Quando i dubbi di tutti si fanno realtà: l’evasione di chi sospettavamo da tempo

Gianni Barbacetto Via Il Fatto Quotidiano

Eccoli, i risultati del blitz di fine anno nella vippissima Cortina. “Operazione mediatica”, aveva subito tuonato il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto. “Roba da Stato di polizia fiscale”, aveva protestato Maurizio Fugatti, capogruppo della Lega alla commissione Finanze della Camera. Il 30 dicembre, poco dopo Natale e due giorni prima di Capodanno, 80 funzionari dell’Agenzia delle entrate erano sbarcati a Cortina per un controllo fiscale.

Non proprio un cinepanettone (“Vacanze a Cortina”? “Sotto lo scontrino niente”? “Innocenti evasioni”?), ma un’operazione di verifica nella perla delle Dolomiti, e nel periodo più glamour dell’anno. Immediatamente criticata da una parte della politica come esibizione di forza, come esempio di vessazione dei poveri cittadini indifesi.

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I 20 anni di Internet Society

Via Internet Society The Internet Society is proud to announce its 20-year anniversary. The organization was founded by two of the fathers of the Internet – Vint Cerf and Bob Kahn – to facilitate and support the evolution of the Internet and its beneficial use. Over the past two decades, the Internet Society has been … Leggi tutto

La strada verso Firefox 11

Via Webmasterpoint La versione 11 di Firefox porterà con sé moltissime novità che potrebbero aiutare il browser di Mozilla a recuperare terreno nei confronti di Google Chrome, che sta conoscendo una grandissima diffusione proprio a spese di Firefox. Firefox 11 Aurora è disponibile per il download su Windows, Mac, Linux e Android ed è proprio la versione per … Leggi tutto

La storia di LSDI diventa una tesi

Bravini questi tipi di LSDI :-))) Sviluppi e problemi dell’ informazione e della professione giornalistica analizzati anche attraverso l’ esperienza di Lsdi nella tesi con cui una studentessa croata si è  laureata in Scienze della Comunicazione sociale all’ Università Pontificia Salesiana di Roma e che qui pubblichiamo – ‘’IL GIORNALISMO NELL’ ERA WIKI. Dall’informazione partecipata … Leggi tutto

Raphael Rossi non è più il presidente dell’azienda di igiene ambientale di Napoli

Via QP Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, ha dato così la notizia della sostituzione di Rossi con Raffaele Del Giudice per la gestione del problema rifiuti: “Raphael Rossi non sarà più il presidente dell’Asìa ma continuerà a collaborare”. All’inizio del mandato Rossi, noto per l’inchiesta giudiziaria sull’Amiat di Torino, sosteneva: “La sfida. Per chi, come me, si … Leggi tutto

Gli auguri digitali di un tardivo digitale

Ilvo Diamanti su Repubblica

Durante queste festività ho ricevuto meno messaggi augurali, rispetto agli ultimi anni. Quasi metà, in confronto all’anno scorso. Alla ricerca di spiegazioni accettabili, ho escluso subito che possa trattarsi di ragioni che mi riguardano direttamente. La mia rete di relazioni  –  pubbliche e private  –  è la stessa degli ultimi anni.

Ho pensato, allora, che si stia consumando, rapidamente, la “fine degli auguri”. Coerente con la nostra era secolarizzata, senza santi e senza sacro. Ma si tratta di una tendenza in atto da tempo. Perché mai dovrebbe produrre questi effetti proprio ora? Stessa obiezione all’ipotesi che il rito degli “auguri” sia frustrato dalla paura del futuro. L’anno appena iniziato, d’altronde, non promette niente di buono: Ma lo scenario degli ultimi due anni non era molto più rassicurante. E allora perché questo calo improvviso?

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Un problema serio di information overload: Too big to know

Via Salon The last two decades have completely transformed the way we know. Thanks to the rise of the Internet,  information is far more accessible than ever before. It’s more connected to other pieces of information and more open to debate. Organizations — and even governmental projects like Data.gov — are putting more previously inaccessible … Leggi tutto

Pubblicisti brava gente – update

Franco Abruzzo nota che qualcosa non quadra nell’intervento del presidente ODG sulla questione dei pubblicisti

