I problemi dell’editoria impura

Alessandro Penati su Repubblica via Dagospia

Rcs, editore del Corriere della Sera, è anche un´azienda. Quotata in Borsa. Il primo gruppo editoriale italiano per fatturato. Osservazione doverosa visto che Rcs è ormai sinonimo di manovre per guadagnare spazio sul ponte di comando, di rumors sul direttore del Corriere, di giri di pacchi e pacchettini di controllo, di scalate più o meno occulte, accerchiamenti, alleanze, patti di sindacato, e litigi tra i potenti soci. Sembra “Beautiful”. Utili, margini, prospettive, valore del titolo sembrano interessare a nessuno. Se non quando l´azienda entra in crisi, come capita, in media, ogni dieci anni.

Storia nota. Ma viene fatto di rimarcarla adesso per il polverone sollevato dalle critiche di Della Valle al “vecchietto” Geronzi. Se ho capito bene, le critiche possono essere così riassunte: la governance è inadatta a gestire efficacemente l´azienda; le decisioni riguardanti Rcs (incluso la nomina del direttore del Corriere), non spettano al patto di sindacato ma al consiglio di amministrazione; la società deve essere gestita da azionisti che rischiano il proprio.

Sembrano critiche ovvie. Se non fosse che sono poco credibili e soprattutto poco rilevanti per le sorti dell´azienda. Primo, appaiono più legate alla contesa per il potere in Generali che al futuro di Rcs. Secondo, i patti di sindacato esistono proprio per esercitare il controllo, esautorando il consiglio delle decisioni strategiche; quindi perché Della Valle non propone lo scioglimento del patto?

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Google lancia il suo abbonamento online: si chiama One Pass

Un estratto del comunicato stampa italiano e la notizia dal blog di Google Google annuncia Google One Pass, il nuovo servizio che consente agli editori di vendere abbonamenti, articoli e altri contenuti online in modo estremamente semplice. Per l’utente che visita il sito di un editore partner sarà possibile registrarsi una sola volta al servizio … Leggi tutto

L’edicola di Apple offre a tutti il sistema di abbinamento di The Daily

Apple lancia l’abbonamento ai contenuti digitali attraverso l’Apple Store. E iniziano le polemiche sulle scelte di Apple Apple today announced a new subscription service available to all publishers of content-based apps on the App Store, including magazines, newspapers, video, music, etc. This is the same innovative digital subscription billing service that Apple recently launched with … Leggi tutto

Aol ha comprato Huffington Post per 315 millioni di dollari

Via All Things Digital In a bold and definitive move, AOL is paying $315 million in cash to buy the Huffington Post, one of the Web’s most prominent news and opinion sites. As part of the deal, Huffington Post Co-founder Arianna Huffington (pictured here)–who was derided by some when she co-founded the left-leaning site in … Leggi tutto

Al Sole 24 Ore, un work in progress molto difficile

Il sito di Franco Abruzzo segue la situazione emblematica del Sole 24 Ore

Prima del referendum sul direttore Riotta

“Lo scontro di via Monte Rosa: 70 esuberi o tagli per 21 mln. Il Sole 24 Ore trattiene il respiro: è in corso il referendum su Riotta. Il direttore tre ore prima dell’inizio delle votazioni ha convocato i redattori e ha annunciato: “Sono io il vostro futuro, senza di me sarete soli”. Il “comizio” non ha fatto presa. Adesso tocca a Radio24, agenzia Radiocor e periodici: avranno lo stesso trattamento del quotidiano economico.

“Aiutatemi ad aiutarvi”. “Ho commesso molti errori, ma uno posso dirvi di no: non vi ho mai raccontato che torneremo all’età del latte e del miele del passato. Indietro non si torna”. “D’ora in avanti se qualcuno qui dentro vi censura, telefonatemi: interverrò io”. “Con me dalla vostra parte l’azienda tornerà a incontrarvi e apriremo insieme i cantieri sul piano industriale, senza di me sarete soli”. “Vi prometto di ascoltarvi di più”. “Il “garage” dell’innovazione è sempre stato aperto ai vostri contributi (urla dalla platea: “Balle!”)”. “Il CdR non ha capito, non esistono 70 esuberi, avete la mia parola che sinché sarò qui non ci saranno tagli al personale”. “Anche i caporedattori e la direzione stanno meditando sulla necessità di fare dei sacrifici economici”. “Ho convinto l’azienda a tornare ad aprire subito un tavolo con i vostri rappresentanti sindacali”. “Avrei dovuto ascoltarvi di più”.

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Presentiamo Quotidiano Piemontese

Dal sito di Quotidiano Piemontese

Il nostro progetto nasce dalla passione per l’informazione, dall’entusiasmo e dalla voglia di contribuire, in prima persona, allo sviluppo e all’innovazione dei media, dalla volontà civica di produrre l’informazione che manca.

