La vittoria di Donald Trump, la sconfitta di giornalismo e informazione

simson-foxDonald Trump ha vinto le elezioni americane superando nettamente Hillary Clinton data da tutti i media americani e italiani favorita o meglio vincitrice sperata. Nessuno, o pochissimi, avevano interpretato i segnali che arrivavano dagli statunitensi, dalla gente, dagli elettori. I sondaggisti hanno sbagliato i conti non avendo la capacità scientifica di capire come stavano le cose, misurando male o sottostimando i fenomeni.

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Le Vi(t)e nuove del giornalismo a Firenze il 20 maggio

Il 20 maggio a Firenze il convegno Vi(t)e nuove del giornalismo. Dopo sette edizioni il Premio Capelli diventa momento di formazione per i giornalisti e di riflessione sulle nuove prospettive della professione.

Il programma:

Introduzione

Amici del Premio Capelli

Saluti

Vittorio Bugli assessore alla Presidenza Regione Toscana

Andrea Vannucci assessore Sport e Politiche giovanili Comune di Firenze

Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Toscana

Sandro Bennucci, presidente Assostampa Toscana

Erasmo D’Angelis, direttore dell’Unità

  1. Come sta il giornalismo? Dati e suggestioni sul settore e sulla professione

Sandro Bennucci, presidente Assostampa

Vittorio Pasteris, giornalista, blogger, esperto di media, comunicazione e tecnologia.

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A Roma il 12 gennaio la presentazione del rapporto LSDI sulla professione giornalistica in Italia

Martedì 12 gennaio, alle 11, Lsdi – Libertà di Stampa Diritto all’Informazione presenta nella sede FNSI a Roma il nuovo rapporto sulla professione giornalistica in Italia. ”

“Il processo di progressiva contrazione del lavoro dipendente e la parallela crescita del peso del lavoro autonomo – osserva fra l’altro il Rapporto, giunto alla sesta edizione – continuano ad essere i tratti salienti dell’evoluzione della professione in Italia, come mostrano i dati dell’Inpgi e degli altri istituti di categoria relativi al 2014”.
Dati che certificano un altro anno di profondo malessere, “che ha visto acutizzarsi – prosegue lo studio – la crisi della professione e dei suoi organismi e indebolirsi ulteriormente il ruolo di polarizzazione dei media tradizionali nel campo del lavoro subordinato”.

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Slurp: i conformisti, i leccaculi e i prezzolati dell’informazione italiana

Finalmente un giornalista come Travaglio racconta il servilismo e il farsi mercenari puri di molti giornalisti e giornaloni italiani, raccontando episodi e leccate. Ora c’è spazio per un libro più organico che racconti in sistema dellìinformazione in Italia senz peli sulla lingua e perchè se l’Italia è così malmessa non e’ solo colpa dei politici … Leggi tutto

10 domande 10 sul concorsone per giornalisti Rai in programma a Bastia Umbra

Il primo luglio 2015 ci dovrebbe essere la prima prova di un epico concorso per entrare come giornalisti in RAI a cui si sono iscritti 5 mila giornalisti professionisti pari a circa un sesto dei giornalisti professionisti in Italia. Il concorso è stato convocato dopo 13 mesi di silenzio dall’accettazione delle domande d’ammissione con soli 21 giorni di preavviso arriva la convocazione, in un posto (Bastia Umbra) scomodo praticamente per tutti in un giorno infrasettimanale. Ecco 10 domande a cui la Rai dovrebbe rispondere.

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Quando un paese perde il senso dell’informazione: giustificarsi per dare troppe notizie

Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano Prima o poi doveva capitare. Ci tocca giustificarci per il peccato mortale di dare troppe notizie. Alcuni commentatori sul nostro sito, che evidentemente preferiscono non sapere e dunque hanno sbagliato giornale, ma anche Giuliano Ferrara e Giampiero Mughini, non si danno pace perché il Fatto ha raccontato gli altarini e gli … Leggi tutto