Chi ha frequentato le facoltà di giurisprudenza o di Scienze politiche sostiene nel primo anno l’esame di Diritto costituzionale o di Diritto pubblico e, quindi, sa perfettamente che le leggi hanno un cappello che guida la lettura di tutto l’articolato. Questo principio è stato rispettato dal Governo Berlusconi quando ha varato il dl 138/2001 convertito dal Parlamento con la legge 148/2001. Questa legge è importante perché contiene un articolo 3, comma 5, che disegna la più radicale riforma degli ordinamenti professionali dopo 30 anni di dibattito. Va letto in simbiosi con le direttive comunitarie che dal 1988 in poi richiedono ai professionisti una laurea almeno triennale e un “esame attitudinale” (equivalente al nostro esame di Stato previsto dall’articolo 33, V comma, della Costituzione, per “l’abilitazione all’esercizio professionale”). E’ altresì noto che le direttive comunitarie prevalgano sulla normativa interna o nazionale. Per quanto riguarda l’Ordine dei giornalisti l’Europa ne ha previsto la legittimità (in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5828) al pari della Corte costituzionale (sentenza 11/1968 in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5813).

Oggi Enzo Iacopino, con un lunghissimo articolo, omissivo in alcune parti essenziali, tenta di dimostrare che i dl 138, 183 e 201/2011 non parlano dell’esame di stato e scrive testualmente nell’articolo pubblicato qui sotto: “La legge in vigore prevede l’abrogazione delle norme esistenti solo nelle parti che sono in conflitto con le lettere da a) a g) dell’articolo 33 (?, ndr) comma 5. Il legislatore non ha scritto, ad esempio, che vengono abrogate le norme che siano in contrasto con quanto previsto dall’articolo 33 (?, ndr) comma 5 fino alla lettera g) compresa. Ma solo con quanto dettato dalle lettere da a) a g). Il primo capoverso del comma 5, dunque, non è richiamato: era questo che faceva riferimento all’esame di Stato ed è questo che aveva indotto i colleghi pubblicisti ad una ribellione sacrosanta, che ho cercato di rappresentare al presidente Monti, pubblicamente nel corso della conferenza stampa e, sia pur brevemente, in privato”. Ma cosa dice il preambolo/premessa denominato “comma 5”? Eccone il testo:

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Eutelia ha dei nuovi proprietari

Via Punto Informatico

La notizia pare ufficiale: Eutelia passa alla cordata denominata “Pier della Francesca”, guidata da l’ex-Cisco Mark De Simone e Piergiorgio Rossi, quest’ultimo ex CFO del Gruppo Marconi.

La cordata, che è pronta a investire in cinque anni fino a 100 milioni di euro, è partecipata al 90 per cento dal fondo lussemburghese Hirsch e al 10 da Cloud Italia. Per completare l’operazione sarà creata un’apposita società con un consiglio di amministrazione di 5 membri: 3 nominati dalla prima e due dalla seconda.

I commissari straordinari dell’azienda di Arezzo, Daniela Saitta, Francesca Pace e Gianluca Vidal, che da 18 mesi sono sul caso, hanno ufficializzato la decisione e sembra abbiano già spedito una comunicazione ufficiale al Ministero per lo sviluppo economico con la conclusione della gara.

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La storia del flop di Webos

webosIl NYT racconta la storia del flop di HP nel mercato dei tablet e del suo Webos

The TouchPad tablet from Hewlett-Packard was one of the most closely watched new gadgets of 2011 — and quickly turned out to be the year’s biggest flop. The TouchPad, which was supposed to be a rival to Apple’s iPad, lasted just seven weeks on the market before H.P. killed it, citing weak sales.
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Analysts point to a long list of factors behind the tablet’s quick demise. But some of the people involved in creating the tablet’s core software now say the product barely had a fighting chance.

That software is called WebOS, an operating system built on the same technology used by many Web browsers. It promised to be more flexible and open than Apple’s tightly controlled iOS software, and more beautiful than Google’s sometimes wonky Android system. H.P. acquired Palm, the maker of WebOS, for $1.2 billion in 2010 so it could use the software in products like the TouchPad.

WebOS turned out to be something of a toxic asset. Several former Palm and H.P. employees involved in WebOS say that there was little hope for the software from the beginning, because the way it was built was so deeply flawed.

“Palm was ahead of its time in trying to build a phone software platform using Web technology, and we just weren’t able to execute such an ambitious and breakthrough design,” said Paul Mercer, former senior director of software at Palm, who oversaw the interface design of WebOS and recruited crucial members of the team. “Perhaps it never could have been executed because the technology wasn’t there yet.”

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