La nostra idea è semplice: raccontare i fatti e proporre le opinioni attraverso un’informazione che utilizzi al meglio tutti gli strumenti disponibili della Rete. Che sia locale e globale. In cui le varie anime dell’informazione convivano e si sostengano. Un modello di giornalismo che vuole sostenersi da solo grazie alla pubblicità e al sostegno economico di lettori e investitori. Non è un’utopia pensare che l’informazione nativa su internet possa essere in grado di essere un modello economicamente praticabile, come dimostrano la crescita e i risultati di tutte le nuove esperienze di informazione in Rete.

E’ possibile fare informazione e al contempo utili, purché ci si metta al servizio dei lettori anziché volerli orientare. Purchè si sappia essere trasparenti, onesti, coraggiosi, innovativi, intellettualmente laici, connessi e pervasivi rispetto alla Rete e alle reti sociali. E’ il momento giusto per partire. Ci sembra che sia bisogno di una proposta nuova e se ci permettete innovativa nel media, nel linguaggio, e nell’approccio editoriale. Vogliamo crescere, partendo dal Piemonte, fino a una dimensione che sappia diffondersi in tutta Italia, garantendo così importanti potenzialità di sviluppo.

Le nostre caratteristiche principali saranno: affidabilità, estrema attenzione alle notizie e alla loro verifica,ironia, serenità, apertura a tutte le voci, partecipazione appassionata, rapporto e scambio continuo con i lettori e gli altri attori dell’informazione.  Faremo anche inchieste e approfondimento, ma senza pensare di avere un ruolo da salvatori del mondo; saremo forti dei nostri dubbi a cui dare risposta e certi di non avere la verità in tasca; ironici e allegri ma senza pensare che le ‘bad news’ non esistano. Cercheremo di occuparci di quanto rende bella o brutta la vita. Seri senza essere seriosi, ironici senza essere buffoni.

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Al NYT i migliori cervelli del giornale vanno all’online

Maurizio Molinari su LaStampa.it Il direttore del New York Times, Bill Keller, ha deciso di riorganizzare il lavoro interno alla redazione per adoperare i «migliori cervelli del giornale» al fine di progettare come proiettare l’informazione sul web 24 ore su 24. Ecco cosa avverrà: alle riunioni redazionali del mattino e del pomeriggio verrà chiesto ai … Leggi tutto

Il Fatto Quotidiano ha fatto utili per 10 milioni di euro nel 2010 e li ha divisi fra i dipendenti

Alla faccia di chi dice che lanciare un nuovo giornale non può anche essere un buon sogno imprenditoriale. Occorre fare un buon giornale ed essere giornalisti e non servi degli editori. Via PolisBlog Il Fatto quotidiano, il giornale diretto di Padellaro, Travaglio e Gomez (a cui va aggiunta una bella e agguerrita squadra di giornalisti), … Leggi tutto

Dapospia propone un fanta walzer di direttori di giornali

Via Dagospia Lo Scarparo Della Valle è andato a trovare Carlo De Benedetti nel suo ufficio di via Ciovassino a Milano. Hanno parlato di un possibile passaggio a ”Repubblica” di Flebuccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera? Ah saperlo… (attivare Mariopio Calabresi, caro ad Elkann; alla Stampa, duello Gramellini-Cazzullo)

Il contrattacco di De Bortoli al Corriere

De Bortoli ha deciso di rispondere all’attacco ricevuto da una parte degli azionisti del Corriere Via Il Fatto Quotidiano

Al Corriere della Sera il direttore Ferruccio de Bortoli reagisce alle pressioni dei suoi azionisti, Fiat in testa, e denuncia “assai seri fatti accaduti recentemente, in casa nostra”. Ai giornalisti che ascoltavano la comunicazione del direttore in un incontro che si è tenuto ieri in via Solferino (con la redazione romana in collegamento) è parso evidente il riferimento alla lettera di protesta partita da John Elkann (casus belli gli articoli critici di Massimo Mucchetti), presidente di Fiat e secondo azionista della Rcs, che due giorni fa è anche andato di persona nella sede del giornale.

De Bortoli se la prende con un “establishment economico e finanziario [che] mostra di gradire poco le voci libere e le critiche: preferisce gli amici e i maggiordomi”. E nel consiglio di amministrazione della Rcs Quotidiani, che edita il Corriere, i membri dell’establishment ci sono tutti: da Cesare Geronzi a Giovanni Bazoli a Diego Della Valle e Marco Tronchetti Provera. Il direttore, tornato a guidare il giornale nel 2009 grazie soprattutto all’accordo tra Bazoli e Geronzi, sceglie di legare i suoi due problemi principali: i rapporti con la proprietà e la riorganizzazione del giornale, che è ancora in stato di crisi, chiedendo ai giornalisti di votare in un referendum “sul piano editoriale, sul piano di mediazione e sulla fiducia al direttore”. Se vince, sarà più forte davanti alla proprietà e potrà attuare il piano di riordino del Corriere, se perde lascia. Una prova di forza che, stando alle parole del direttore, sembra indispensabile. Ma che a molti redattori ricorda il “ricatto” denunciato dalla Fiom a Mirafiori, nel referendum chiesto da Sergio Marchionne.

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