Un ridicolo mondo giornalistico italiano tenta con un ridicolo sindacato di fare un ridicolo contratto

glutei di massaUna premessa doverosa: qualsiasi contratto fatto oggi per i giornalisti italiani ha del ridicolo dato che il problema che non si vuole affrontare è che il sistema sta crollando e qualcuno cerca ancora di ballare sul ponte del Titanic con cotillon, pasticcini in bocca ed escort al fianco. La speranza è che in tempi brevissimi tutti coloro che hanno tolto dignità sociale, economica e professionale al mestiere dell’informazione in Italia siano spazzati via dal tornado della giustizia amministrativa e penale e dal turbinio della crisi economica. Nel frattempo il sindacato sta tentado di gestire in maniera amical – clientelare il nuovo contratto nazionale di categoria. In molti si stanno opponendo a questo stato delle cose ed hanno promosso una petizione che invito tutti a firmare per fermare l’ennesima follia:

Siamo sconcertati del decorso delle trattative per il rinnovo del contratto dei giornalisti. Quando la riservatezza diventa eccessiva, è lecito temere che gli accordi che si stanno per concludere siano fortemente penalizzanti per qualcuno e per qualcosa. In questo caso per i giornalisti e per il giornalismo.

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Dell’intoccabilità dei giornalisti, della loro difesa a oltranza di colleghi inguardabili e della caduta dal piedistallo

Alessandro Gilioli ha scritto un articolo da far leggere a tutte le persone che credono nella civiltà e nella civiltà dell’informazione. Per correttezza ne cito solo i passi salienti,  La forza e il contenuto della rivoluzione che propone sarebbe normalità altrove, qui è ancora atipia.

Quando ho iniziato a fare questo mestiere, noi venivamo educati all’idea che i giornalisti giudicano ma tendenzialmente non devono essere giudicati. Era una sorta di immunità presunta, derivata dal postulato secondo il quale il giornalista raccontava fatti e/o esprimeva opinioni sempre in buona fede, senza cointeressenze personali, senz’altre ambizioni che non fossero quelle di fare il cronista o di contribuire al dibattito politico, culturale, economico etc.  Era una balla, naturalmente: i giornalisti – in buona parte – non sono mai stati così, almeno in Italia. Siamo sempre stati una categoria in cui alle non moltissime schiene diritte si mescolavano le penne a zerbino: per conformismo, convenienza, ambizione personale, fedeltà di partito, subalternità ai poteri, complicità, privilegi piccoli o grandi e altre ragioni ancora.

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L’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e il suo nulla pneumatico

Con tutto quello che sta succedendo e cambiando nel mondo del giornalismo e dell’edtoria l’oridne dei giornaliati del Piemonte riesce prima in tutto e per tutto a organizzare solamente una cermonia per i giornalisti anziani che viene raccontata in un articolo così scritto …   (il fatto che l’articolo è scritto due volte non è un erore del bloggante … è scritto proprio così .sul sito odg)

Martedì 10 dicembre si è svolta in Palazzo Ceriana Mayneri l’aanuale cerimonia che vede protagonisti i colleghi iscritti all’Albo dei Giornalisti da 40, da 50 e da 60 anni.

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La follia dell’apparato delirante dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte: pronti per #OccupyOdg

Volendo fare un lavoretto per benino per commentare i risultati dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte non ho ancora trovato il tempo di scriverlo: in effetti ho cosucce da seguire :-) . In compenso la follia dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte e la non volontà di trasparenza verso l’esterno di quanto avviene in un ente di … Leggi tutto

Alberto Sinigaglia di nuovo presidente dell’Ordine de giornalisti del Piemonte

Da sito odg del  Piemonte Il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte questa mattina ha eletto presidente Alberto Sinigaglia, vice-presidente Ezio Ercole, segretario Andrea Caglieris. Il Consiglio è inoltre composto da Emmanuela Banfo, Mario Bosonetto, Franca Giusti, Franco Leonetti, Giorgio Levi, Maria Teresa Martinengo. Revisori dei conti: Giuseppe Biasutti, Luca Rolandi e Raffaele Sasso. Nel … Leggi tutto