Fonera 2.0 in arrivo

Via DemaFon blog Mobuzz.tv ha intervistato Martin Varsavsky chiedendogli informazioni sulla nuova Fonera 2.0 per sviluppatori e un suo parere sulla crisi finanziaria che rischia di lasciare sul campo molte vittime. Il video lo potete visionare qui http://splicd.com/pbm83DuHmJk/266/500 Per chi va di fretta , in sostanza Martin ha detto che la Fonera 2.0 per ora … Leggi tutto

Ma chi pagherà

Mario Deaglio su Lastampa.it

Come terapia d’urgenza, niente male. I punti sensibili del mercato finanziario saranno stretti con dei lacci per evitare ulteriori emorragie; le ossa rotte delle banche saranno accuratamente ingessate; e ci vorrà molto tempo (minimo un anno, si dice, ma possiamo tranquillamente prevedere tempi superiori) perché il paziente torni a camminare con le sue gambe. Se il paziente collaborerà (ossia se, a cominciare da questa mattina, risparmiatori e operatori finanziari smetteranno di vendere in preda al panico), i tempi della sua ripresa si accorceranno.

Detto tutto questo, è doveroso elencare quattro interrogativi che pesano su questa cura.

Il primo è legato precisamente alla collaborazione del paziente: gli esborsi di denaro necessari per sostenere le banche fino a tutto il 2009 saranno minori se la gente darà retta ai governi e scompariranno le vendite dettate dal panico. Negli ultimi giorni si sono moltiplicati gli appelli dei capi di governo alla calma o addirittura, più esplicitamente, a non vendere le azioni. Il successo dipende quindi dalla fiducia del pubblico in questi appelli.

Ma quale fiducia hanno davvero i cittadini dei Paesi ricchi nei loro rappresentanti politici?

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Collasso sistemico

Via Corriere.it L’intensificarsi delle preoccupazioni sull’insolvenza delle maggiori istituzioni finanziarie Usa ed europee sta spingendo il sistema finanziario globale sull’orlo di un collasso sistemico – spiega il direttore Dominique Strauss-Kahn – il piano del G7 concorda sull’uso di strumenti eccezionali che verranno utilizzati differentemente, a seconda delle diverse circostanze e necessità dagli Usa, dai Paesi … Leggi tutto

L’internet della crisi

Scoperta tardi, ma non per questo non meno interessante l’analisi attenta di Fabrizio – Biccio

A chi come me porta a casa la propria pagnottella quotidiana grazie ad Internet, e che magari come me ha vissuto drammaticamente il tracollo della new economy dopo l’11 settembre 2001, qualche brivido sulla schiena per il crollo delle borse mondiali e l’inaugurazione di un periodo di vera e tangibile recessione non sarà mancato. Certo, siamo lontani dalla impressionante e ridicola bolla di fine anni 90, quando c’era chi riusciva a farsi pagare 500.000 Lire al giorno per fare pagine HTML con le tabelle e Dreamweaver, o faceva margini del 600% sui progetti web. Tuttavia non è facile scrollarsi di dosso la sensazione di “costruire il superfluo”, in un momento in cui si intravedono obiettive difficoltà su aspetti molto più concreti della vita quotidiana delle persone e delle imprese. Questa riflessione, figlia legittima dei titoloni a segno meno sui quotidiani e i telegiornali nazionali, si è poi trasformata in una prima, e poi in una seconda domanda: com’è cambiata la rete dopo il crollo del 2001? E adesso invece cosa accadrà?

