I blog e i siti con il bollino di Timu

Una bella idea, basata sulla sottoscrizione di una serie di principi

Via Luca De biase

Se una persona scrive qualcosa su un blog può anche voler concedere agli altri la possibilità di riutilizzare la sua opera. Per questo mette uno dei possibili bollini di creative commons. È un gesto di generosità nei confronti dei suoi lettori.

Se una persona vuole fare informazione in rete può voler dichiarare che intende anche verificare le fonti, tentare di dare notizie accurate e complete per quanto possibile, dichiarare in modo trasparente i suoi eventuali conflitti d’interesse, rispettare la legge. Per questo mette il bollino di Timu. È un altro gesto di generosità nei confronti dei suoi lettori.

Via Il Fatto Quotidiano

Un “bollino blu” per i blog, per Facebook, per Twitter. Perché in rete circola tanta informazione, ma spesso è inquinata da bufale, distorsioni ideologiche, inesattezze nei dati, mancata citazione delle fonti, circoli viziosi di notizie non verficate che di link in link si gonfiano nei risultati di Google, fino ad assomigliare pericolosamente a verità rivelate. Da qui l’idea di un codice di condotta basato su accuratezza dell’informazione, imparzialità nella lettura dei fatti, indipendenza da interessi nascosti, legalità. L’idea è di Timu (“squadra” in lingua Swahili), la piattaforma di informazione aperta che fa capo alla fondazione Ahref, lanciata dal provincia di Trento attraverso la Fondazione Bruno Kessler, impegnata nella ricerca scientifica e tecnologica.

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L’analfabetismo di ritorno e il ruolo della Rete

Marco Renzi via LSDI Lsdi ha interpellato alcuni liberi pensatori della blogosfera italiana per capire che peso può avere dal punto di vista digitale la situazione di regressione culturale che ha investito il nostro paese denunciata qualche giorno fa a Firenze dal linguista Tullio De Mauro – Ecco che cosa hanno risposto Vittorio Pasteris, Giuseppe … Leggi tutto

L’oggi da sostenere dei giornalisti onesti (ce ne sono) non giovani

Via Stefano Tesi

A trent’anni sei ancora in tempo a cambiare vita e mestiere, a cinquanta no. A trent’anni puoi pensare solo a te stesso e contare sull’aiuto, almeno morale, dei genitori. A cinquanta, no: ben che vada, hai una famiglia da mantenere. Non puoi riciclarti. Non puoi reinventarti. Ne sai e ne hai viste troppe per cadere nelle lusinghe del cosiddetto “lavoro più bello del mondo” (variante del più celebre “sempre meglio che lavorare“), ma neppure puoi permetterti di rassegnarti ed affogare. La tua professionalità è un handicap. il tuo disincanto è una zavorra. La tua conoscenza del giornalismo e del suo mondo è un ostacolo. Se perdi il lavoro sei morto, ma spesso lo mantieni solo per non far fallire l’editore che non ti paga. Paradossi non dissimili da quelli dei principianti che, credendo di lavorare, lo fanno in perdita e in pratica finanziano il giornale prestando la loro opera gratis.
La pensione è una chimera alla quale, primo, mancano quindici anni (e non entriamo nel merito dell’aumento dell’età minima) e, secondo, che non si sa mai bene se la prenderai e quanto ti darà. Nel caso dei freelance, poi, è peggio: già si sa che sarà una miseria.

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Toto direttori di fine stagione (3): la guerra dei Mario

Via Il Fatto Quotidiano

Con tutta evidenza, il 2011 è l’anno dei Super-Mario. Prima Mario Draghi, involatosi dalla piccola Bankitalia alla potente Bce. Poi Mario Monti, che ha preso il Paese per i capelli sul precipizio dello spread (e continua a tirare con gelida eleganza). Imprese toste, senza dubbio, anche se il prossimo superuomo sarà chiamato a una missione persino superiore, suppergiù eroica: recuperare il Tg 1 a fama e ascolti dopo l’Era Minzolini.

