A volte ritornano: i comunisti

Via Lastampa.it

«Massimo D’Alema va in vacanza a Saint Moritz con la moglie e veste con il cachemire? È solo un imborghesimento comune alla sinistra, in particolare agli ex comunisti che, anche se hanno cambiato il nome al partito restano tali e hanno un unico obiettivo: prendere il potere eliminando Silvio Berlusconi con l’ausilio dei pm». Il Presidente del Consiglio è convinto dell’esistenza di questo disegno e lo ha spiegato in collegamento telefonico con Kalispera, la trasmissione di Alfonso Signorini.

È stato il conduttore a stimolare il premier, mostrandogli la fotografia di D’Alema in vacanza con la moglie a Saint Moritz, località turistica un tempo cara all’avvocato Agnelli. «Non è un cachemire – ha detto Berlusconi – che può cambiare il cervello e il cuore della gente. I nostri post-comunisti fanno finta di avere abitato su Marte e dicono anche di non essere mai stati comunisti, ma non hanno mai fatto i conti con il loro passato e con gli orrori di una ideologia spaventosa. Ricordiamo sempre che è stata l’ideologia più disumana e criminale della storia dell’uomo che ha prodotto solo miseria e disperazione e più di 100 milioni di morti».

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Speranze e illusioni

Mario Monti sul Corriere

Questo arcaico stile di rivendicazione, che finisce spesso per fare il danno degli interessi tutelati, è un grosso ostacolo alle riforme. Ma può venire superato. L’abbiamo visto di recente con le due importanti riforme dovute a Mariastella Gelmini e a Sergio Marchionne. Grazie alla loro determinazione, verrà un po’ ridotto l’handicap dell’Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili.

Ma in molti altri casi, basta pensare alle libere professioni, il potere delle corporazioni ha impedito che le riforme andassero in porto o addirittura venissero intraprese. E lì non si tratta di tenaci fiammelle rivendicative fuori tempo (ma che almeno vorrebbero tutelare fasce deboli della società), bensì di corposi interessi privilegiati che, pur di non lasciar toccare le loro rendite, manovrano un polo contro l’altro: veri beneficiari del bipolarismo italiano!

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Pensieri incumbenti

Via Vittorio Zambardino Penso che su questo tema ci sia molto da discutere. Questo è un paese che si chiede se sia da dar via libera a Marchionne o no. Che è come se l’Inghilterra dibattesse oggi della signora Thatcher e delle sue riforme. Farebbe ridere e infatti noi siamo un po’ comici e in … Leggi tutto

La vera macchina del fango

L’imperdibile Generatore automatico di scoop su Gianfranco Fini Via Metilparaben. Il nostro tentativo ha portato a Girano strane storie a proposito di Fini: c’è chi vorrebbe provocargli delle orribili doppie punte e per questo si sarebbe rivolto a un grossista di shampoo industriale promettendogli un cofanetto di DVD di Rocco Siffredi. Nel corrispettivo sarebbe compreso … Leggi tutto

Il trappolone fangoso per Gianfranco Fini

Maurizio Belpietro su Libero  Via Dagospia Girano strane voci a proposito di Fini. Non so se abbiano fondamento, se si tratti di invenzioni oppure, peggio, di trappole per trarci in inganno. Se mi limito a riferirle è perché alcune persone di cui ho accertato identità e professione si sono rivolte a me assicurandomi la veridicità … Leggi tutto

Totò polacchi in azione in Valle d’Aosta

Via 12vda Due cittadini polacchi, di 49 e 24 anni, rispettivamente padre e figlio, sono stati denunciati giovedì 16 dicembre dagli operatori di Polizia in servizio presso il distaccamento di sicurezza e soccorso in montagna di Cervinia, per alcuni furti di sci verificatisi nel comprensorio nei primi giorni di dicembre. Le vittime prescelte per i … Leggi tutto

Tempo di agitazioni al Corriere e al Sole 24 Ore

E’ un classico nelle aziende tentare dei colpi di mano sotto Natale …

Via Franco Abruzzo

Dal 23 dicembre i giornalisti del Corriere della Sera sono in stato di agitazione dopo la rottura che si è consumata tra il Cdr e l’azienda, tra il Cdr e il direttore Ferruccio De Bortoli schierato toto corde con i vertici societari. Ferruccio De Bortoli ha gettato la maschera: sta con l’editore che vuole abolire i vecchi accordi aziendali e trattare i redattori come birilli. Il documento di mediazione del direttore è un diktat: prendere o lasciare. De Bortoli non vuole discutere con il Cdr, ma sfida il CdR e chiede “un confronto in assemblea e un voto di fiducia davanti a tutta la redazione”. De Bortoli evoca un metodo populista/peronista: scavalcare il sindacato significa violare Costituzione e contratto. Nessuna sorpresa, ma coerena reazionaria. De Bortoli ha già scritto in una celebre lettera al CdR: “Se non vi sarà accordo, i patti integrativi verranno denunciati, con il mio assenso. L’età del piombo è alle nostre spalle”.

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