La Postale ci controlla su Facebook

Via L’Espresso UPDATE: la postale smentisce via Webnews Negli Stati Uniti, tra mille polemiche, è allo studio un disegno di legge che, se sarà approvato dal Congresso, permetterà alle agenzie investigative federali di irrompere senza mandato nelle piattaforme tecnologiche tipo Facebook e acquisire tutti i loro dati riservati. In Italia, senza clamore, lo hanno già … Leggi tutto

Il Manifesto on-line va a pagamento

Dal sito del Manifesto Cari lettori, quello del 27 ottobre 2010 sarà l’ultimo numero del “manifesto” quotidiano leggibile gratuitamente online su questo sito. Da venerdì 29, infatti, il difficile momento finanziario della nostra impresa ci obbligherà a cambiare l’offerta web per i lettori non abbonati. Non sarà più disponibile la consultazione gratuita in formato html, … Leggi tutto

La “facebookizzazione” di Linkedin si chiama Signal

Via Vincenzo Cosenza

linkedin signalLinkedIn, il social network professionale più grande del mondo, cresce lentamente ma costantemente, e lo fa provando ad innovare il concept iniziale. Sono riuscito ad entrare nella beta di quella che potrebbe essere la futura interfaccia, nome in codice Signal.

La novità fondamentale è l’introduzione di uno stream in tempo reale delle notizie (aggiornamenti di stato di Linkedin e Twitter) provenienti dalla propria rete di contatti, mutuato dall’esperienza positiva di Facebook (in termini di aumento dell’interazione e permanenza sulla pagina).

Inoltre, dalla colonna di sinistra, è possibile anche usare 8 tipi di filtri per ottenere risultati per network, settore, azienda, data, nazione, scuola, grado di separazione, hashtag più popolari.

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In pericolo la redazione di Libero.it

Comunicato sindacale del Cdr News2000-Libero.it

A poche settimane dall’annuncio dell’operazione Vimpelcom-Wind, il proprietario del portale internet Libero.it sta ipotizzando di uscire dalla scena dell’informazione online chiudendo la sua storica testata giornalistica (http://notizie.libero.it), nonostante il buon andamento dei conti, della pubblicità e delle performance. Ecco quanto emerso durante un incontro ufficiale a Roma presso l’Unione degli industriali e delle imprese tra Wind assistita da Uir e Cdr di News2000 – Libero.it assistito da Fnsi e Alg. Questo sembra essere il primo atto dell’annunciato scorporo di Libero.it, nell’ambito dell’accordo russo-egiziano. È emblematico che l’unico portale internet che per primo, più di dieci anni fa, si volle dotare di una testata e di una redazione interna composta da giornalisti professionisti – scelta che si è rivelata vincente ed efficiente, portandolo ai vertici del settore in una ancor oggi innegabile e certificata crescita – improvvisamente ritenga un peso tale professionalità.

Eliminando la presenza dei giornalisti, imprenditori che dichiareranno di «non sentirsi editori», essendolo però nei fatti, si eviteranno così il “fastidio” di confrontarsi con gli organi sindacali e di categoria, di rispettare le regole della professione e della deontologia, in un far west dai contorni inquietanti e pericolosi. Questa ipotesi di chiusura risulta ancor più inaspettata dal momento che soltanto quattro mesi fa durante un incontro ufficiale, l’editore alla presenza delle Risorse umane, aveva espresso la volontà di intraprendere nuove e importanti iniziative multimediali per realizzare le quali i giornalisti e la testata erano considerati «strategici e centrali» e sulle quali la redazione aveva peraltro assicurato la consueta disponibilità.

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Dalla referenza alla georeferenza

Via Pino Bruno Un tempo erano necessarie le referenze . Oggi sono indispensabili le georeferenze. Geolocalizzare un’attività commerciale non è più un optional ma un imperativo categorico per stare al passo con i tempi e incrementare il business. Con la diffusione esponenziale di cellulari e smartphone dotati di GPS interno, cresce anche l’abitudine di rintracciare … Leggi tutto

Fnac lancia Fnacbook, il primo ebook reader con obiettivo europeo

Fnac ha lanciato il suo ebook reader: Fnacbook, un lettore in grado di leggere i formati epub, pdf, jpeg, png, bmp, mp3. Fnacbook è dotato di wi-fi, e connessione 3G gratuita nella Francia metropolitana. Verrà venduto a partire dal 10 novembre con precaricati una cinquantina di classici mondiali. Costerà 199 euro per ora solo in … Leggi tutto

La strage dell’editoria tradizionale

Via FNSI Il settore dell’editoria nel nostro Paese è investito da una crisi molto pesante, la più gravedall’ultimo dopoguerra. Oltre cento testate – tra quotidiane e periodiche – di idee, cooperative, non profit, di partito, edite e diffuse all’estero e tante aziende dell’emittenza locale sono sull’orlo della chiusura”. Questa denuncia è contenuta in una lettera … Leggi tutto

Google, le tasse, i paradisi fiscali, le quotazioni azionarie

via Corriere.it

Non è evasione fiscale, ma a sentire la agenzia di notizie finanziarie ed economiche Bloomberg, quella fondata dal sindaco di New York Mike Bloomberg, il risultato è lo stesso. Google pagherebbe quest’anno al fisco americano solo il 2,4 per cento del reddito, anziché il previsto 35 per cento, e sarebbe perfettamente legale. L’anno scorso, aggiunge la Bloomberg, la Google pagò il 22 per cento, e nel 2008 poco più. In un triennio, avrebbe risparmiato oltre 3 miliardi di dollari. Il suo successo avrebbe indotto Facebook, uno dei siti più popolari, a intraprendere la stessa strada. Non sarebbe un’anomalia. Secondo la Bloomberg, anche la Microsoft di Bill Gates e altre protagoniste dell’informatica pagano molto meno tasse di quanto dovrebbero teoricamente, sebbene nel loro caso quel «meno» non sia di pubblico dominio.

Riferisce l’agenzia di notizie che Google negoziò con il fisco americano prima di rischiarne le ire. Ottenne di stabilire il centro delle sue operazioni globali in una filiale in Irlanda, dove le tasse sulle compagnie sono solo il 12,5 per cento del reddito. E, sfruttandone le leggi, ottenne anche di evitare in parte anche quelle tramite un’altra filiale in Olanda, cui avrebbe potuto e potrebbe tuttora trasferire i suoi guadagni. Dall’Olanda, i guadagni sarebbero finiti e finirebbero sempre legalmente alle Bermuda, uno dei tanti paradisi fiscali internazionali. Questa complessa manovra, battezzata «il sandwich olandese», sarebbe però adesso di nuovo all’esame del fisco.

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