzata alla candidatura di Internet al premio Nobel per la Pace, altro non era che una campagna di marketing, commissionata da Wired Italia ad un’agenzia di comunicazione. Non c’è nulla di male in tutto questo, ci mancherebbe altro ma allora perchè non dichiararlo?

Il mio motivo di doglianza nasce dal fatto che se avessi saputo che “Internet for Peace Nobel 2010 candidate” era una campagna di marketing non avrei aderito mettendoci la mia faccia, come riportato nella foto, che per alcuni mesi è stata nel mio profilo di Facebook.

Rimango deluso nel vedere la pagina del “57° International Advertising Festival” Cannes 2010 che riporta la partecipazione della rivista Wired alla categoria: “Best Use of Social Media Marketing” dove deduco che la finalità sociale altro non è stato che “un espediente” per garantire alla rivista promotrice ampio risalto e notorietà.

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Family horror show

Mercoledì 13 ottobre dalle ore 20.30 alle ore 22.30 circa andrà in onda in diretta su Quartarete TV, la puntata di Balon “Family horror show” : il caso Sarah Scazzi, i limiti dell’informazione, i problemi della comunicazione in famiglia. Saranno presenti: Franco Prina, sociologo della devianza, Pier Maria Furlan, psichiatra, Mariella Piccione, resp. familia Vittorio … Leggi tutto