Mercoledì 30 giugno, alle 20.30, nella Sala Roccati al Circolo della Stampa in corso Stati Uniti 27 a Torino, è in programma Donne in rete, incontro delle giornaliste del Piemonte. Confronti tra professione e vita privata: come uscirne vive? L’altra metà del cielo del giornalismo si interroga e propone strategie.
Rete richiama i concetti di relazione, stare insieme, incontrarsi e condividere risposte ai problemi. Le condizioni di lavoro delle giornaliste sono molto diverse dal punto di vista economico, contrattuale, della posizione professionale, ma restano difficoltà comuni. Sempre più donne entrano nella professione: tuttavia, resta profondamente “maschile” per i tempi, totalizzanti e sregolati, per organizzazione del lavoro e per il persistere di pregiudizi discriminatori.
«Buongiorno dottoressa. Il direttore generale la aspetta nel suo ufficio». La voce della segretaria lasciava intuire un certo distacco. Strano. Torni dalla maternità, di solito i colleghi ti accolgono con un sorriso e mille domande. Come va la piccola? Piange? Come ti sei organizzata a casa? Stefania Boleso, 39 anni, marketing manager di Red Bull Italia (multinazionale austriaca presente in oltre 180 Paesi, ndr) non ha voluto ascoltare quel brivido di disagio. Come uno sportivo che si è preparato al meglio, dopo dieci mesi di maternità era stanca di immaginare la gara imminente. Baby sitter assunta a tempo pieno, marito pronto a dare una mano nelle emergenze: meglio scendere in campo e giocare. E allora via, dal capo. «Buongiorno Stefania. Scusa ma… Per motivi di costi la tua posizione non è più prevista». Tradotto: devi andartene. Con le buone o con le cattive. «Non dimenticherò mai quell’attimo — racconta adesso Stefania Boleso —. Erano le dieci del mattino del 30 settembre scorso. E’ stato come essere lasciata dal primo amore».