Con Internet è cambiato tutto alla scuola di giornalismo della Columbia University fondata a New York da Joseph Pulitzer: le vecchie macchine da scrivere sono finite in un’aula museo, i corsi sono tutti multimediali. Ma le regole del buon giornalismo sono rimaste le stesse del manuale News Reporting and Writing (alla sua 12ª edizione) di Melvin Mencher, professore emerito. Se n’è aggiunta solo una, piuttosto ingombrante: padroneggiare i nuovi media.
L’analfabetismo digitale non è plausibile nel giornalista del nuovo millennio, che deve sapersi destreggiare con la costruzione di siti Web, l’uso di gadget tecnologici e software di ogni tipo. «E’ la convergenza, bellezza» riassume il vecchio professore in una battuta all’ex alunna tornata a trovarlo nel venticinquennale della laurea. «Ma il mezzo più prezioso resta sempre il cervello».
Media
Il pasticciaccio di Mediaset Premium
I post più letti di questo blog sono quelli relativi ai disservizi di Mediaset Premium I post più commentati di questo blog sono quelli relativi ai disservizi di Mediaset Premium Se ne leggono di tutti i colori sulle difficoltà a essere accontentati e anche solo ascoltati da un improbabile servizio clienti. E’ incredibile vedere come … Leggi tutto
Un Avvenire taroccato attaccato da un Giornale
A gentile richiesta si propone commento sulla brutta storia dell’articolo taroccato dell’ Avvenire contro Berlusconi messo a contorno di pagine sul tema su La Stampa cartacea e sulla violenta reazione politica del Giornale. Un errore incredibile e intollerabile per un giornale che pare cercare di rimanere credibile e sensato. Una stupidata senza senso. Seguita da … Leggi tutto
Sui giornali arriva la pubblicità in video
Le pagine stampate dei giornali prendono vita. Non si tratta però della magia che anima il Daily Prophet visto nei film di Harry Potter, bensì dell’ultima frontiera tecnologica, il cosiddetto inchiostro elettronico, con il quale sono costruiti gli schermi ultrasottili e ultra leggeri che verranno inseriti nel prossimo numero di Entertainment Weekly negli Usa.
Aprendo le pagine del mensile statunitense si accederà il video che mostra uno spot del network televisivo Usa CBS e della Pepsi sulla programmazione tv della prossima stagione. Il sistema ricalca concettualmente i biglietti di auguri elettronici che fanno partire la musica quando vengono aperti. Solo che, oltre alla musica, ora partono anche le immagini. In totale, si tratta di video di circa 40 minuti, che si può rivedere quante volte si vuole, grazie al fatto che gli schermi prodotti dalla LA-firm Americhip (che hanno uno spessore di 2,7mm e risoluzione 320 per 240 pixel), sono date di batterie ricaricabili attraverso una mini porta Usb.
A Napoli Forcella i decoder del digitale terrestre taroccati
Dieci euro per un decoder «standard» rigorosamente cinese, centottanta per uno «tarocco», che ha già la predisposizione per vedere (senza pagare) un anno di canali criptati. Il mercato del vero-falso-taroccato varca anche la frontiera del digitale terrestre; per entrare nel nuovo mondo ai margini della legalità basta superare la soglia della Duchesca.
Per adesso il mondo dei venditori non è ancora pienamente attrezzato: «Cerchi decoder? Vieni a settembre, non è ancora il momento giusto». Anche i più forniti sono in difficoltà. È ancora tempo di (poche) autoradio, di telefoni cellulari e videocamere digitali: da mettere in vendita con fare circospetto, sempre con il pericolo del «pacco» dietro l’angolo. Ma la piazza si sta organizzando per l’avvento ufficiale della nuova tecnologia in Campania. Un rivenditore paziente spiega che gli ordini sono partiti a fine giugno ma il «materiale» arriverà solo alla fine di agosto. Quindi le bancarelle saranno pronte all’assalto del digitale terrestre solo alla fine delle vacanze.
La newsroom del futuro o del presente
La newsroom del WSJ (via Nextnewsroom)
Cercando notizie su Rockmelt
Cercando notizie su Rockmelt si incontrano altri che le cercavano e le trovavano via Gennaro Carotenuto
Rockmelt, il post-browser annunciato dall’inventore di Mosaic e Netscape, che promette entro fine anno di rappresentare una novità importante. Stavo cercando notizie e non ho potuto fare a meno di notare che il pezzo di Repubblica a firma di tal Giovanni Gagliardi, è una copia conforme ma più povera del pezzo del New York Times pubblicato il 13.
