Panorama.it offline

Via Il Barbiere della Sera (su Kaizenology con i commenti)

In tutto il mondo i giornali vanno online, le loro versioni cartacee sono destinate a sparire. Non è solo una questione di forma ma anche, e soprattutto, di sostanza. La rete permette aggiornamenti continui, dibattiti, interazioni ecc ecc. La “sicurezza” dell’informazione poi non ha nulla a che fare con la carta. Il New York Times, il Washington Post, il Wall Street Journal (per rimanere sul “classico”) hanno la stessa attendibilità sia che siano concreti, sia che siano virtuali.

Non è così, naturalmente, i soldi statali salvano il culo a tutti. La situazione è comunque critica, ma a farne le spese sono i veri giornalisti, che di solito non sono nemmeno iscritti alla loggia, ops intendevo l‘ordine, dei giornalisti. Al limite sono pubblicisti e cioè pagano le tasse e i contributi ma non hanno praticamente nessun vantaggio. Sono loro che tengono in piedi le redazioni, con la pioggia e con il vento. Sottopagati, sfruttati, presi a calci e scaricati quando la barca fa acqua perché senza contratto. Eppure senza di loro i giornali non potrebbero nemmeno andare in edicola. Sono loro i giornali.

Da sette anni mi barcameno tra un periodico e l’altro. Prima o poi qualcosa è andato a puttane. Si sono salvati sempre tutti, tranne quelli che fanno il grosso del lavoro, i precari del giornalismo (su cui bisognerebbe aprire un lungo e feroce post a parte, anche solo per descrivere la modalità di accesso al “titolo” di giornalista). L’ultima bordata è arrivata, pochi giorni fa. Con un preavviso degno di quello di uno stupratore che avverte la sua vittima. Mi/ci è arrivata questa mail relativa alla mia attività giornalistica in Panorama.it. la versione online del magazine più noto del paese:

“carissimi, ecco la mail che non avrei mai voluto scrivere: dal 1° giugno chiudono il sito di Panorama. l’azienda ha comunicato oggi ai nostri fiduciari sindacali che le news online non portano pubblicità, quindi niente soldi. e quindi il sito verrà trasformato in un non meglio identificato portale “maschile”, con direttore responsabile Marco Mazzei sotto la gestione della mondadori digital publishing (la società che cura tutti i siti mondadori) […] vi ringrazio per tutta la passione che ci avete sempre messo.”

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Critical City vince TechGarage 2009

Via Blogosfere High Tech

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Venerdì scorso nella soleggiata e rovente Roma si è svolto il TechGarage, evento annuale nel quale vengono selezionate e premiate una decina di nuove e innovative start-up. All’interno della giornata ci sono stati diversi colpi di scena, ma partiamo dall’inizio.

Le finaliste di quest’anno erano: Mobatar, Koinup, Boober, Poken, SmartRm, iWikiPhone , KipCast, Eris4, CriticalCity e con un cambio all’ultimo minuto MobNotes ha preso il posto di Leyio che non si è potuto presentare per motivi personali.

I CEO – o in alcuni casi i semplici ragazzi – che sono saliti sul palco per presentare la propria idea hanno avuto 8 minuti ciascuno per illustrare il proprio progetto e sintetizzare il tipo di finanziamento di cui avevano bisogno. Alcune interessanti, altre meno, ma fra tutte, ce n’è una che ha conquistato immediatamente la platea, i giudici e soprattutto me che ho tifato spasmodicamente a un passo dalla giuria composta da investitori, imprenditori di successo ed esperti del mondo Web & New Media; si tratta di CriticalCity, un progetto che punta al sociale più che ai ricavi creato da 4 ragazzi che ci hanno messo passione, entusiasmo e freschezza. I giovani imprenditori e creativi – che non arrivano nemmeno a 30 anni ciascuno – hanno spazzato via tutte le altre star-up e hanno vinto tutti i premi in palio.

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Macchianera Blog Awards 2009: si votano i migliori post

E’ possibile iniziare a dare le proprie preferenze riguardo ai migliori post dell’anno che saranno premiati ai Macchianera Blog Awards 2009, nel corso della BlogFest 2009, dal 2 al 4 ottobre a Riva del Garda. Il funzionamento è molto semplice: i gestori di blog gestiti da WordPress (soluzioni per altre piattaforme in arrivo) non dovranno … Leggi tutto

Una Treccani Creative Commons

Via Lastampa.it L’enciclopedia Treccani d’ora in poi sarà disponibile online gratis. L’iniziativa parte subito con la firma dell’intesa siglata oggi dal ministro della pubblica amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta e l’amministratore delegato del prestigioso istituto dell’Enciclopedia Italiana Francesco Tatò a Palazzo Chigi. Il Ministro e l’Istituto per l’Enciclopedia Italiana hanno l’obiettivo comune di “consentire ai … Leggi tutto

WWP: World Wide Pay

La scelta di una parte degli editori italiani, che va però modulata con chiarezza nei tempi e nei modi, di portare in rete prevalentemente informazione a pagamento e non retribuita dalla pubblicità, richiede che si mettano d’accordo praticamente tutti gli editori mondiali: eventualità non propriamente praticabile. Dopo il consorzio WWW il consorzio WWP ? «Credo … Leggi tutto

Carlo De Benedetti: pagherete poco pagherete il meglio

Carlo De Benedetti interviene dal Sole 24 ore sull’annoso problema dei contenuti digitali a pagamento Tutto a pagamento’ rischia di diventare una formula magica esattamente come ieri lo era il tutto gratis . Let’s take a pizza s’intitolava lo scorso anno il capitolo principale del rapporto Newspaper Next, voluto dall’American Press Institute. E quell’invocazione era … Leggi tutto

Fessbuc: Facebook diventa una sitcom su Youtube

Via secolo XIX

L’idea è di quelle perfette per una sitcom: prendi il mondo di Facebook, dove non esisti se non sei iscritto, ambientalo in un’agenzia di pubblicità mandata avanti da giovani ignoranti, con idee banali, mettici a capo un big boss che nelle chat multiple confonde messaggi e destinatari e poi assumi la velina di turno che, come curriculum, ha inviato un messaggio mail che sa tanto di erotico. Infine promuovi il tutto proprio tramite il web, il “nemico” che però può offrire quella certificazione di autenticità, a garanzia da eventuali furti di idee, tanto cari, a volte, agli stessi produttori televisivi: cambiano il titolo, aggiustano due righe, et voilà, hanno creato la sitcom, ma a spese di altri

I primi due episodi

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L’algoritmo del dipendente depresso

Via Repubblica.it Ma adesso tutto questo si potrà evitare, grazie a una formula matematica messa a punto dagli scienziati di Google: ribattezzato “l’algoritmo dello scontento”, è un calcolo che, incrociando un gran numero di dati personali, permette a un’azienda di individuare i dipendenti insoddisfatti che pensano di licenziarsi. Anzi, secondo i suoi inventori l’algoritmo è … Leggi tutto