Uno scandaloso Giorgio Napolitano

Giorgio Napolitano ha invitato i giornalisti a non fare il loro mestiere: indagare e informare Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano torna a parlare del caso Monte dei Paschi e lancia un nuovo invito a raffreddare il clima intorno allo scandalo della Banca senese. Dopo essersi schierato ieri in difesa della Banca d’Italia e delle … Leggi tutto

La fotografia dell’uso del digitale da parte dei giornalisti italiani

Noi del gruppo Qualinfo abbiamo realizzato una ricerca sul rapporto fra i giornalisti italiani e il mondo digitale, L’ intera comunità dei giornalisti italiani usa ormai costantemente Internet per lavoro e due giornalisti su tre  utilizzano, almeno una volta alla settimana,  strumenti digitali più complessi  (aggregatori, newsfeed, Gdoc, Skype), ma più della metà non possiede … Leggi tutto

Il mercato del lavoro stagnante, non meritocratico e gerontocratico del giornalismo italiano

Alessia Cerantola racconta in un lungo e dettagliato articolo su Lsdi i mali del giornalismo italiano

I giornalisti che fanno domanda di una posizione a tempo pieno spesso incontrano un sistema di reclutamento che si basa ampliamente sul nepotismo. Se si chiede come siano riusciti a ottenere un contratto regolare a tempo pieno, molti giornalisti si riferiscono alla fortuna, altri semplicemente non rispondono.

Le offerte di lavoro nel settore del giornalismo sono pubblicizzate di rado e il processo di assunzione dipende perlopiù dalle proprie conoscenze. Questo meccanismo influisce pesantemente sulla qualità dei giornalisti delle redazioni, che non sono assunti necessariamente in base al proprio merito.

“La ragione per cui il giornalismo italiano, in particolare quello televisivo, è di qualità molto bassa è dovuto al fatto che la selezione degli individui che sono ammessi nel sistema avviene dopo l’esclusione delle persone migliori, e di chiunque desideri occuparsi di giornalismo come servizio pubblico”, ha detto Wolfgang Achtner, un giornalista televisivo che vive a Roma lavorando come corrispondente per ABC news, CNN e Press TV e con una lunga esperienza sulla televisione italiana.

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Porci al lavoro in redazione

Tutto da leggere Il Porco al Lavoro un blog sull’esperienza di Olga, giornalista professionista freelance che racconta la storia di una violenza sul lavoro fatto di ricatti sessuali e mobbing. Quindi tutti sono amici di tutti. Eccolo il bel mondo del giornalismo italico. D’altra parte questa non è una novità. Già durante il master certe … Leggi tutto

Giornalismo digitale e contratti esistenti: una FAQ utile

Via LSDI Il giornalismo online continua a crescere, ma ancora non è stato affrontato con chiarezza il problema della contrattazione. Un quadro, con luci e (molte più) ombre,  dei contratti in vigore e le prospettive della legge sull’ equo compenso: 1) Quanti e quali contratti esistono nel mondo del giornalismo? 2) Quali parlano esplicitamente di … Leggi tutto

Parte nel 2013 la formazione professionale obbligatoria per i giornalisti

Dal sito dell’Odg Toscano Scatterà dal 2013 la formazione professionale obbligatoria e permanente anche per i giornalisti: è questo infatti uno degli aspetti più importanti della riforma che ha interessato tutti gli ordini professionali Ogni giornalista in attività dovrà acquisire 60 crediti formativi in 3 anni: la formazione sarà fatta su materie che riguardano in … Leggi tutto

Approvata la legge dell’Equo compenso: fumo negli occhi per non discutere dei problemi seri

Con una non comune pomposità è stata celebrata dal sito nazionale dell’Ordine dei Giornalistil’approvazione della normativa sull’equo compenso che come la altrattanto decantata Carta di Firenze non servirà a un’emerito nulla. E inutil infarcire il codice di norme nuove e non essere tassativi nell’applicazione delle pre esistenti, fino a che tutti gli enti del giornalismo … Leggi tutto

La fabbrica dei giornalisti e la crisi di un sistema vecchio e oramai sui ruderi

Via LSDI

Sono oltre 112.000 i giornalisti in Italia: il triplo che in Francia, il doppio che in Uk.  Ma solo il 45% sono attivi ufficialmente e solo 1 su 5 ha un contratto di lavoro dipendente, (guadagnando però 5 volte più di un freelance e 6,4 volte più di un Co.co.co). Intanto i rapporti di lavoro subordinato continuano inesorabilmente a calare (meno 5,1% dal 2008) e l’ età media degli attivi a crescere

Sono alcuni dei dati che emergono da ‘’La fabbrica dei giornalisti’’, l’ aggiornamento del Rapporto sulla professione giornalistica in Italia curata da Pino Rea per Lsdi che verrà presentato la mattina del 30 novembre a Roma, nella sede della Fnsi (Corso Vittorio Emanuele II, 349), alle ore 10,30.

All’ incontro – che per il terzo anno consecutivo farà il punto sulla condizione del lavoro giornalistico nel nostro paese – interverranno,  insieme a Franco Siddi e Roberto Natale, segretario generale e presidente della Fnsi, i presidenti degli altri istituti di categoria, Andrea Camporese (Inpgi), Daniele Cerrato (Casagit), Marina Cosi (Fondo complementare) ed Enzo Iacopino (Ordine).

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In carcere in giornalisti che non sanno fare il loro lavoro o che lo fanno volutamente male (molti)

Se un medico uccide un paziente deve subire una pena. Se un giornalista uccide il cervello e la vertià deve passare inosservato e fuori dalla giustizia ? Non va bene ! Così si farebbero fuorio molti giornalisti pecorecci e parziali. (via Stefano Tesi)

In sintesi: dovendo per definizione il giornalista essere terzo e imparziale (il che non vuol dire non avere opinioni, ma vuol dire non farsi accecare da esse al punto da travisare i fatti, piegando la cronaca alle idee personali), è ammissibile l’esistenza di giornalisti-militanti? Cioè di giornalisti che sono dichiaratamente di parte, tifano, fanno politica, leggono a un libro solo, indagano da una parte sola, si schierano non solo in termini generici, bensì proprio nella lettura dei fatti di cui si occupano?

Secondo me, no.

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