Il ritorno del maestro Pratellesi

Mediablog di Marco Pratellesi si è reincarnato in Vanity Fair Eccoci qua, finalmente. Oggi è un giorno importante perché Vanity Fair ha una nuova dimensione: quella digitale, moderna e ancora più vicina ai lettori con i quali può adesso instaurare un dialogo quotidiano. Per me è poi un giorno doppiamente importante perché riparte Mediablog, che … Leggi tutto

A Milano venerdì prossimo si parla di precariato, di giornalisti e di altre cose

Venerdì  17 dicembre al Circolo della Stampa di Milano , in corso Venezia 16, dalle ore 15 in poi, si svolgerà un incontro in cui si parlerà di precariato nel settore giornalistico, di giornalismo e legalità del lavoro, a cui parteciperà anche la grande Paola Caruso e tutti quelli che difendono i diritti dei giornalisti … Leggi tutto

Esperti di Social Network di fama mondiale di orgini italiane

Techrunch cita una ricerca sui social network nel mondo, dell’italianissimo Vincenzo Cosenza

Just in case you had any doubts about the fact we live in the age of Facebook, just check out Vincenzo Cosenza’s latest edition of the World Map Of Social Networks.

Based on this month’s Alexa & Google Trends for Websites traffic data, Cosenza posits that Facebook has managed to overtake some local incumbent social networks in the past few months, particularly in Europe.

According to his analysis, the site is now market leader in 115 out of 132 countries.

Other social networks on the rise: LinkedIn and Twitter.

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Belen non vende un belin

Via Repubblica “Scegliere Belen Rodriguez è stato un errore”: l’amara considerazione arriva da una fonte interna alla celebre azienda di telecomunicazioni che ha scelto la showgirl come testimonial. Chi l’avrebbe mai detto? La ragazza televisiva più amata dagli italiani non funziona negli spot, e anzi provoca emorragie di storici clienti, tanto che l’azienda sarebbe decisa … Leggi tutto

La lunga storia vera del Cubo di Telecom

Via Maxcava

Un anno dopo il (fallimentare) lancio e sei mesi dopo le dimissioni di Luca Tomassini (ex responsabile del ‘Cubo’, sostituito dall’ingegner D’Andrea), arriva il Natale del rilancio: dopo parecchi rinvii in corso d’opera per il media center targato Telecom Italia, è in vendita la versione 2010. Prezzo 199 euro, design identico al vecchio Cubovision, +25% di volume, hard disk da 250 Gb anzichè 500 GB, mancanza dei protocolli di condivisione DLNA e UPnP (che c’erano nel vecchio Cubovision, dove potrebbe arrivare anche SAMBA). Appena potrò provarlo – la presentazione stampa è al momento fissata per il 15 dicembre, ma Telecom me ne ha inviato uno nei giorni scorsi – arriverà la mia recensione.

Poco di ufficiale, eppure dettaglio dopo dettaglio l’incredibile vicenda del Cubovision può essere ricostruita come segue. Ovviamente, sarò felice di integrare o correggere eventuali dettagli che emergessero in seguito, per correttezza ho contattato le p.r. di Telecom Italia ponendo alcune domande, a cui l’azienda ha preferito non rispondere.

Torniamo al Cubo… Tutto nasce da un’idea di Telecom Italia che, ragionando sugli sviluppi di Alice Home Tv, decide di puntare su un nuovo media center. La piattaforma Alcatel Lucent usata per Alice Home Tv, al di là dei costi di gestione (ovvero gli sviluppi software, a carico di di Accenture), non dava più la flessibilità necessaria. In particolare, l’idea del Cubovision nasce dalla necessità di offrire IPTv a tutti gli abbonati ADSL e non ai soli abbonati 20 Mbps (la piattaforma Lucent richiedeva infatti elevate velocità di connessione).

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Libera Stampa in libera Rete

JC De Martin Via Lastampa.it

La discussione intorno al caso Wikileaks è stata finora sconcertante. Molti, infatti, sembrano aver dimenticato – spero solo momentaneamente – conquiste acquisite da decenni. Su tutte, i due pilastri che reggono la libertà di stampa dai «Pentagon Papers» (inizio Anni 70) a oggi: da una parte, lo Stato ha diritto di fare tutto quanto in suo potere per ostacolare la fuoriuscita di informazioni oggettivamente riservate; dall’altra, la stampa ha pieno diritto di pubblicare quanto le viene recapitato – basta che faccia notizia. Una discussione «senza inibizioni, robusta e la più aperta possibile» è, infatti, ritenuta da decenni essenziale all’emersione della verità e alla formazione di una pubblica opinione consapevole, anche a costo di qualche eccesso e anche a costo di divulgare segreti.

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Eric Cantona dichiara guerra alle banche francesi

Via Le Parisien

Eric le Rouge, Robin des Bois, Cantona veut faire sauter la banque… L’ex-footballeur n’en finit pas de faire parler de lui, un peu malgré lui d’ailleurs. Sans le pari un peu fou lancé par des activistes du Web de retirer son argent le 7 décembre, l’affaire en serait sans doute restée là. Injoignable depuis quelques jours, Eric Cantona est aux abonnés absents. Même son entourage refuse de commenter.

Petit retour en arrière. Tout est parti d’une interview vidéo d’Eric Cantona postée sur le site de « Presse Océan » le 6 octobre, en plein conflit des retraites. Pointant l’inefficacité des manifestations, l’ex-attaquant tout-terrain — engagé aussi sur le front du mal-logement aux côtés de la Fondation Abbé Pierre — va droit au but, livrant sa vision du combat protestataire version anarcho-agitateur : « La révolution, aujourd’hui, se fait dans les banques : tu vas dans la banque de ton village et tu retires ton argent. Et s’il y avait 20 millions de gens qui retirent leur argent, le système s’écroule. Pas d’armes, pas de sang, rien du tout, à la Spaggiari. »
Banco ! Quelques copains inspirés, l’acteur et réalisateur Yann Sarfati et un scénariste belge lui donnent la réplique sur Facebook et lancent l’appel du 7 décembre. Puis, c’est le site Web Ad Hoc et l’effet boule de neige sur la Toile « pour exiger la création d’une banque citoyenne qui mettrait notre argent à l’abri des fièvres spéculatives ». L’appel est traduit et relayé dans 28 pays. En France, il y avait hier soir 38 083 inscrits sur Facebook dont… Cantona qui, le 30 novembre dans les colonnes de « Libération », déclarait : « Oui, le 7 décembre, je serai à la banque. »

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Boicottando Amazon

Via Vittorio Bertola Io non sono un grande amante delle campagne di boicottaggio e delle iniziative personali per salvare il mondo, perché penso che se una azienda agisce male o se un certo comportamento è negativo per la collettività dovrebbe essere innanzi tutto lo Stato a intervenire, nella sua funzione di regolatore e garante del … Leggi tutto

Al via la seconda edizione di Eretici Digitali

Via Eretici Digitali È pubblico il bando per il premio Eretici Digitali 2011.  La seconda edizione si avvale del sostegno di Google, che mette a disposizione dei premiati una dotazione di 10.000 euro. A questi si aggiungeranno, come nell’originaria concezione del Concorso, i proventi derivanti dalla vendita del libro che dà nome al premio. La … Leggi tutto