Prendi i soldi e scappa ovvero come gli editori italiani derubano collaboratori e redattori

Via Valigia Blu

Qualche mese fa, in seguito alla segnalazione di un giornalista freelance non pagato, Arianna Ciccone aveva provato a ricostruire i passaggi di proprietà della rivista Maxim, per capire su chi ricadesse la responsabilità dei debiti contratti durante la vecchia gestione. Anche il blog L’isola dei cassintegrati ha seguito il caso (123) e da allora non abbiamo smesso di ricevere segnalazioni. Truffa sistematica o delinquenza occasionale?

Sfogliando le tante pagine di dichiarazioni e informazioni raccolte in questi mesi sul «caso Maxim» ho l’impressione di avere tra le mani un puzzle quasi completo che lascia poco spazio alla fantasia: il classico paesaggio ricostruito nei particolari a cui mancano solamente un centinaio di tasselli azzurro cielo. Sebbene questa storia presenti ancora molti vuoti (che speriamo possano essere chiariti grazie all’aiuto della Fnsi), i pezzi di cui siamo in possesso parlano da soli: collaboratori non pagati, redattori in attesa di stipendio da mesi, contratti farocchi, fallimenti fantasma, passaggi di proprietà fittizi e un direttore riluttante a dare risposte (ma felice di far parte della giuria di Veline).

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Delle dimissioni Malinconiche

Via Corriere.it Il presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti ha ricevuto questa mattina a Palazzo Chigi il sottosegretario alla presidenza del consiglio per l’editoria, Carlo Malinconico. Il sottosegretario si è dimesso perchè avrebbe soggiornato in un albergo lussuoso a spese di un imprenditore della «cricca», secondo la ricostruzione degli inquirenti pubblicata su alcuni giornali. … Leggi tutto

La fine della fuffa nella misurazione dei dati sui giornali cartacei

Era ora che ci si decidessero a misurare con maggiore serietà i numeri dell’editoria. vediamo come va a finire … Via pubblicitàitalia Fieg, in rappresentanza degli editori e Upa, in rappresentanza delle aziende che investono in pubblicità e dei loro centri media, hanno condiviso la necessità di rendere più facilmente accessibili i dati relativi alla … Leggi tutto

Caro Mario Monti: l’editoria non è la Fieg

Una lettera a Mario Monti sulla nomina a sottosegretario di Malinconico e sull’editoria italiana (tutta la lettera direttamente sul Fatto Quotidiano)

Caro Mario Monti, mi permetta la forma inconsueta, ma ho sentito la necessità di scriverle in forma epistolare. Da tanto tempo avevamo sperato in un suo governo dopo gli anni bui del berlusconismo ed avevamo esultato come la maggior parte degli italiani nel momento in cui il presidente Napolitano le aveva conferito il mandato per la realizzazione del nuovo Governo.

L’altro ieri però una notizia ci ha fatto incupire: Carlo Malinconico Castriota Scanderbeg è stato nominato Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Editoria. Nulla di personale, però Carlo Malinconico (per farla breve) è dal 2008 presidente della Federazione Italiana Editori Giornali, la FIEG.

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Un tipo molto Malinconico diventa sottosegretario per l’editoria

Il presidente della Fieg, Carlo Malinconico, è il sottosegretario all’editoria del Governo Monti. Di Malinconico  si è tristemente (scusate ma non è un gioco di parole) parlato in questo blog. La spinta innovativa del soggetto è tale che tenterà probabilmente di fare utilizzare la carta di cellulosa anche a Radio e Televisione e probabilemente farà … Leggi tutto

Un pezzo molto Malinconico

Eleonora Voltolina su la Repubblica degli stagisti

La settimana scorsa a Firenze si sono dati appuntamento oltre trecento giornalisti precari, chiamati a raccolta dall’Ordine dei giornalisti e dalla Fnsi per discutere dei problemi della professione. stageAppuntamento clou dei due giorni la tavola rotonda «Cinquanta centesimi a pezzo: è dignità?», molto attesa anche per la presenza di Carlo Malinconico, presidente della Fieg – la Federazione italiana editori giornali – a confronto con il segretario della Fnsi Franco Siddi ed Enzo Carra, relatore della proposta di legge sull’equo compenso giornalistico. Moderatore Giancarlo Ghirra, segretario dell’Odg.
Più di duecentocinquant’anni anni in quattro: non propriamente i protagonisti del dramma della sottoretribuzione, dato che l’età media dei discussant era 63 anni. Ma tant’è.
Malinconico ammette subito in apertura che «il problema degli articoli pagati troppo poco sussiste: non tutti possono essere assunti all’interno di una redazione, quindi l’apporto dei collaboratori è fondamentale». E assicura che la Fieg «pensa che il compenso debba essere correttamente proporzionato alla quantità e qualità del lavoro svolto». Sulla definizione di «proporzionato» Malinconico però non si sbilancia: «Non tutti i pezzi sono uguali, noi chiediamo di differenziare. Questo comunque non vuol dire tollerare gli abusi».

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Rendere felice un Malinconico

Via Repubblica Il giovane Anemone rendeva felice anche Carlo Malinconico, in quel momento segretario generale alla presidenza del Consiglio e poi presidente della Fieg. “Su richiesta di Angelo Balducci l’imprenditore contribuiva all’organizzazione e pagamento di più soggiorni vacanza presso l’hotel “Il Pellicano” di Porto Santo Stefano”. Naturalmente Malinconico non deve pagare un euro: “Mi raccomando, … Leggi tutto

Aziende editoriali, contributi statali, trasparenza, irregolarità diffuse

Fasi Press pubblica una interessante lettera che apre una  riflessione sulla necessità di non dare denaro pubblico e richiedere indietro quello dato in passato in caso che non siano verificate condizioni di legalità nell’atteggiamento degli editori.

“Nei giorni scorsi il Governo ha anticipato che chiederà alle banche la pubblicazione degli stipendi e dei benefit dei loro dirigenti. La norma dovrebbe far parte del decreto Milleproroghe (in discussione proprio in questi giorni) darebbe corpo ad un emendamento alla legge Comunitaria per il 2010. Salvo sorprese, verrà introdotto l’obbligo di comunicare con anticipo quanto si intende concedere in futuro, non solo ai top manager, ma anche ai dirigenti di prima fascia dettagliando ogni voce: parte fissa, parte variabile, stock option. Perché quel criterio di trasparenza non viene imposto anche alle aziende editoriali?

Ogni anno lo Stato (cioè noi cittadini) distribuisce centinaia di milioni di euro per sostenere l’informazione. E pagare, quindi, parte degli stipendi. Poi si scopre che, in molti casi, non vengono versati i contributi o che ci sono collaboratori senza contratto. Dal recente condono Inpgi abbiamo appreso che, dietro l’adesione di circa 160 aziende c’erano oltre 27 milioni di euro tra mancati contributi e sanzioni ridotte e più di cento posizioni irregolari ai danni di lavoratori autonomi.

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