Blogstar o presunte tali versus Giuseppe Grillo

Via Paul the wine guy

E’ palese che il blog di Beppe Grillo sia un’entità a se stante nella brodaglia della blogosfera.
Gli altri blogger d’una certa caratura lanciano spesso frecciatine al panzone barbuto. Non sulla grillosofia (contestabile o meno) ma proprio stoccatine sul suo modo di gestire il blog, o il non-blog, per alcuni.
Io queste ripicchette da asilo mariuccia le ho sempre trovate esilaranti e le ho raccolte qui:

Beppe Grillo non commenta / non è partecipativo / non è 2.0
Genialata detta tra i tanti anche da un Mantellini che appena uno scoreggia più forte blocca i commenti e che il massimo di collaborativo è stato quello di chiedere come resettare l’Ipod della figlia.
Mecojoni.
Del resto è facile replicare a +1000 commenti quotidiani per post, eh. Macchianera o Daveblog rispondono a tutti? Wittgenstein? (ah, no, lui nemmeno li ha, i commenti.) Qualcuno li considera esseri bloggoimpuri al pari di Grillo? Non mi sembra.
Già deve ripondere a Mastella, figurarsi se ha la voglia di rispondere ai complottisti del signoraggio.
Grillo non partecipa ai barcamp, non mema, non linka. Non si mescola al resto della brodaglia.
E aveva giusto un impegno, il giorno del RomagnaCamp, eh.
Non importa se ad ogni spettacolo parla di Wikipedia, Skype e della potenza della rete. Sempre sia ringraziato per non ha creato la sua isoletta su Second Life preferendo YouTube e Feedburner usandoli tra l’altro magistralmente.
Secondo alcuni babbascioni però lui non può arrogarsi il diritto di essere (anche) un divulgatore informatico perchè non twittera. Grazie a Dio, aggiungo.

Beppe Grillo utilizza la barra laterale per promuovere i suoi libri e DVD
Perla di saggezza proposta dal Pasteris. Una cosa del genere, da lui che (come il 99,9% della blogosfera, tra cui io) utilizza i Google Adsense. Meglio un libro sui precari dal download gratuito o promuovere il mai-più-senza blog di Valeria Bocca tramite gli annunci di Google? Business is business. Ma solo per Grillo, perchè Luttazzi è dei nostri e lui può pubblicizzare i suoi libri.
Perchè far conoscere le proprie iniziative (ripeto, giuste o sbagliate) deve diventare *per forza* brand awareness? Grillo lo conoscevamo già prima e non è un dentrifricio.
Beppe Grillo ha una redazione
Lui rischia denunce vere per ogni virgola che aggiunge nei suoi post. Anche se avesse uno stuolo di avvocati che controlla punto per punto l’inattaccabilità dell’articolo, che vi frega?
Devo per forza snocciolare una lista di blog che fa altrettanto?
Il succo della polemica quindi è che sotto la sua firma si nascondono altri scribacchi malpagati.
Con parole vostre, questo sminuisce forse il suo messaggio (giusto o sbagliato?).
Quindi mi state dicendo che gran parte delle puttanate scritte da Vittorio Feltri o da Maurizio Belpietro sono scritte di loro pugno? Chi l’avrebbe mai detto.
Il blog di Beppe Grillo ha dei commentatori anomali / stupidi / che non seguono il topic / che conoscono solo quel blog
E quindi? E’ colpa sua? La rete non si è liberata del Saitta, di Prospero Pirotti e del blog di Flavia Vento e ci deve pensare lui da solo nei suoi commenti? Uazuazuaz.
Blogger gelosetti.

2 commenti su “Blogstar o presunte tali versus Giuseppe Grillo”

  1. Ciao,
    non penso che rispondere a delle critiche in questa maniera entri nel merito. Mi spiego meglio (spero): se io ti muovo una critica e sono in malafede, credo che il modo corretto di rispondere non dovrebbe limitarsi a denigrarmi, cosa che, non entrando nel merito, non chiarisce i dubbi sollevati. Mi sembra che le obiezioni che riporti forniscano degli spunti interessanti, ma tutte le risposte che dai si basano esclusivamente sulla scarsa autorevolezza di chi ha sollevato la questione, evitando di entrare nel merito. Per cui credo che gli interrogativi (non ha importanza chi sia stato a porli) restino.
    Con i miei migliori saluti.

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