Sembra abbastanza evidente che Gagliardi si sia limitato a riportare quanto scritto dal quotidiano statunitense senza citare, verificare, indicare la fonte, insomma senza nulla di quanto obbligatorio fare per un buon giornalismo.
Google books accetta i Creative Commons
Some very exciting news for authors, publishers, and readers: Today, Google launched a program to enable rightsholders to make their Creative Commons-licensed books available for the public to download, use, remix, and share via Google Books.
Analizzando il digitale (terrestre) italiano
Una analisi di Aldo Grasso sulla situazione del mercato televisivo italiano
C’è molta agitazione nell’etere. Di solito, l’estate rappresenta un momento di calma per le tv: riciclano il magazzino, ripropongono per l’ennesima volta «La signora in giallo», si collegano con qualche località turistica disposta ad accollarsi le spese di realizzazione. Quest’anno invece si respira il nervosismo tipico delle grandi trasformazioni: la posta in gioco è molto alta perché il ruolo della tv, legandosi sempre più indissolubilmente agli altri media (Internet, telefonia fissa e mobile…), resta centrale nel panorama mediatico. È intervenuto persino il capo dello Stato per chiedere spiegazioni sullo scioglimento della convenzione tra Rai e Sky.
Com’è noto, Viale Mazzini non ha più rinnovato il contratto che le permetteva di fornire alla tv satellitare le sue reti generaliste, più altri canali «extra ». Per ora è ancora possibile vedere Raiuno, Raidue e Raitre ma da qualche giorno molti programmi sono criptati (la partita Inter-Lazio ma anche vecchi telefilm): un preciso segnale (anzi, una mancanza di segnale) di sgarbo, se non di provocazione.
Commissionare omicidi per far aumentare lo share TV
Commissionava omicidi per aumentare lo share del suo show televisivo. Questo, secondo il capo della polizia Thomaz Vasconcelos, il modus operandi di Wallace Souza, deputato e speaker televisivo di una popolare trasmissione brasiliana.
Secondo le forze dell’ordine, Wallace selezionava il suo obiettivo, lo faceva uccidere e dava l’anteprima ai suoi reporter che arrivavano sul luogo del delitto sistematicamente prima della polizia locale. Per il presentatore, oltre all’accusa di complicità in cinque omicidi, anche quella di spaccio di droga. Per Vasconcelos, infatti, il deputato si sarebbe specializzato nell’uccidere altri trafficanti «per liberarsi dei suoi rivali e aumentare l’audience del suo show televisivo».
Ricette indigeste per l’editoria
Si è accentuato in questi giorni il dibattito sul pagamento delle notizie on line lanciato da Murdoch e ripreso da altri editori. Non più tardi di ieri sono filtrate indiscrezioni secondo le quali “The Guardian” stesso starebbe pensando ad un’area riservata a pagamento, << un club >>, all’interno del proprio sito.
In Italia ci limitiamo a seguire il dibattito ed in realtà nessun quotidiano/editore ha annunciato di voler seguire la strada del pagamento delle notizie on line. Sembrano tutti molto cauti e, seppur possibilisti al riguardo, il tema alle nostre latitudini resta ancora relativamente marginale.
La FIEG studia il passaggio ai contenuti a pagamento
L’ANSA ci racconta che esiste un prestigioso steering commitee FIEG sulle news a pagamento
Le news on line a pagamento potrebbero essere introdotte presto anche in Italia. A pochi giorni dalla sfida lanciata dal magnate australiano Rupert Murdoch, che ha annunciato che entro un anno i suoi media faranno pagare l’informazione sul web, il presidente della Federazione italiana editori giornali, Carlo Malinconico, in un’intervista all’ANSA spiega che è già al lavoro un comitato per individuare le possibili formule, da sottoporre poi alla libera scelta di ogni editore. Parole chiave: flessibilità, prezzi ragionevoli e condizioni trasparenti da parte di motori di ricerca e provider. “C’é la profonda convinzione, da parte degli editori – sottolinea Malinconico – della necessità di valorizzare con ogni mezzo il prodotto editoriale proprio nel momento in cui si accetta la sfida della convergenza multimediale. Occorre fare i conti con il luogo comune secondo cui l’informazione deve essere gratuita, dimenticando che per produrre i contenuti giornalistici i costi sono rilevanti. Senza risorse non c’é qualità. Ma dobbiamo evitare l’illusione che il passaggio sia semplice e indiscriminato”. Anche per questo la Fieg ha creato “un gruppo di lavoro, uno ‘steering committee’, presieduto da Piergaetano Marchetti – annuncia – che affronterà il tema della valorizzazione dei contenuti editoriali in relazione alle nuove tecnologie informatiche e di comunicazione”.