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La fine della fuffa nella misurazione dei dati sui giornali cartacei

Era ora che ci si decidessero a misurare con maggiore serietà i numeri dell’editoria. vediamo come va a finire … Via pubblicitàitalia Fieg, in rappresentanza degli editori e Upa, in rappresentanza delle aziende che investono in pubblicità e dei loro centri media, hanno condiviso la necessità di rendere più facilmente accessibili i dati relativi alla … Leggi tutto

Verso una super Inps

Via Repubblica

Aumento delle aliquote contributive, blocco dell’aggancio all’inflazione, passaggio generale al sistema contributivo, sfondamento della soglia dei 40 anni di contributi per le pensioni di anzianità. E poi c’è lo spettro del cosiddetto “super Inps”, che significa perdita di autonomia e regole uguali per tutti: in altre parole, se non scioglimento, almeno accorpamento forzoso. Sono disorientate le 19 casse privatizzate che gestiscono la previdenza di quasi 2 milioni di professionisti italiani. Le parole d’ordine della riforma previdenziale, ventilata in questi giorni, sono un bombardamento che lambisce e minaccia il baluardo della loro autonomia, sancita dalla legge (i decreti legislativi 509 del 1994 e 103 del 1996).
«Questa autonomia è anche e soprattutto autosufficienza economica: a differenza dell’Inps, noi non graviamo sullo Stato, da cui non percepiamo un euro», sottolinea Andrea Camporese, presidente dell’Inpgi (l’ente dei giornalisti) e dell’Adepp, l’Associazione delle casse private. Agli enti dell’Adepp, che insieme hanno un costo di gestione complessivo da 100 milioni e un patrimonio di circa 50 miliardi, oltre 1.925.000 professionisti, meno di un quarto sono i pensionati. Nel 2010, i contributi complessivi incassati ammontano a 7,6 miliardi, mentre le uscite pensionistiche sono di 4,7 miliardi. Entrambi i valori sono in crescita (nel periodo 20052010 il saldo tra entrate e uscite è in attivo del 53%). Ma a preoccupare è il calo dei redditi dichiarati dagli iscritti, che sull’anno perdono in media il 6%.

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Banzai acquisisce la maggioranza di Giornalettismo

Banzai Media, la divisione media e advertising del Gruppo Banzai, ha acquistato la quota di maggioranza della società Giornalettismo srl, società che edita il sito di news Giornalettismo, sito rivelazione fra i siti di informazione di nuova generazione. Giornalettismo è una delle realtà emergenti più interessanti del panorama web italiano. Nato nel 2008 come blog … Leggi tutto

Toto direttori di fine stagione (2)

Lettera 43 rilancia e aggiorna l’evoluzione del toto direttori Nel mondo del giornalismo, si sta muovendo vorticosamente la giostra dei direttori. Il direttore della Stampa, Mario Calabresi, potrebbe sostituire presto al Tg1 Augusto Minzolini. Il nuovo governo gradirebbe infatti un terzista, un direttore di garanzia, ben voluto a sinistra, amato al centro, stimato a destra. … Leggi tutto

Toto direttori di fine stagione

Via Agoravox Il giorno del giudizio dovrebbe essere il prossimo 6 dicembre, quando il giudice per le udienze preliminari potrebbe decidere il rinvio a giudizio di Augusto Minzolini per peculato, ovvero la questione delle spese fatte con la carta di credito aziendale. Il risultato potrebbe tradursi nell’abbandono forzato del ruolo di direttore del TG1, ma … Leggi tutto

Caro Mario Monti: l’editoria non è la Fieg

Una lettera a Mario Monti sulla nomina a sottosegretario di Malinconico e sull’editoria italiana (tutta la lettera direttamente sul Fatto Quotidiano)

Caro Mario Monti, mi permetta la forma inconsueta, ma ho sentito la necessità di scriverle in forma epistolare. Da tanto tempo avevamo sperato in un suo governo dopo gli anni bui del berlusconismo ed avevamo esultato come la maggior parte degli italiani nel momento in cui il presidente Napolitano le aveva conferito il mandato per la realizzazione del nuovo Governo.

L’altro ieri però una notizia ci ha fatto incupire: Carlo Malinconico Castriota Scanderbeg è stato nominato Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Editoria. Nulla di personale, però Carlo Malinconico (per farla breve) è dal 2008 presidente della Federazione Italiana Editori Giornali, la FIEG.

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