Dei cronisti e dei marchettari ovvero anche dei giornalisti e delle prostitute

Via Stefano Tesi

Nella testa di molti giornalisti di quotidiano, soprattutto della vecchia guardia, circolano strane idee. Ad esempio che l’unico tipo di giornalismo degno di questo nome sia il loro: generalista, basato sulla cronaca e fatto da redattori. Il corollario è che tutto il resto non è giornalismo serio, che ciò che esula dalla cronaca è fuffa e che chi scrive lo fa di norma per compiacere se stesso o qualcuno, in alto nel giornale o all’esterno di esso. Corollario del corollario è che i collaboratori sono i primi complici di questo sistema. Cioè, in parole povere, marchettari: per vocazione, per scelta o per necessità (quest’ultima toppa giustificativa è risultata anche peggiore del buco). Quando poi, dopo e in privato, ti spieghi, la cosa prende per fortuna sfumature e toni diversi. Ma, lì per lì, sentirsi dire brutalmente che tutti gli articoli che parlano di vini, ristoranti, moda, arredamento, viaggi, tempo libero, auto, viaggi, libri, tv, spettacoli o elettrodomestici non sono notizie ma marchette (e quindi chi li scrive è tendenzialmente un marchettaro più o meno consapevole) fa abbastanza inquietare.

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Fima sostiene il Festival del Giornalismo di Perugia

Dal sito Fima

La Fima è stata fondata lo scorso anno durante il Festival internazionale del giornalismo di Perugia. Con questo intervento a firma degli organizzatori invitiamo tutti i soci della Fima a sostenere con una donazione questo importante appuntamento che rischia d’interrompersi per carenza di fondi.

Il Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia è il più importante evento del settore in Europa. Nel 2013, durante la sua settima edizione, il Festival ha accolto 210 eventi in cinque giorni (tra conferenze, workshop ed eventi formativi), 479 relatori da tutto il mondo e 50mila partecipanti. IJF (International Journalism Festival) è un evento unico nel suo genere, perché in cinque giorni, da mattina a sera inoltrata, riesce a ospitare le voci più autorevoli del panorama giornalistico mondiale e lo fa gratuitamente: direttori di quotidiani italiani e internazionali, grandi editorialisti, intellettuali e professionisti nelle discipline dell’informazione si confrontano pubblicamente durante gli eventi, e poi dialogano con altri giornalisti e con il pubblico nelle strade e nelle piazze di Perugia, un vero e proprio salotto a cielo aperto, e un luogo d’incontro e apprendimento allo stesso tempo (ogni anno, per esempio, il Festival ospita la più completa scuola di data journalism d’Europa, in collaborazione con il Centro Europeo di Giornalismo e con la Open Knowledge Foundation).

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Dell’intoccabilità dei giornalisti, della loro difesa a oltranza di colleghi inguardabili e della caduta dal piedistallo

Alessandro Gilioli ha scritto un articolo da far leggere a tutte le persone che credono nella civiltà e nella civiltà dell’informazione. Per correttezza ne cito solo i passi salienti,  La forza e il contenuto della rivoluzione che propone sarebbe normalità altrove, qui è ancora atipia.

Quando ho iniziato a fare questo mestiere, noi venivamo educati all’idea che i giornalisti giudicano ma tendenzialmente non devono essere giudicati. Era una sorta di immunità presunta, derivata dal postulato secondo il quale il giornalista raccontava fatti e/o esprimeva opinioni sempre in buona fede, senza cointeressenze personali, senz’altre ambizioni che non fossero quelle di fare il cronista o di contribuire al dibattito politico, culturale, economico etc.  Era una balla, naturalmente: i giornalisti – in buona parte – non sono mai stati così, almeno in Italia. Siamo sempre stati una categoria in cui alle non moltissime schiene diritte si mescolavano le penne a zerbino: per conformismo, convenienza, ambizione personale, fedeltà di partito, subalternità ai poteri, complicità, privilegi piccoli o grandi e altre ragioni ancora.

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Informazione come bene comune: i problemi di Torino e del Piemonte, un incontro a Torino il 10 dicembre

In Piemonte e a Torino, più che in altre regioni e in altre città si sono vissuti e si vivono problemi legati all’informazione ed a chi cerca di fare buona informazione in condizioni spesso molto difficili, anche se negli ultimi anni si scorgono potenziali spazi di crescita e di miglioramente grazie alla Rete nel momento in cui i vecchi media stanno collassando. Ogni giorno ci si trova a condividere un difficile vissuto quotidiano di molti giornalisti e cittadini che si devono districare fra distorsioni dei rapporti fra notizie, conformismo informativo, rapporti fra testate, editori e centri di potere, attori istituzionali con spirito vecchi e spesso poco utili …

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