A distanza di sette anni, abbiamo capito che quello che oggi chiamiamo web 2.0 è in larga parte figlio della crisi del 2001. Fine dei budget multimilionari per progetti di scarso valore, fine delle supermega web agencies dirette da ricchissimi dandies simil-rockstars, nascita e sviluppo di standard aperti, piattaforme open source, e nascita di un uso attivo della rete da parte degli utenti, sono solo alcuni dei vettori che hanno portato fin qui. Non una vera rivoluzione, ma certamente un riequilibrio dei valori in campo. E all’alba di un nuovo tracollo, o comunque di un momento molto difficile, è possibile un accelerazione improvvisa verso una seconda austerity, basata sulla valorizzazione di quanto già esistente (e magari poco sfruttato) piuttosto che la spesa insostenibile di nuovi mostri da costruire from scratch. Senza quindi voler fare l’oracolo della domenica, provo a buttar giù quello che ritengo potrà essere l’atteggiamento più intelligente, in epoca di crisi, per chi si occupa di attività su Internet:

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Cambio di paradigma needed

Un grandissimo al solito Vittorio Zambardino per aver riassunto in poche parole tutto quello che ci serve

Oggi (ieri) e domani a Urbino c’è il Festival dei blog. Non è la prima edizione. Ma quest’anno c’è più di un motivo per dire che sarebbe il caso di sconvolgere l’agenda e rinunciare a rituali di recente formazione ma già molto consolidati e che si prendono maledettamente sul serio.

Tesi: il giro di boa

La tesi che si sostiene qui è molto semplice: una crisi che brucia in pochi giorni l’equivalente del PIL statunitense di un anno non è una bolla che scoppia. E’ un giro di civiltà, una boa che si tocca per invertire la direzione di marcia, un fatto che rende non assurda l’affermazione che il web 2.0 si avvia alla sua fine.

Fine, ma intesa non come esaurimento dell’attività di blogging, della condivisione, della “vita sociale” in rete. A meno di uno sconvolgimento davvero apocalittico, quell’aspetto continuerà a vivere. E qui, come persone e come sito, ci sarà sempre visibilità e sostegno.

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Il giorno più lungo delle borse europee

Via NYTimes European nations scrambled on Sunday night to prevent a growing credit crisis from bringing down major banks and alarming savers as troubles in financial markets spread around the world, accelerating economic downturns on three continents. The German government moved to guarantee all private savings accounts in the country on Sunday, hoping to reassure … Leggi tutto

Tre taglia 450 dipendenti

Via ZeusNews La crisi del gestore mobile 3, con i cinesi sempre meno convinti dell’investimento e con l’attivo ben lontano, comincia a farsi sentire anche sugli organici: ci sono 450 dipendenti da tagliare entro la fine dell’anno, in tutte le aree tranne il customer care (per ora). Sono state già avviate le procedure per la … Leggi tutto

Ping Pong USA Cina

Via Alberto Fattori Lehman Brothers fallisce e i suoi impiegati in tutto il mondo hanno fatto “armi e bagagli” in una notte. In Cina, nello stesso momento, China Merchants Bank Co. ha visto volatilizzare i 60 milioni “senior debt” e 10 milioni di “subordinated debt” di Lehman: 70 Milioni di euro in una notte! Ieri … Leggi tutto

Crisi della Stampa e etica dei Giornalisti

Via LSDI Il vero problema dei quotidiani non è la distribuzione, ma il loro contenuto inadatto e la sfiducia del pubblico nei confronti dei giornalisti. Ne è convinto Pierre-Jean Bozo, PDG di 20 Minutes France – il quotidiano gratuito francese diventato in pochi anni il giornale più diffuso del paese (850.000 copie)* – , secondo … Leggi tutto

Alitalia, un boccone amaro

Mario Deaglio su lastampa.it C’è qualcosa di più del crepuscolo, si spera definitivo, della vecchia Alitalia nel trascinarsi delle trattative tra governo, azienda e sindacato in un clima nervoso, pieno di malessere e rancori, con qualche tensione con la polizia e gli ennesimi disservizi a Fiumicino: un Paese che ha tranquillamente accettato l’eclissi dell’Olivetti, e … Leggi tutto

Nuovi modelli di business per il giornalismo

Glauco Maggi su Lastampa.it Il giornalismo cambia pelle, anche se l’ultima foggia sembra la scoperta dell’acqua calda: fornire ai lettori ciò che interessa davvero e, per non sbagliare, chiedere loro l’argomento prima di fare le inchieste. Benvenuti nella generazione del reporter a gettone, che si scatena dove lo indirizza il pubblico pagante. L’assedio soffocante dell’Internet … Leggi tutto